Pubblicato il 10 Marzo 2017 | di Redazione
0Il film “È arrivata mia figlia” al Golden Hall di Vittoria
Prosegue con il film “È arrivata mia figlia” di Anna Muyalert il percorso cinematografico d’autore all’interno della rassegna “Cultura per la Vita”, organizzato dall’Ufficio Cultura della Diocesi di Ragusa. L’appuntamento è per Lunedì 13 marzo alle ore 20.00 presso la Golden Hall di Vittoria (via Failla).
“A che ora torna?” (mamma), questo il titolo originale di una storia che vuole interrogare a fondo l’abbandono dei figli da parte delle madri, in un effetto a catena di ritardi e deleghe capaci di scardinare la società e alimentare persino la lotta di classe. Sarà così che Jessica, affidata sin da bambina ad una parente nel Nord del paese, facendo ritorno in città per l’esame di ammissione alla facoltà di architettura, nella casa di Donna Barbara, del marito e del figlio, suo coetaneo, presso cui lavora come tata la madre, sovvertirà ogni regola non scritta di comportamento e metterà sua madre di fronte alle domande che non si è mai posta e ad interrogarsi su scelte, responsabilità ed identità. Il film si connota per la cornice culturale che consente una lettura della stratificazione sociale e della mobilità ascensionale resa possibile dall’istruzione.
La proiezione è preceduta da una presentazione per una migliore comprensione del linguaggio cinematografico e seguita da dibattito, al quale interverranno docenti dell’Istituto “G. Mazzini” di Vittoria.
Quest’anno il tema del percorso è Accompagnare, Discernere e Integrare la fragilità delle famiglie, invito tratto dall’esortazione apostolica “Amoris Laetitia” di Papa Francesco che l’equipe dell’Ufficio ha voluto cogliere, per l’anno pastorale 2016-17, al fine di suscitare confronti e condivisioni sulle relazioni umane sotto tutti gli aspetti, dalla dimensione affettiva a quella sociale, da quella interiore a quella morale, promuovendo nuovi possibili stili di vita. La ricerca della pace e del perdono, del senso dell’accoglienza incondizionata, del progetto condiviso, stanno infatti alla base di valori familiari; i quali spesso, messi continuamente alla prova, vengono travisati da una certa “modernità” e talvolta calpestati dalla scelta di azioni più comode e dispersive.
L’ingresso è libero e aperto a tutti