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Pubblicato il 12 Settembre 2016 | di Redazione

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Martirio di San Giovanni Battista

Pubblichiamo il messaggio espresso dal Vescovo Carmelo Cuttitta in occasione della celebrazione liturgica per la festività di San Giovanni Battista, il 29 agosto scorso.

Chi era presente in tale sede potrà così rileggerlo per meditarci su, chi invece non c’era avrà la possibilità di conoscerne e apprezzarne la profondità di pensiero e di fede e trarne opportuno insegnamento.

 

Carissimi fratelli e sorelle,

la Città di Ragusa e la Diocesi ricorda oggi, con gioia ed esultanza, la memoria liturgica del martirio di san Giovanni Battista, il precursore di Gesù. Nel Calendario Romano, è l’unico Santo del quale si celebre sia la nascita, il 24 giugno, sia la morte avvenuta attraverso il martirio.

Quella odierna è una memoria che risale alla metà del secolo IV a Sebaste in Samaria. Il culto si estese poi a Gerusalemme, nelle Chiese d’Oriente e a Roma.

Questi piccoli riferimenti storici ci aiutano a capire quanto antica e profonda sia la venerazione di san Giovanni Battista. Nei Vangeli risalta molto bene il suo ruolo in riferimento a Gesù. In particolare, san Luca ne racconta la nascita, la vita nel deserto, la predicazione, e san Marco ci parla della sua drammatica morte nel Vangelo di oggi.

Giovanni Battista con la sua predicazione rivolge un chiaro invito alla gente accorsa per ascoltarlo. Egli è venuto a preparare la via per accogliere il Signore, a raddrizzare le strade storte della propria vita attraverso una radicale conversione del cuore (cfr Lc 3, 4). Però il Battista non si limita a predicare la penitenza, la conversione, ma, riconoscendo Gesù come «1’Agnello di Dio» venuto a togliere il peccato del mondo (Gv 1, 29), ha la profonda umiltà di mostrare in Gesù il vero Inviato di Dio, facendosi da parte perché Cristo possa crescere, essere ascoltato e seguito. Come ultimo atto, il Battista testimonia con il sangue la sua fedeltà ai comandamenti di Dio, senza cedere o indietreggiare, compiendo fino in fondo la sua missione. Egli non taceva la verità e cosi morì per Cristo che è la Verità. Proprio per l’amore alla verità, non scese mai a compromessi e non ebbe timore di rivolgere parole forti a chi aveva smarrito la strada di Dio.

Noi vediamo in questa grande figura, la forza nella passione, nella resistenza contro i potenti. Domandiamoci: da dove nasce questa vita, questa interiorità così forte, così retta, così coerente, spesa in modo così totale per Dio e preparare la strada a Gesù? La risposta è semplice: dal rapporto con Dio, dalla preghiera, che è il filo conduttore di tutta la sua vita. L’esistenza intera del Precursore di Gesù è alimentata dal rapporto con Dio, in particolare il periodo trascorso in regioni deserte (cfr Lc 1,80); le regioni deserte che sono luogo della tentazione, ma anche luogo in cui I’uomo sente la propria povertà perché privo di appoggi e sicurezze materiali, e comprende come l’unico punto di riferimento solido d Dio. Ma Giovanni Battista non è solo uomo di preghiera, del contatto permanente con Dio, ma anche una guida a questo rapporto.

La celebrazione del martirio di san Giovanni Battista ricorda anche a noi, cristiani di questo nostro tempo, che non si può scendere a compromessi con l’amore a Cristo, alla sua Parola, alla Verità. La Verità è Verità, non ci sono compromessi. La vita cristiana esige, per cosi dire: il «martirio» della fedeltà quotidiana al Vangelo, il coraggio cioè di lasciare che Cristo cresca in noi e sia Cristo ad orientare il nostro pensiero e le nostre azioni.

Ma questo può avvenire nella nostra vita solo se d solido il rapporto con Dio. La preghiera non è tempo perso, non è rubare spazio alle attività quotidiane della vita, ma è esattamente il contrario: solo se siamo capaci di avere una vita di preghiera fedele, costante, fiduciosa, sarà Dio stesso a darci capacità e forza per vivere in modo felice e sereno, superare le difficoltà e testimoniarlo con coraggio. San Giovanni Battista interceda per noi, affinché sappiamo conservare sempre il primato di Dio nella nostra vita.

