Pubblicato il 30 Marzo 2017 | di Redazione
0Programma del Venerdì Santo a Vittoria
Venerdì 14 aprile, Venerdì santo, la Congregazione del SS.mo Crocifisso organizza a Vittoria la processione del Venerdì Santo, una tradizione tutta vittoriese dal 1657.
La Congregazione ha istituito e tramandato – quasi senza alcun cambiamento – l’organizzazione delle due processioni del Venerdì Santo a Vittoria: quella del Mezzogiorno con cui si accompagna il Divino Simulacro al Calvario e quella della sera.
Dalla fondazione a oggi, la Congregazione ha riunito tutti i maggiorenti della città che gareggiavano nelle donazioni affinché quella che il popolo chiamava, allora come oggi, “a festa ro Signuri” divenisse sempre più sfarzosa e coinvolgente, riuscendo ad essere, insieme a quella del Santo Patrono – San Giovanni Battista – la più partecipata e la più amata dai Vittoriesi.
La tradizionale processione del “Cataletto” – accompagnata dall’inconfondibile suono della “truoccula” – partirà alle ore 12:00 dalla Parrocchia San Giovanni Battista e percorrerà il consueto tragitto attraverso Via dei Mille fino a Piazza Calvario.
Dopo la crocifissione – ad opera della congrega dei “Crucifissari” – inizierà il momento dell’adorazione da parte della città, che durerà fino alla sera. Alle ore 20:30 inizierà la Sacra Rappresentazione e alle 21:30 vi sarà la Deposizione e la Processione col Cristo morto.
I Parti rappresentano la tradizione più sentita e amata dai vittoriesi, unica nel panorama della provincia in cui si preferisce festeggiare la domenica di Pasqua. Una tradizione, quella vittoriese, che deriva forse dalla religiosità spagnolesca del Seicento, tutta mirante al sangue e al dramma della morte più che alla resurrezione.
I parti si snodano attorno allo scritto del marchese Alfonso Ricca (1791-1850, vittoriese), fratello della madre del Barone Serafino Amabile Guastella, demologo chiaramontano del secolo scorso, scrittore, poeta e saggista di chiara fama.
Il componimento trova la sua prima messa in scena nove anni dopo la morte del suo autore (1859) e da allora viene sempre rappresentato, esclusi i periodi delle due guerre e il 1957 quando non si ebbe Sacra Rappresentazione. E’ composto da 450 versi endecasillabi sciolti, di stile ottocentesco e romantico, con talune peculiarità morfologiche e tematiche che rivelano un gusto per le figure retoriche, per l’enfasi e la declamazione, per una non sempre spontanea versificazione metrica.
Vari ricercatori ribadiscono l’ispirarsi della scrittura del Ricca a una sacra rappresentazione “Il riscatto di Adamo nella morte di Gesù”, di Filippo Orioles, più nota come Mortorio di Cristo, largamente diffusa e conosciuta in Sicilia fin dal 1750. Dei diciannove personaggi del dramma dell’Orioles ben dieci si ritrovano nel testo del Ricca. Le tematiche che l’opera approfondisce non hanno spessore sacro. Presentano piuttosto una religiosità epidermica su elementi dialettici manichei e contraddittori. Fonte: Comune di Vittoria
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a cura di Kewin Lo Magno