Società

Pubblicato il 31 Ottobre 2016 | di Redazione

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Studio e sport vanno d’accordo?

Non è una perdita di tempo per i ragazzi, oltre a mantenere sano l’organismo, l’attività fisica sembra agevolarli anche nello studio. Lo sport fa bene alla salute, e questo ormai è risaputo. Ma c’è ancora qualche genitore che pensa che fare dello sport, specie se e a livello agonistico, possa in qualche modo costituire una grossa perdita di tempo per i ragazzi. Meglio dedicarsi allo studio, anziché perdere tempo in palestra, in piscina o in un campo da calcio. Un recente studio dimostra, invece, che i ragazzi che sono ben allenati e danno buone prestazioni, specie negli sport all’aria aperta, hanno un peso corporeo adeguato all’età e rispondono meglio ai test standard per le funzioni della memoria e dell’apprendimento. Questo significa che corretta nutrizione ( peso corporeo adeguato), benessere, attività fisica e rendimento scolastico, vanno di pari passo. Ovvero, se in pagella c’è qualche insufficienza è meglio non vietare l’attività fisica ai nostri ragazzi chiudendoli in casa accasciati sui libri, anzi, una bella corsa all’aria aperta può aiutarli anche a migliorare i brutti voti. Dunque, lo sport fa bene al corpo e alla mente anche se non è ancora noto il perché di questo rapporto diretto tra prestanza fisica e potenzialità cognitive, ma si è ipotizzato che impegnarsi in attività aerobiche permetta di ossigenare meglio il cervello e quindi di ottenere risultati migliori anche in altri ambiti. Un duro colpo da digerire per i nerd grassocci e occhialuti che pensavano di essere i soli ad avere una marcia in più: l’uomo tutto muscoli ha anche tanto cervello. Sport e studio non sono certamente il Diavolo e l’Acquasanta come qualcuno, a volte, intende far credere. Molte volte si sentono ragazzi dire: “Non posso continuare questo sport, devo studiare!”. Niente di più sbagliato. Non è davvero possibile praticare sport ad alto livello e riuscire, contemporaneamente, a studiare? Non si possono raggiungere dei risultati sia all’Università che nello sport? Conciliare, al meglio, entrambe le attività è possibile, basta solo organizzazione e tanta buona volontà dei genitori e dei figli. Purtroppo quasi il 40% degli adolescenti italiani, nella fascia d’età 13-14 anni, non pratica alcuna attività sportiva (oltre alle 2 ore settimanali  previste dal calendario scolastico), o la pratica per meno di due ore alla settimana. E la percentuale sale al 44% per quanto riguarda le ragazze. Troppo poco, un adolescente, in questa fascia d’età, dovrebbe praticare almeno un’ora al giorno di attività fisico-sportiva, che non significa necessariamente attività agonistica, ma può essere anche solo correre in un parco. Un esigenza connaturata alla specifica fase di sviluppo, ma che oggi diventa ancora più necessaria considerando sia lo stile di vita troppo sedentario dei nostri ragazzi, sia le abitudini alimentari spesso non corrette e sbilanciate in eccesso. Praticare sport sembra innescare, nelle abitudini di vita degli adolescenti,  un importante circolo virtuoso, infatti, evidenzia dei benefici, diretti e indiretti. Oltre ad avere un ruolo fondamentale nel trasformare i bambini in adulti responsabili e premurosi, lo sport riunisce i giovani, li aiuta ad affrontare le sfide quotidiane e a superare le differenze culturali, linguistiche, religiose, sociali, ideologiche. Lo sport è un linguaggio universale in grado di colmare i divari e di promuovere i valori fondamentali indispensabili per una pace duratura.  È un mezzo straordinario per allentare la tensione e favorire il dialogo. Sul campo di gioco le differenze culturali e le priorità politiche scompaiono. I bambini che praticano sport capiscono che si può interagire senza coercizione o sfruttamento.

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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