Vita Cristiana

Pubblicato il 11 Maggio 2017 | di Saro Distefano

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Confraternite rivali? È ancora possibile

Una lite, come quelle di una volta. Problemi di percorsi processionali e alla fine, la sera del Venerdì Santo, le due statue delle confraternite “rivali” non si sono incontrate.

È accaduto a Ispica, Diocesi di Noto. E la notizia ha suscitato vivo scalpore: da una parte i fazzoletti azzurri della confraternita dei Nunziatari, ovvero i fedeli del Cristo alla Croce che si venera presso la chiesa della Madonna dell’Annunziata, e dall’altra i fazzoletti rossi della confraternita dei Cavari, ovvero i fedeli del Cristo flagellato alla Colonna, che si venera presso la chiesa di Santa Maria Maggiore.

Quella rivalità che un tempo era la norma e che da qualche decennio sembrava essersi assopita (e vale per Modica, con le tensioni tra i fedeli di San Giorgio e quelli di San Pietro, a Ragusa, tra i fedeli di San Giovanni Battista e quelli di San Giorgio, a Comiso, tra i fedeli della Madonna delle Stelle e della Madonna Annunziata) è esplosa tutta a Ispica, l’antica Spaccaforno.

Unanimi i commenti: “impensabile che nel 2017 accadano ancora di queste cose”. Unanimi fino a un certo punto. Una voce, anche solo una, non si accomuna alle altre. È la mia voce che – approfittando dello spazio concessomi sul quindicinale della Diocesi di Ragusa – vuole andare contro corrente, e non per il gusto di farlo, ma solo per ribadire che se nel 2017 ci sono ancora tensioni tra parti per temi religiosi, non è di per se anacronistico e tantomeno ridicolo.

Si tratta invece, ma è solo la mia opinione, di un antico retaggio, di “sana” rivalità (direi quasi atavica) finalizzata a far primeggiare il proprio santo, la propria parrocchia. Campanilismi si chiamavano e chiamano tuttora, e non a caso. Ma si trattava di quella sfida perenne, di quella competizione sana (seppure alcune volte trascesa anche in forma di violenza) che ha reso questa parte dell’Isola un unicum, un florilegio di ardite architetture e devozioni, di feste che possono, forse debbono, prevedere anche le tensioni. Anzi, così sarà ancora più bello il riappacificarsi, magari l’anno dopo.


Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



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