Pubblicato il 24 Febbraio 2017 | di Redazione
0Conoscere la droga per imparare ad evitarla
“No alla droga, Si alla vita”: questo il motto dell’incontro tenutosi lo scorso mercoledì sera presso il Salone Parrocchiale della Chiesa del Preziosissimo Sangue a Ragusa.
Un incontro fortemente voluto dai giovani -come ha specificato Riccardo Spatola, presidente dell’Azione Cattolica Parrocchiale- svoltosi con la partecipazione del Dott. Antonino Ciavola, Capo della Squadra Mobile di Ragusa, che ha illustrato il mondo delle droghe e lo spaccato locale.
Quando si parla di droghe è fondamentale prevenirne l’uso e il miglior modo per farlo è sicuramente quello di conoscere ciò di cui si sta parlando.
Di sempre più facile accesso, il mercato delle sostanze stupefacenti è una piaga che colpisce da anni principalmente le giovani generazioni: ragazzi con la presunzione di essere immuni da ogni dipendenza, nascosti spesso dietro facili alibi.
Cuore del problema è in realtà una sfacciata curiosità, una prepotente voglia di crescere in fretta, di mostrarsi meno acerbi di quel che si è. Sintomi -questi- di fragilità interiore, alimentati da una curiosità invadente e da un latente desiderio di contravvenire alle regole preconfezionate.
La mancanza di identificazione nelle gerarchie nella società, o il non riconoscimento dei livelli di importanza delle strutture sociali in cui si vive, è il principale squilibrio che comporta un disorientamento generale.
In quanto comunità abbiamo il dovere di creare un ambiente pulito, di instaurare sinergie, di cooperare per risalire al problema scatenante.
Imparare a fare attenzione
I ragazzi che si accostano all’uso di sostanze stupefacenti sono accomunati da linee di comportamento similari tra loro. Ecco alcuni suggerimenti per cogliere correttamente gli eventuali campanelli d’allarme.
- Richiesta continua di piccole somme di denaro
Piccole richieste monetarie (5-10€) –apparentemente insignificanti- potrebbero nascondere un acquisto poco lecito. Le somme sopra citate, spesso bastano per acquistare un “pippotto” di cocaina. Se le richieste si fanno sempre più frequenti o sempre più consistenti (la somma di denaro richiesta aumenta), deve nascere il sospetto. È infatti uso comune acquistare una dose maggiore per poi rivenderla in parte ai propri amici. - Altalena dell’umore
Persistenti e sconnessi sbalzi d’umore, un accentuato nervosismo misto a momenti di totale assenza dalla situazione in essere, rappresentano un primo campanello d’allarme. Se queste reazioni si verificano in svariati contesti, la somma di queste strane distrazioni è sicuramente qualcosa su cui dover porre attenzione. - Evitare il confronto
L’allontanamento costante dalle situazioni di dialogo e confronto è un altro determinante segnale da non sottovalutare: un giovane che si sottrae troppo spesso a domande semplici ma ritenute scomode è senza dubbio un soggetto da osservare, giorno dopo giorno, interagendo con le altre persone di riferimento della sua vita come i professori, gli allenatori, gli animatori. - Il coraggio di guardare negli occhi
Pupille insolitamente troppo dilatate o troppo ristrette, occhi lucidi o arrossati, sono reazioni dell’organismo difficilmente camuffabili. Studiare i cambiamenti fisici del soggetto che ci preoccupa, senza pregiudizi o buonismi, permette di avvicinarsi alla situazione reale. - Strani accostamenti: collirio e cartine.
Il binomio collirio e cartine non deve rassicurare, mai. L’impiego congiunto di entrambi è molto frequente fra chi fa uso di sostanze stupefacenti, per attenuare le reazioni del proprio corpo alla loro assunzione. - Incuriosirsi per i nuovi oggetti
Oggetti apparentemente innocui in realtà possono servire a scopi molto meno candidi come ad esempio triturare l’erba. Incuriosirsi per i nuovi acquisti può essere, in alcuni casi, necessario. - Non solo penne e colori
Controllare il portacolori potrebbe farci scoprire che non serve a conservare soltanto la cancelleria. - Educare l’olfatto
Quando si fa uso di certe sostanze, gli odori sprigionati sono persistenti, soprattutto sull’abbigliamento e in particolar modo sui jeans. - Conoscere il giro di amici
Tenere d’occhio le compagnie frequentate, i soggetti vicini e i luoghi di incontro. - Analisi in agguato
Nel caso in cui i sospetti siano sempre più insistenti, far fare delle analisi un po’ più approfondite e senza preavviso può fugare ogni dubbio.
Le scuole ragusane
Il fenomeno nelle scuole locali è “fisiologico”, dove con questo termine si intende un tasso di tossicodipendenza invariato rispetto al passato ed entro limiti ancora arginabili.
L’aspetto preoccupante del fenomeno è piuttosto l’abbassamento dell’età di inizio perché inferiore è l’età in cui si gode di una certa indipendenza.
Le piazze si sono ormai disgregate: esistono piazze virtuali, prolifiche di atti al limite della legalità, come i social media che, come ci insegnano i recenti fatti di cronaca, sono per natura difficilmente controllabili.
Cosa fare
La droga è qualcosa che investe tutti, indistintamente.
È la trappola della curiosità, dello spingersi oltre, uno spingersi che coinvolge l’80% dei ragazzi.
La chiave per sbloccare questo circolo di complessi rimandi è la comunicazione, il dialogo.
Mostrare il rovescio della medaglia è il nostro dovere: dopo il momentaneo appagamento, ogni sostanza lascia i suoi fantasmi. E le conseguenze a livello neurologico e psicologico sono fardelli che permangono per anni.
Il sentimento che accomuna molti genitori coinvolti in situazioni ambigue è il timore di accettare il problema.
Fare squadra, avere il coraggio di vedere la realtà –per brutta che sia- è la vera salvezza.
Impariamo a chiedere aiuto.