Pubblicato il 11 Ottobre 2016 | di Redazione
0«Una giustizia socio-economica per eliminare le cause dell’emigrazione forzata»
Occorre pensare concretamente all’aiuto ai Paesi di origine eliminando o contrastando le cause dell’ emigrazione forzata. Per far questo è necessaria una condivisione dei beni e una concreta giustizia socio economica. Sono le conclusioni cui è giunta la prima edizione della “Summer school”, promossa dalla fondazione San Giovanni Battista sul tema “Migranti e rifugiati: teoria, pratiche e competenze”.
Il direttore generale della Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Cei, monsignor Giancarlo Perego ha evidenziato le problematiche dell’immigrazione, del viaggio e delle fasi dell’accoglienza.
«L’Italia – ha ricordato don Giancarlo – vive una situazione in cui cresce il numero degli emigranti che lasciano il nostro Paese e, nel contempo, vede una crescita notevole dei richiedenti asilo e protezione internazionale. Ciò impone una maggiore attenzione alle politiche migratorie».
Il rafforzamento della rete nazionale del Sistema di protezione e richiedenti asilo (Sprar) e una inversione di rotta nel pensare il fenomeno sono i due capisaldi su cui monsignor Perego ha centrato il suo pensiero. Varie le proposte emerse nel corso dell’incontro. «Si potrebbe pensare – ha suggerito monsignor Perego – a concedere una protezione umanitaria a coloro i quali non saremo comunque in grado di rimpatriare. Dobbiamo abbandonare la logica dei respingimenti e creare, piuttosto, corridoi umanitari che salvino vite umane togliendole dalle mani dei trafficanti di persone. Sviluppare il sistema integrato dei progetti territoriali Sprar garantirebbe più lavoro ai nostri ragazzi e maggiori servizi agli stranieri. Infine dobbiamo pensare concretamente all’aiuto ai Paesi di origine contrastando le cause dell’emigrazione forzata».
La “Summer school” è stata realizzata con il supporto della Scuola per assistenti sociali “F. Stagno D’Alcontres”, di “Praticare Onlus”, della Diocesi di Ragusa, di Cvx-Lega Missionaria e in collaborazione con Prefettura, Questura, Provincia e i Comuni di Comiso e Ragusa.