Società

Pubblicato il 12 Luglio 2016 | di Redazione

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Non è tutto oro quello che luccica

Dietro tanti sorrisi ci sono tante sofferenze, delusioni e frustrazioni. Il sorriso equivale a un meccanismo di difesa, una maschera che viene usata per nascondere una precisa condizione: si vergognano del loro problema, non riconoscono la depressione, non si preoccupano degli altri ma si preoccupano della loro immagine. S’innesca così la cd. depressione sorridente, dove la persona mostra una parvenza di normalità e anche di felicità, perché vive i sintomi della depressione dentro di se, non li esteriorizza ma si sforza di nasconderli. Di conseguenza, gli altri possono anche pensare che abbia una vita perfetta. La persona depressa che sceglie di sorridere per nascondere la sua condizione in realtà soffre, ma cerca di vivere come se non fosse così.

Quella persona che forse sperava di sfuggire alla depressione così facendo non fa altro che alimentarla. Con il tempo questo atteggiamento gli costerà caro. Infatti, la persona che tenta di nascondere la depressione di solito si cura di riempire la sua agenda in modo tale da vivere una vita frenetica che la stanca. Il bisogno di fare sempre di più ogni giorno termina per farli crollare emotivamente, perché non si può fare buon viso a cattiva sorte ogni giorno e davanti a tutti. Prima o poi, irritabilità, stanchezza, tristezza e tensione riusciranno a trovare uno spazio per venire fuori. Il problema è che, a questo punto, la persona si trova improvvisamente faccia a faccia con la realtà e si sente intrappolata in un vicolo cieco senza nessuno che la possa aiutare. Per questa ragione può arrivare a pensare di togliersi la vita.

Da uno studio fatto è emerso che queste persone quanto più fingono di sorridere tanto peggio sono i loro stati d’animo quando tornano a casa, uno stato d’animo caratterizzato da irritabilità, rabbia e tristezza. È quindi importante essere consapevoli che le emozioni negative non scompaiono da sole, devono essere affrontate. Nascondere o evitare il problema non lo eliminerà. Inoltre, si dovrebbe anche sapere che la depressione non si risolve solo ricorrendo allo psicologo. Anche la famiglia e gli amici possono avere un ruolo importante, a condizione che assumano un atteggiamento comprensivo e di sostegno. D’altra parte, se conoscete qualcuno che sta cercando di nascondersi dietro a un sorriso falso, parlategli. Non fategli troppa pressione, perché in questo modo rischiate di farlo chiudere ulteriormente. Invece, mostrate la vostra vulnerabilità e raccontategli i vostri problemi. In questo modo stabilirete un collegamento emotivo e sarà più facile che, sentendosi identificato con le vostre difficoltà, vi racconterà le sue.

Un tempo chi non riusciva ad individuare una soluzione ai problemi, e non trovava un senso alla propria vita, era trattenuto di fronte ad una fine tragica, dal pensiero sconvolgente che Dio non possa perdonare un essere umano che decide di porre fine ai propri giorni. La religione cattolica era molto severa con i suicidi, e non ammetteva neppure la celebrazione del loro funerale. Ma nel corso degli ultimi 25 anni il tasso di suicidi tra i giovani è triplicato. La religione non riesce più a colpevolizzare la loro morte prematura. Oggi, la morte volontaria viene vista talvolta come una possibilità di fuga, oppure viene addirittura considerata in alcuni casi come un atto eroico. Se una persona è cristiana, nel senso vero del termine, salvata  per grazia, per mezzo del sangue di Cristo, sa bene che Dio perdona ogni tipo di peccato, perché è stato perdonato di tutti i tuoi peccati, il giorno in cui ha creduto in Gesù per ottenere il perdono di Dio e la Sua grazia.

Perciò bisogna credere fermamente che Dio perdona anche il pensiero del suicidio: il suicidio è un atto di ribellione verso Dio, ma la grazia di Dio salverà chiunque crede. Non esistono per Dio dei peccati che non possono essere perdonati. Oppure, può darsi che una persona  non conosca ancora Gesù  e non si senta coinvolto al punto da volerLo conoscere meglio, allora non deve dimenticare che Dio mette nel cuore degli uomini il pensiero dell’eternità e nessuno può sfuggirgli!

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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