Società

Pubblicato il 12 Settembre 2016 | di Antonio La Monica

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Un gol per l’integrazione

Per chi ancora avesse dei dubbi sul valore culturale e sociale del gioco del calcio il suggerimento è il seguente: dimenticare per un attimo i campioni multimilionari della serie A e spostare l’attenzione verso la periferia. Verso quei luoghi dove lo sport torna ad essere valore educativo, momento di incontro e di integrazione

Succede nel piccolo feudo comisano di Canicarao, dove i meccanismi oscuri della  sorte inviano dal Senegal il giovane Babacar.

img-20160608-wa0059Babacar, ha da poco superato i 20 anni ed è ospite del centro d’accoglienza Sprar “Accoglienza casmenea”.  La sua vicenda è utile per smontare i pregiudizi che relegano gli immigrati al ruolo di nullafacenti o di persone quanto meno pericolose. La prova è data dall’iniziativa “rEstate insieme” organizzata dalla cooperativa Pangea in collaborazione con la Fondazione San Giovanni Battista, la cooperativa Filotea e l’Associazione Calicantus.

Un programma estivo di attività sportive e di svago che ha arricchito la stagione calda di Comiso. Nell’ambito di “rEstate Insieme” sono state previste iniziative che hanno coinvolto non solo i bambini, ma anche giovani come Babacar il quale è stato scelto per svolgere il ruolo di allenatore di calcio di bambini svantaggiati e bambini cosiddetti di “seconda generazione”, nati e cresciuti in suolo italiano ma figli di immigrati.

Lo scorso fine settimana si è svolto presso il campo di Cave Grazie a Comiso un mini torneo che ha visto la partecipazione di varie squadre tra le quali anche il team guidato da Babacar. Non importa in questa sede, sottolineare punteggi e classifiche. È utile soltanto dire che a vincere è la bontà di un progetto e la volontà di realizzare reali percorsi di integrazione attraverso il linguaggio universale dello sport.

“Siamo molto soddisfatti del progetto avviato dal nostro centro Sprar – spiega Tonino Solarino, presidente della Fondazione San Giovanni Battista – perché è uno dei tanti strumenti che ci permettono di inserire realmente nel tessuto sociale i ragazzi richiedenti asilo o titolari di protezione che ospitiamo nella struttura di Canicarao. Nonostante possa apparire un centro accoglienza periferico, il nostro sforzo è quello di favorire ogni giorno l’incontro tra la comunità locale e i nostri ospiti. Riuscirci attraverso lo sport rappresenta un valore aggiunto non di poco conto. Nell’immediato futuro, inoltre, avvieremo dei percorsi di volontariato locale tra Comiso e Ragusa in collaborazione con le scuole del comprensorio ed il Centro europeo di volontariato dei Gesuiti”.

Per  la buona riuscita di questa iniziativa estiva è giusto ringraziare il Santuario dell’Immacolata di Comiso, il Kiwanis International di Comiso, le ragazze di servizio civile e tutti gli sponsor”.

Il messaggio che giunge da Babacar, l’allenatore della squadra multietnica, è davvero indicativo. “Ho spiegato ai ragazzi della mia squadra – spiega – che è importante capire che essere competitivi è utile per raggiungere un buon risultato, ma che è ancora più importante essere sportivi e avere dei valori. Prima di essere dei bravi calciatori devono essere delle brave persone e lo stesso cuore che mettono quando sono in campo devono metterlo anche nelle cose di tutti i giorni”.

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Autore

Giornalista professionista presso “La Sicilia”.



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