Vita Cristiana

Pubblicato il 23 Dicembre 2016 | di Agenzia Sir

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Da un vagone alla nuova chiesa Alla Nunziata rifiorisce la speranza

Da un vagone ad una nuova splendida struttura: è la storia di questa vasta e periferica, ma ricca di vita, parrocchia alle porte di Ragusa (oltre tremila abitanti comprese le vicine frazioni ).

Viene istituita l’8 settembre del 1973 e da allora ha trovato allocazione in ben quattro strutture; in origine in una piccola vecchia chiesetta appartenuta ad una famiglia nobiliare del luogo poi acquistata da un costruttore che la dà in comodato d’uso alla Diocesi. Ma dopo poco tempo quest’ultimo ne reclama il possesso (oggi è stata acquistata dalla comunità pentacostale della città) e la vita della parrocchia si svolge all’interno di un vagone ferroviario stazionato sui binari di una vecchia linea ferroviaria, la mitica “ferrovia di Ciccio pecora” . Il curioso appellativo era dovuto alla somiglianza del trenino che la percorreva con i giocattoli esposti nella vetrina del negozio di Francesco Battaglia Ciulla, un commerciante ragusano a cui era stato affibbiato proprio il nomignolo di “Ciccio Pecora”. Poi a questa si aggiunge uno seminterrato e poi ancora una più ampia struttura (sempre insufficiente a soddisfare le esigenze di una zona urbana in espansione), fin quando si giunge all’attuale nuova moderna struttura di forma circolare che vanta la capienza di oltre 500 posti, nonché ampi spazi esterni e capienti  locali di ministero pastorale .

1È guidata da 13 anni da padre Raffaele Campailla che sarà affiancato da padre Giovanni Filesi di recente assegnazione da parte del vescovo monsignor Carmelo Cuttitta. Ordinato presbitero nel 1998, da allora don Raffaele dedica tutto se stesso alla crescita umana e cristiana della sua comunità che tra l’altro comprende un considerevole numero di giovani. Una nota storica: quasi adiacente alla chiesa sussiste il Centro di accoglienza che alla fine degli anni settanta ha visto la presenza di Madre Teresa di Calcutta: oggi è gestito dalla fondazione San Giovanni Battista ed è destinato all’accoglienza dei rifugiati politici, e qui anche si distribuiscono quotidianamente pasti caldi per i bisognosi.

«La nuova chiesa – ha detto padre Raffaele – ridesta la speranza di quei giovani e quelle famiglie che circa 40 anni addietro si sono insediate in questa zona cittadina disabitata. Qui otto anni fa ho proposto al vescovo emerito Paolo Urso di sostenermi nella realizzazione di un locale prefabbricato per vivere i momenti celebrativi, catechistici e caritativi: il prefabbricato fu realizzato in otto mesi e fece registrare subito notevoli segni di visibilità alla comunità. La chiesa  è stata costruita con il contributo economico dei parrocchiani e dell’otto per mille della Cei».

Padre Raffaele è  in questa parrocchia dal 13 ottobre 2003 e sin dall’inizio ha sposato i principi della fedeltà e del servizio ai fedeli, non si è curato dei  locali che gli venivano offerti per svolgere il  suo  ministero, ma ha  subito voluto conoscere le  persone e vivere i loro  momenti di  vita  aiutandoli a  pregare e a fidarsi di Dio: ha cercato anche di essere reperibile nel limite del possibile per offrire ed indicare la Via di Gesù. «Adesso la parrocchia ha locali che offrono molte possibilità, l’intento del Consiglio pastorale parrocchiale e Affari economici è quello – ha aggiunto il parroco – di avviare attività proprie di catechesi, liturgia e carità, di avviare un servizio per persone sole capaci di mettere in comune talenti di arti e mestieri di un tempo, trasmettendo le nostre tradizioni  alle nuove generazioni, e poi aiutare gli anziani del quartiere a non sentirsi  inutili ma ancora capaci di dare molto agli altri. Infine lo scorso inverno abbiamo formato l’oratorio Santi Gioacchino e Anna perché si prendesse cura dei giovani mediante il “buon tempo libero”».

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