Pubblicato il 27 Febbraio 2017 | di Vito Piruzza
0Camere di commercio unificate. Meglio da soli o con Catania?
Tra le norme per il riordino della pubblica amministrazione tendente al contenimento dei costi rientra anche quella che nel 2015 ha previsto gli accorpamenti delle Camere di Commercio che contano meno di 75mila imprese. La Regione, che avrebbe competenza su questa materia, ha scelto di non legiferare tenendo conto delle nostre specificità e si è colpevolmente appiattita sulla normativa nazionale.
Il nome completo di questi enti in realtà è Camera di Commercio, Industria Artigianato e Agricoltura perché rappresenta tutti i settori produttivi e sono gestite dalle imprese del territorio che tramite le associazioni di categoria segnalano i loro rappresentanti che compongono gli organismi di gestione; detta così sembra quasi una realtà privatistica, in realtà questi enti gestiscono una serie di servizi alle imprese anche molto delicati e alcuni con una forte valenza pubblica (Bollettino dei protesti, Registro delle imprese, Centrale Bilanci etc. etc.).
In effetti, lo sviluppo delle tecnologie rende possibile le semplificazioni territoriali di alcuni organismi che prima avevano una ramificazione provinciale e se questo comporta una economia gestionale in tempi di ristrettezza economica la soluzione dell’accorpamento può anche essere auspicabile, in più la maggiore interconnessione tra i territori addirittura in alcuni casi rende preferibile un “punto di vista” più globale delle problematiche economiche e può costituire un elemento di sinergia virtuosa.
Queste per sommi capi sono state le considerazioni (almeno quelle proclamate) che hanno portato i consigli camerali delle Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa a votare la costituzione di una unica Camera di Commercio della vasta area del sud-est.
Ma si sa, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare!
Ed ecco quando il processo si mette in moto e si comincia a delineare il nuovo assetto della Camera di Commercio di area vasta, la Camera di Commercio di Siracusa con Ivan Lo Bello in testa (suo ultimo presidente) ci ripensa e ritrova le ragioni dell’autonomia territoriale … la cosa curiosa è che questo avviene in coincidenza con il fatto che la candidatura di Agen, leader di Confcommercio, sembra avere i numeri per prevalere sul candidato proposta da Confindustria che è proprio Lo Bello.
Cominciano esposti a varie Procure della Repubblica con l’accusa di gonfiare i dati delle imprese aderenti a varie associazioni di categoria per aumentare il “peso” nella governance della nuova Camera di Commercio unificata.
Possibile che il destino di una decisione di grande peso per i settori produttivi, specialmente nel mezzo di una profonda crisi economica, sia appesa a una banale diatriba di organigrammi?
Il processo iniziato quasi due anni fa doveva concludersi con la prima riunione del nuovo Consiglio camerale unificato il 14 febbraio … ebbene solo sabato 18 febbraio seguendo l’esempio di Siracusa la Cna provinciale di Ragusa ha organizzato un’assemblea pubblica in cui i responsabili di diverse organizzazioni di produttori e politici di vari livelli hanno manifestato la loro contrarietà al progetto di unificazione delle tre Camere di Commercio: quale capacità di gestione dei processi ha una classe dirigente che chiama a discutere di un problema addirittura dopo che il processo si sarebbe dovuto chiudere?
Ma andando a ritroso, possibile che una svolta di questo tipo non abbia creato nessun dibattito nei territori?
Soprattutto in considerazione degli interessi in gioco visto che al di la dei numeri delle imprese aderenti, esiste una grande disparità in termini di solidità patrimoniale tra le tre realtà in argomento: mentre la Camera di Commercio di Ragusa è stata gestita in modo corretto e presenta un notevole attivo patrimoniale lo stesso non si può dire delle altre che sono finanziariamente appesantite.
Gli interessi in gioco riguardano anche il controllo dell’aeroporto di Catania atteso che le tre Camere riunite diventerebbero il socio di maggioranza della Sac e a cascata dell’Intersac e della Soaco che gestiscono lo scalo di Comiso …
Avere una gestione unitaria dell’economia del territorio del sud-est può essere un valore a patto che ci si faccia carico di tutto il territorio in modo equanime e per la verità finora l’attenzione della classe dirigente catanese nei confronti degli iblei non è stata particolarmente rassicurante visti i precedenti dell’Università e del sistema aeroportuale: la nostra classe dirigente sarà capace di far valere le esigenze del nostro territorio?