Vita Cristiana

Pubblicato il 14 Aprile 2017 | di Redazione

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Esplodono gioia ed entusiasmo, Comiso fa festa con la “Paci”

Giuseppe Pitrè la annovera tra le più belle feste di Sicilia. E di sicuro l’atmosfera della Pasqua comisana, a suon di musica e con riti antichissimi e coinvolgenti, è difficile da rivivere in altri contesti.

La gioia e l’entusiasmo, il fervore giovanile, sono le caratteristiche principali. Una festa di chiare origini catalane, quella di Comiso, che fa il paio con tradizioni analoghe che si ritrovano a Modica, Scicli, Ispica o Caltagirone, per restare ai centri geograficamente più vicini. L’incontro tra Maria ed il Figlio Risorto viene narrato scenograficamente, attraverso una forma quasi teatrale che serviva a raccontare, quasi attraverso una rappresentazione che si dipanava per le strade, il mistero della resurrezione del Cristo. Scene che si impregnano di religiosità e di folklore in un mix quasi inestricabile che da secoli caratterizza le feste siciliane e, più in generale, quelle del meridione d’Italia. La “Paci” di Comiso, la “Giunta” di Caltagirone, l’Omu Vivu di Scicli e la Madonna Vasa vasa di Modica sono varianti di uno stesso tema.

A Comiso, la lunghissima processione di Pasqua non ha quasi eguali in Sicilia, se si eccettua Sant’Agata e pochi altri: un percorso di quasi dodici ore che conduce i due simulacri di Gesù Risorto e della Madonna Annunziata per le vie di tutta la città. Negli ultimi anni, si sono aggiunti i quartieri di nuova espansione. La processione è scandita dai momenti più attesi, quelli della “Paci”: la “prima paci” avviene subito dopo l’uscita dei due simulacri, in piazza Annunziata, l’ultima tra le navate della basilica, dopo il rientro dei due simulacri, dopo la mezzanotte. Due bambini vestiti da “angeli”, con vesti ricche e sfavillanti siedono ai piedi dei due simulacri. La veste dell’angioletto ha i colori del bianco e dell’azzurro (per l’angelo che siede ai piedi del simulacro della Vergine), e di bianco e rosso (per il simulacro di Gesù Risorto).

I due “angeli” intonano il canto del Regina Coeli: per primo è l’angelo che si trova ai piedi di Maria a cantare, rivolto verso il simulacro del Risorto. Dall’altra “vara” risponde il secondo angioletto. Sulla piazza cala un improvviso silenzio per ascoltare le parole dei piccoli cantori: “Regina coeli laetare, Alleluja / quia quem meruisti portare, alleluia / resurrexit sicut dixit, alleluia /  ora pro nobis Deum, alleluia”. Poi i due simulacri vengono lanciato uno contro l’altro per tre volte, poi issati a braccia verso il cielo. La “paci” si ripete 14 volte. Due bambini entrambi undicenni saranno i due “angeli”. Quest’anno saranno Placido Tomaselli, che siederà ai piedi della madonna e Vincenzo Zammitto, che sarà sulla vara di Gesù Risorto

Accanto alla processione, le manifestazioni collaterali. Si parte con l’arredo della città e con le luci allestite dalla ditta Faniuolo di Putignano (Ba). Poi i fuochi d’artificio della ditta Di Matteo, di Sant’Antimo (Na). Le luci ed i fuochi sono, da sempre, ricchissimi. Negli ultimi anni, si è scelto di arredare con scenografie e luci la piazza dell’Annunziata.

Quest’anno, il giovedì santo, in piazza si svolge la manifestazione “Son et lumière”, con l’accensione delle luci scandita da brani di musica sacra. Poi la Pasquart”: foto storiche della Pasqua dal 1902 al 2000 sono esposte nelle vetrine dei negozi che hanno aderito all’iniziativa. Per visitare la mostra, basta fare un giro per le vie del centro in una sorta di esposizione museale sui generis: e dall’archivio dei ricordi spuntano i volti di coloro che non ci sono più, volti di comisani noti e meno noti, tutti egualmente coinvolti nella “festa di Pasqua”.

Francesca Cabibbo

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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