Vita Cristiana

Pubblicato il 29 Settembre 2016 | di Redazione

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Madre Teresa di Calcutta ora è Santa

Oltre 100 mila persone, più 13 Capi di Stato hanno partecipato a San Pietro alla canonizzazione di Maria Teresa di Calcutta. Infatti, lo scorso 4 settembre, dopo la beatificazione promossa da Papa Wojtyla, la proclamazione della piccola suora di origine albanese, e indiana di adozione è stato l’evento più importante del Giubileo della Misericordia voluto da Papa Francesco. Infatti, Papa Francesco ha confermato che sarà questa la data in cui Madre Teresa di Calcutta sarà fatta Santa con una cerimonia in Vaticano esattamente un giorno prima del 19° anniversario della scomparsa della religiosa, morta a Calcutta il 5 settembre 1997. Un lungo applauso ne ha accolto la proclamazione. È stato un momento di forte commozione. Tanti i pellegrini provenienti da varie diocesi italiane, ma anche da Spagna, India, Polonia, Albania, Kosovo e altri paesi del mondo. E tante le bandierine sventolate con l’immagine di madre Teresa su un fondo azzurro, il colore di cui è bordato il sari bianco che contraddistingue l’ordine delle suore da lei fondato in India.

“Sono albanese di sangue, indiana di cittadinanza. Secondo la mia vocazione, appartengo al mondo”. Si definiva così Madre Teresa di Calcutta: la sua missione di vita è stata quella di servire i più poveri tra i poveri. Nata nel 1910 da una famiglia cattolica albanese, è la più piccola di cinque figli. A 18 anni parte per l’India, dove prende i voti e diventa direttrice della scuola dove insegna. Ma la vera chiamata arriva durante il soggiorno a Calcutta, dove fonda la comunità delle Missionarie della Carità, dedite al servizio dei più poveri.  Ben presto questa congregazione venne riconosciuta ufficialmente dall’Arcidiocesi di Calcutta e Maria Teresa inizia ad inviare le sue sorelle prima in varie parti dell’India, poi apre una casa di missione in Venezuela ed infine crea fondazioni in tutti i continenti. Nel 1979 vince il Premio Nobel per la Pace e i media cominciano ad interessarsi alle sue attività. Quando muore il Governo indiano organizza per lei i funerali di Stato e il suo corpo viene seppellito nella casa madre delle Missionarie della Carità. La sua tomba è luogo di pellegrinaggi e di preghiera per fedeli di ogni credo. Papa Giovanni Paolo II apre la sua causa di canonizzazione prestissimo, meno di due anni dopo la sua morte. Madre Teresa lotta tutta la vita contro l’eutanasia e contro il rifiuto del dolore e delle sofferenze, ma anche contro l’aborto. Anche per questo non tutti l’hanno amata e addirittura è stata accusata di voler convertire al cristianesimo le persone che curava.

Madre Teresa era forte, risoluta, caparbia. Aveva una personalità spiccata e diceva sempre quello che voleva dire. Inoltre, le fu riconosciuto un  miracolo nel 2008 ad un uomo malato entrato in coma per problemi celebrali. Concludendo, Papa Francesco vedeva questa piccola grande donna come  una mamma  piegata dalla sofferenza, eppure capace di sorridere. Dagli occhi trasparenti come specchi che non puoi evitare. Dalle mani ruvide di lavoro, ma tenere e affettuose come nessun’altra. Mani che accarezzano, che chiamano, che si fondono tra loro per pregare, che ti toccano, il viso e l’anima. Se c’è un modo per riassumere la santità di Madre Teresa dobbiamo parlare della sua vicinanza, fisica oltreché spirituale, ai rifiutati, ai disprezzati, a quelli che nessuno vuole. La santa di Calcutta non si è limitata a parlare dei poveri o a chiedere politiche antimiseria, ma si è chinata sugli ultimi, li ha soccorsi, li ha abbracciati. Li ha toccati fino a mescolare le loro lacrime con le sue, fino a confondere la sua testimonianza d’amore con il loro grido di sofferenza. Per questo addolora, e non poco che oggi proprio quell’atteggiamento le venga mosso a rimprovero, a colpa, a macchia infamante. Soprattutto sui social, ma non solo, la si accusa di avere usato i miserabili come vetrina mediatica mentre avrebbe dovuto pensare a curarli, e guarirli. Madre Teresa non era un medico, non ha fondato ospedali dove semmai indirizzava chi poteva. La sua vocazione era il Vangelo di Gesù. Lei amava definirsi “la piccola matita di Dio”, un piccolo semplice strumento fra le Sue mani. Riconosceva con umiltà che quando la matita sarebbe diventata un mozzicone inutile, il Signore l’avrebbe buttata via, affidando ad altri la sua missione apostolica.

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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