Si può perdere la testa per Gesù? Sì!! La verità, quella che ci fa liberi, quella che non è barattabile, la nemica dei falsi compromessi volta a salvare la pelle, fa perdere la testa. La verità, normalmente, è scomoda.

Ne sappiamo qualcosa anche noi, quando qualcuno osa rimproverarci: evidenziarci un errore, un peccato. Per la Bibbia correggere un saggio è renderlo angora più saggio. Correggere uno stolto invece, significa attirarne le ire. Facciamo due conti e vediamo da che parte stiamo.

La verità ci fa liberi, smaschera il serpente antico e le sue menzogne che ci tengono schiavi, e apre la strada al liberatore, il Signore Gesù, la Verità incarnta per la nostra salvezza. “Non ti è lecito” gridava Giovanni Battista, Le parole di Giovanni illuminano Erode, sono dirette al fondo del suo cuore, laddove è deposto il seme della verità, del bene, della giustizia. Sono parole capaci di riportare alla luce quel frammento di umanità che, seppure sepolto da una montagna di menzogne, alberga nel cuore di ogni uomo.

Erode si era infilato in una strada senza ritorno, condannandosi ad una vita sterile, chiusa nell’egoismo. Una vita infelice: “Se uno prende la moglie del fratello è una impurità, egli ha scoperto la nudità del fratello; non avranno figli” così dica il libro del Levitico (cfr. Lv. 18,16 e 20,21).

La concupiscenza lo aveva accecato per trasformarlo in oggetto della maledizione più grande, quella di non avere figli. Quante volte ci ritroviamo, come Erode, preda di passioni ed entusiasmi che spengono lo sguardo in una fobia illusoria e annichiliscono ogni discernimento.

Il Vangelo di oggi ci chiama a conversione, a guardare senza sconti la nostra vita, a lasciarci illuminare sui compromessi, sulle situazioni pericolose nelle quali ci troviamo, proprio dove non abbiamo forza e volontà per tagliare, voltare pagina e abbandonarci alla fedeltà di Dio. Per questo l’esperienza di Erode ci invita a chiedere a Dio la grazia del cuore di Davide, pronto al pentimento, a rientrare in se stesso come il figliol prodigo, ad ascoltare la voce dei profeti che, con amore e fermezza, ci chiamano a conversione: ispirati da Dio, i pastori, i catechisti, i fratelli, i genitori, il coniuge, illuminano quanto, nella nostra vita, “non è lecito” svelando la parte di noi che, infeconda, appartiene alla terra ed è incapace di ereditare il Cielo.

La correzione, certo, quando arriva fa male, perché graffia l’orgoglio che ci vorrebbe impenitenti, ma poi reca il bene immenso della libertà. Lasciamo allora che l’annunzio del Vangelo ci raggiunga e sconvolga le nostre precarie certezze, accogliamo la correzione e la Verità, permettiamo al Signore di amarci come solo Lui sa, sino ad innamorarci perdutamente di Lui; solo radicati in Lui e partecipando della sua obbedienza alla Parola del Padre di fronte alle seduzioni del demonio, che presentano sempre il potere e il possesso come la conte della felicità, potremo divenire i testimoni della Verità di cui il mondo ha bisogno. Liberi come Giovanni, senza paura e lontani dai compromessi, dalle ipocrisie e dai ricatti, sino a perdere la testa, cioè oltrepassando “il lecito” della ragione strozzata della ricerca del proprio tornaconto; così siamo chiamati a mostrare al mondo che non è lecito chiudersi in ciò che è lecito per assecondare la carne, mentre è lecito perché secondo Dio e per il bene dell’uomo, abbandonare schemi e criteri che appesantiscono mente e cuore nell’egoismo, per uscire da se stessi e donarsi, per amore di chi ci è accanto, per Lui, per il nostro Dio che ha perduto tutto per noi, donando, anzi sacrificando il Suo unico Figlio.

Per intercessione di San Giovanni Battista, chiediamo a Dio, che la forza della verità, sia sempre nei nostri cuori.

Amen

 

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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