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Pubblicato il 19 Luglio 2016 | di Redazione

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Nasce l’Orto Urbano a Modica

Interessante questo progetto di agricoltura sociale per attività socio-riabilitative dei pazienti psichiatrici. Infatti, è stato firmato un protocollo d’intesa tra l’U.O.C. di Psichiatria di Modica dell’Azienda Sanitaria di Ragusa, il Comune di Modica, l’Associazione di volontariato «Ci Siamo Anche Noi»  ed il Circolo Legambiente «Melograno» di Modica, volto a dare un’opportunità riabilitativa protetta a persone con disturbi mentali.

Il progetto dunque rappresenta uno strumento formidabile di  cura con tutta una serie di effetti positivi sul benessere dei pazienti, delle loro famiglie, e sull’intero sistema sanitario, a cominciare dalla riduzione dei ricoveri.

Il Comune di Modica ha ceduto, in comodato d’uso gratuito, un piccolo fondo agricolo in territorio urbano, peraltro adiacente al Servizio di Psichiatria. Tale iniziativa nasce anche dal fatto che il Comune di Modica, dando un’occhiata all’inventario degli immobili di proprietà del Comune, ha più di 130.000 metri quadrati di terreno disponibile. Invece, l’azienda orto-vivaistica “Ecofaber”  ha sponsorizzato l’iniziativa offrendo le piante, prodotti biologici di altissima qualità. Dunque, un’area cittadina, inutilizzata ed improduttiva, che si riqualifica con  attività agricole, creando nuove  azioni di utilità sociale, di integrazione e  di reinserimento lavorativo  per soggetti in difficoltà, nonché attività  di promozione culturale e di educazione ambientale rivolte non solo ai partecipanti al progetto, ma anche ai residenti del quartiere e a tutti i cittadini che vorranno condividerne gli obiettivi.

Il contatto con la natura, il rispetto dei suoi tempi, la gratificazione nel veder crescere i prodotti,  la soddisfazione di una retribuzione economica e insieme  l’acquisizione di competenze spazio-temporali, relazionali e lavorative, sono stati  un esempio di riabilitazione psichiatrica efficace, fuori dai luoghi di cura tradizionali, nel territorio. A tutto ciò si aggiunge che questa esperienza permette di coniugare  il bisogno del consumatore di avere prodotti orticoli genuini e del paziente di imparare un mestiere.

L’Orto sarà coltivato con sistema di concimazione naturale e i prodotti orticoli saranno  ceduti nei GAS – Gruppi di  Acquisto Solidale – cittadini. Secondo gli ultimi dati resi noti da Italia Nostra, gli orti urbani occuperebbero ad oggi, un’estensione di oltre 50.000 metri quadrati. E la tendenza è in continua ascesa su tutti i territori nazionali, complici la crisi economica e dall’altro la maggiore attenzione delle famiglie italiane alla qualità e genuinità del cibo. Lo scopo è quello di fruttare appezzamenti di terreno di proprietà del Comune, che vengono sottratti al degrado e coltivati dai residenti, favorendo lo sviluppo di un’economia etica a vantaggio diretto delle comunità locali. Coltivare un orto in città non è solo un utile divertimento o un piacevole risparmio: è un’attività sociale ed educativa che coinvolge tutti nella cura del verde, migliora la qualità degli spazi pubblici e dell’ambiente, genera un rapporto positivo e di collaborazione tra le persone e il Comune.

Gli orti urbani consentono il recupero di aree dismesse, abbandonate o sottoutilizzate, favorendo la riqualificazione di un intero quartiere, rendono disponibili  prodotti sani a km zero  e permettono alle municipalità di incrementare la presenza di aree verdi, sottraendo i terreni all’abusivismo edilizio e alla speculazione e valorizzando il paesaggio attraverso le attività agricole. Tutto questo dà un’immagine bella della città, nonché positivo biglietto da visita per i turisti, ma soprattutto permette a persone affette da  disturbi psichici di migliorare la qualità della loro vita e di raggiungere un sufficiente grado di autonomia. Vi è la speranza di credere che, alla fine del “viaggio” intrapreso, si possa assistere al miglioramento fisico, mentale e sociale della condizione di vita del paziente e al raggiungimento di traguardi che, inizialmente, sembravano impossibili.

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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