Società

Pubblicato il 2 Marzo 2017 | di Vincenzo La Monica

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Sono più i ragusani all’estero che gli immigrati in provincia

Più emigrazione che immigrazione, consistente presenza minori, incidenza minima degli sbarchi sulla realtà dei residenti stranieri nella provincia di Ragusa e diversi record. Queste le fotografie più nitide scattate dal rapporto Caritas-Migrantes sulla mobilità umana in provincia di Ragusa.

I due uffici diocesani, in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti hanno presentato i dati aggiornati sulle presenze degli stranieri e sulle partenze degli italiani per l’estero durante un partecipato convegno dal titolo “Immigrazione ed emigrazione: un paese plasmato dalla mobilità” tenutosi il 13 febbraio nell’auditorium del centro studi Feliciano Rossitto. Al convegno hanno portato il saluto il nostro vescovo monsignor Carmelo Cuttitta e il prefetto Maria Carmela Librizzi.

Come ha rilevato Domenico Leggio, direttore della Caritas, «è importante acquisire consapevolezza sul fenomeno immigratorio come strutturale della nostra società e non solo come emergenziale. Siamo chiamati a fare ogni sforzo possibile, per immaginare concretamente percorsi di lavoro che riguardano tutti: italiani ed immigrati, in quanto il nostro territorio continua a dimostrare che il fenomeno immigratorio và affrontato sotto tanti aspetti: culturale, sociale, imprenditoriale, formativo, dell’ordine pubblico e della sicurezza, solo in questo modo è possibile avviare processi di cambiamento».

Percorsi di cambiamento che devono partire da una nuova acquisizione: la nostra provincia ha visto crescere negli ultimi cinque anni l’emigrazione verso l’estero del 125 per cento. Con 28mila 308 ragusani che vivono e lavorano all’estero e 25mila 744 cittadini stranieri residenti in provincia di Ragusa, il nostro territorio si rivela più una zona di emigrazione che di immigrazione.

Un importante contributo alla riflessione è giunto nello specifico, da Delfina Licata, capo redattore del Rapporto Italiani nel mondo, che ha presentato questo strumento operativo e culturale  sottolineando il netto aumento dei flussi migratori all’estero e l’aggravarsi di nuove  forme di fragilità e incertezze vissute dagli emigrati italiani. Fragilità che richiamano l’attenzione alle politiche, in particolare come ha spiegato Giovanni De Vita, vicario del direttore centrale per i servizi agli italiani all’estero quelle volte alla valorizzazione degli italiani all’estero.

Dallo studio della Caritas e della Migrantes sul territorio, emerge che il fenomeno degli sbarchi è una emergenza epocale, ma influisce minimamente sulla scelta di risiedere sul territorio ragusano. I nostri stranieri sono soprattutto tunisini, rumeni, albanesi. L’unica nazionalità rilevante con provenienza da contesti di guerra è quella Eritrea (167 persone). Alcuni comuni del ragusano, invece, hanno percentuali di residenti stranieri tra le più alte d’Italia. Ad Acate quasi il 30 per cento dei residenti è straniero; a Santa Croce Camerina il 22 per cento. Il comune in cui si registra il più alto numero di residenti è Vittoria, con oltre 6.000 residenti, seguito da Ragusa con poco meno di 4.500 residenti.

Questa presenza si riverbera sul numero delle nascite (13.5 nascite su 100 sono di genitori entrambi stranieri) e sulla presenza nel mondo scolastico con numeri che costituiscono un unicum in tutto il mezzogiorno di Italia. Gli alunni stranieri iscritti sono 3.645 con una incidenza sul totale degli studenti del 7.2 per cento che è valore più alto nel Sud Italia. Molto alta anche la percentuale dei bambini stranieri nati in Italia che sono uno su due, aprendo la riflessione sul ritardo di una legge sulla cittadinanza più aderente alla necessità di questa fascia di popolazione.

La presenza di cittadini stranieri sul territorio è certamente legata al lavoro più che al ricongiungimento familiare. Rimane molto bassa la percentuale di donne (41 per cento, secondo valore più basso d’Italia), mentre sono oltre 13mila i lavoratori nel comparto agricolo, dove Ragusa risulta essere la sesta provincia in Italia per numero di assunzioni.

Nelle conclusioni affidate a don Rosario Cavallo, direttore della Migrantes diocesana, è emersa la volontà dell’ufficio a fornire accompagnamento a tutte quelle persone che decidono di trasferirsi all’estero prendendo i contatti sul posto di destinazione attraverso i missionari presenti o le comunità italiane già residenti all’estero, in modo da fornire una cassetta degli attrezzi che agevoli una migrazione più informata e consapevole.

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