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Pubblicato il 13 Febbraio 2017 | di Agenzia Sir

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Il Malato al centro della Misericordia: un impegno da mantenere tutto l’anno

La giornata, istituita da Papa Giovanni Paolo II, offre lo spunto per alcune riflessioni sul variegato universo della sanità.

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Un quarto di secolo per ribadire che un giorno all’anno dobbiamo ricordarci dei malati, un dovere da reiterare ogni giorno: anche nella diocesi di Ragusa sarà celebrata l’11 febbraio la XXV° ricorrenza voluta da Giovanni Paolo II.

Numerose le iniziative realizzate promosse dall’ufficio diocesano per la Pastorale della salute in collaborazione con l’Unitalsi. Tra queste il 9 febbraio si è parlato di salute e prevenzione con la conferenza del dott. Giuseppe Ferrera, direttore del servizio Epidemiologia dell’Asp di Ragusa, che ha trattato il tema “Tutto quello che c’è da sapere sui vaccini. Meningite: dai sintomi alle modalità di contagio”.

L’appuntamento si è tenuto nella sala convegni del centro polifunzionale interculturale di viale Napoleone Colajanni a Ragusa. L’appuntamento cardine è stato con il vescovo, mons. Carmelo Cuttitta, in occasione della celebrazione eucaristica dell’11 pomeriggio che si è tenuta in Cattedrale: interessante anche il 15 pomeriggio un appuntamento sulle dipendenze patologiche utilizzando la tecnica delle “Nuove drammaturgie sociali”. Sarà lanciato un messaggio educativo attraverso la rappresentazione scenica con l’associazione Amethystos che si terrà all’auditorium della parrocchia Preziosissimo sangue.

La giornata, istituita da Papa Giovanni Paolo II con lettera del 13 maggio 1992, al di là di ogni coinvolgimento fideistico, offre lo spunto per alcune riflessioni sul variegato universo della sanità, con le sue gioie ed i suoi a volte, purtroppo, dolori, ed il nostro territorio non ne è immune . Al di là di ogni assioma il principio fondante della materia sta nel mettere la persona “malato” al centro del sistema con le complicanze e le sfaccettature che “l’operazione” può avere ( del resto l’argomento è uno dei cardini del famoso Giuramento di Ippocrate che dovrebbe essere il faro di riferimento dell’intero settore della sanità ). Il malato quindi al centro, soggetto e non oggetto.

La giornata è stata fortemente voluta da Papa Giovanni Paolo II una figura esemplare che ha fatto della sofferenza l’emblema stesso della Sua esistenza terrena. Quante volte lo abbiamo visto nelle corsie degli ospedali, abbracciare malati, baciare bambini, e per tutti parole profonde quali :”Mi sento molto vicino a tutti coloro che soffrono – diceva – così come ai medici e al resto del personale sanitario che con abnegazione prestano servizio ai malati. Vorrei che la mia voce oltrepassasse queste mura per portare a tutti i malati e agli operatori sanitari la voce di Cristo, e offrire così una parola di conforto nella malattia e di sprone nella missione assistenziale, ricordando in modo particolare il valore che il dolore possiede nel quadro dell’opera redentrice del Salvatore”.

Più volte ed in tante occasioni abbiamo ascoltato anche le parole di Papa Francesco : tutti e due sottolineano il concetto che l’uomo è chiamato alla gioia e a una vita felice, ma sperimenta quotidianamente molte forme di dolore e la malattia è l’espressione più frequente e più comune della sofferenza umana. Dinanzi a ciò viene spontaneo chiedersi: perché soffriamo? per che cosa soffriamo? Ed anche: ha un significato che le persone soffrano? Può essere positiva l’esperienza del dolore fisico o morale? Senza dubbio, ognuno di noi si sarà posto, più di una volta, questi interrogativi, dal letto di dolore, durante la convalescenza, prima di sottoporsi a un intervento chirurgico o quando ha visto soffrire una persona cara.

La risposta viene proprio da Giovanni Paolo II: “Così considerati, il dolore, l’infermità e i momenti bui dell’esistenza umana acquistano una dimensione profonda e apportatrice di speranza. Non si è mai soli davanti al mistero della sofferenza, si è con Cristo, che dà senso a tutta la vita: ai momenti di gioia e di pace così come ai momenti di afflizione e di dolore. Con Cristo tutto ha senso, comprese la sofferenza e la morte, senza di Lui, niente può essere spiegato appieno”.

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Vogliamo concludere con le parole di Papa Francesco:”… in occasione di questa XXV Giornata Mondiale del Malato rinnovo la mia vicinanza di preghiera e di incoraggiamento ai medici, agli infermieri, ai volontari e a tutti i consacrati e le consacrate impegnati al servizio dei malati e dei disagiati; alle istituzioni ecclesiali e civili che operano in questo ambito; e alle famiglie che si prendono cura amorevolmente dei loro congiunti malati.

A tutti auguro di essere sempre segni gioiosi della presenza e dell’amore di Dio, imitando la luminosa testimonianza di tanti amici e amiche di Dio tra i quali ricordo san Giovanni di Dio e san Camillo de’ Lellis, Patroni degli ospedali e degli operatori sanitari, e santa Madre Teresa di Calcutta, missionaria della tenerezza di Dio. Fratelli e sorelle tutti, malati, operatori sanitari e volontari, eleviamo insieme la nostra preghiera a Maria, affinché la sua materna intercessione sostenga e accompagni la nostra fede e ci ottenga da Cristo suo Figlio la speranza nel cammino della guarigione e della salute, il senso della fraternità e della responsabilità, l’impegno per lo sviluppo umano integrale e la gioia della gratitudine ogni volta che ci stupisce con la sua fedeltà e la sua misericordia”.

 

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