Pubblicato il 29 Marzo 2017 | di Lettera in Redazione
0La vigliaccheria di chi agisce da solo nel buio
Riceviamo e volentieri pubblichiamo la riflessione di Salvo Ognibene in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie a Locri.
“La mafia non ha onore né coraggio”, ha detto il Presidente della Repubblica a Locri, durante Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Parole importanti che sanno di verità in un evento che profuma sempre di primavera e che rinnova e ricorda la verità e la giustizia sociale.
Una giornata che è stata intervallata dalle minacce e dagli insulti a don Luigi Ciotti, fondatore di Libera e anima viva dell’associazione. E’ accaduto prima a Locri, dove tra i diversi messaggi di odio lasciati sui muri dell’arcivescovado, della scuola “Maresca” e del Centro di aggregazione giovanile (bersagliato anche il Sindaco), e poi, a Palermo, su un muro all’ingresso di una villetta pubblica intitolata a Rosario Di Salvo, ucciso anch’esso durante l’agguanto a Pio La Torre. Contemporaneamente è stata trovato un’altro messaggio: “Dalla Chiesa assassino”, con la firma Br e il disegno della falce e martello.
Solo dei brutti nei in una settimana di colori, di cambiamenti e soprattutto di speranza. Come quella che invaso le vie di Locri e delle tantissime piazze di tutt’Italia. Il volto migliore di questo paese. Una settimana che ha visto lo scioglimento di un comune ligure per infiltrazioni mafiose (superato lo scioglimento di 250 consigli comunali negli ultimi venti anni), che ha sentito, con naturalezza, la vicinanza della Chiesa di papa Francesco (che proprio in Calabria scomunicò i mafiosi), che ha visto un presidente della Repubblica che abbraccia da vicino i familiari delle vittime innocenti uccisi dalle mafie (proprio come il fratello Piersanti quando era presidente della regione siciliana). E poi, il riconoscimento della Legge Bacchelli, sotto la spinta di un inedito movimento di opinione, a quel grande maestro che è Riccardo Orioles, a ricordarci, per la prima volta, che scrivere di mafia, è merito civile. E allora, siamo proprio sicuri che questa guerra non la vinciamo?
Le mafie, o qualche “cretino” che ancora le idolatra, tornano ad agire di notte, al buio, senza far paura a nessuno. Figuriamoci a questa parte d’Italia che scende in piazza, ci mette la faccia, ricorda e si impegna a testa alta e alla luce del sole. E di quelle scritte, prontamente cancellate, nel giro di qualche giorno non rimarrà nemmeno il ricordo.