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Pubblicato il 23 Maggio 2017 | di Redazione

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La villa di via Archimede è stata intitolata ad Aylan

Il 2 settembre del 2015 venne scattata una foto che lasciò senza parole il mondo intero: sul bagnasciuga della spiaggia turca di Bodrum, scosso dalle onde, giaceva il corpo senza vita del piccolo Aylan Kurdi, il profugo siriano di soli 3 anni.

Il bambino era nato a Kobanê, nel nord della Siria, e scappava insieme alla sua famiglia da una guerra che ha ridotto in polvere la sua città e ucciso molti dei suoi compagni di giochi.

A distanza di quasi due anni dalla morte del piccolo Aylan, divenuto simbolo della crisi europea dei migranti, ieri mattina gli è stata dedicata la villa comunale di via Archimede.

La cerimonia di intitolazione è avvenuta nel corso del “Forum dei Vigilini”, un’iniziativa promossa dal Comando della Polizia Municipale a conclusione del corso di educazione stradale che ha coinvolto oltre 600 bambini delle scuole medie “Mariele Ventre”, “IV novembre”, “SS. Redentore”, “Rodari”, “Cesare Battisti” e “Paolo Vetri”.

Sono stati proprio i piccoli studenti ad indicare il nome di Aylan. Bambini, quindi, che hanno dato voce a tanti coetanei ai quali la voce, a causa della guerra, è stata tolta. Ancora una volta la scuola si è dimostrata una palestra dove le giovani generazioni si preparano per affrontare la vita; un posto che deve necessariamente promuovere il dialogo, la legalità e la formazione alla democrazia.

“Bisogna dare atto – commenta Gian Piero Saladino, direttore dell’UCS della Diocesi di Ragusa – alla Scuola di aver fatto un ottimo lavoro di pedagogia sociale dei suoi allievi, alla Polizia Municipale di aver dato il suo contributo al successo dell’iniziativa e all’Amministrazione Comunale di averla condivisa e sostenuta, a conferma che le Istituzioni, quando vogliono, sanno fare cose egregie.
In particolare, aver dedicato una villa comunale “ragusana” ad un bambino “siriano”, figlio di migranti, vittima di disumana ingiustizia perpetrata dai signori della morte nelle diverse aree di guerra del Medio Oriente, è un segno di civiltà e di speranza che risponde nel modo migliore alla tentazione “ignorante” della paura, alla deriva cinica lungo il crinale del pregiudizio e del razzismo, alla rassegnazione colpevole al predominio dell’odio sociale e all’ignominia dell’indifferenza.
È ipocrita un Paese in cui non pochi rifiuta i migranti che fuggono dalle guerre e dalla povertà, spesso minori non accompagnati, e nel contempo raddoppia in un solo anno, dal 2015 al 2016, il fatturato estero della produzione di armi.
È ancora umana una comunità locale che non rifiuta nessuno, che piange sul cadavere di un bambino “straniero” e sceglie di intitolargli, a futura memoria, il regno dei giochi dei suoi bambini e del riposo dei suoi vecchi.
Grazie, Ragusa!”

Alla manifestazione hanno partecipato anche il vice sindaco con delega alla Polizia Municipale Massimo Iannucci, il Comandante del Corpo Giuseppe Puglisi e la squadra dei suoi più diretti collaboratori tra cui il Maggiore Rosalba Lucenti ed il Capitano Umberto Ravallese. Nel corso del Forum sono intervenuti il sindaco Federico Piccitto, l’assessore alla pubblica istruzione Gianluca Leggio ed il presidente del Consiglio Comunale Antonio Tringali.

Al termine della cerimonia gli amministratori hanno consegnato agli alunni gli attestati di partecipazione ai corsi di educazione stradale svoltisi nel corrente anno scolastico.

+ Approfondimenti
In questa foto il piccolo Aylan appare sorridente insieme al fratellino Galip, 5 anni, annegato anche lui durante il naufragio dell’imbarcazione. Pure la loro madre Rihan, 35 anni, è stata risucchiata dal mare mentre il padre è sopravvissuto.

La famiglia di Aylan era di origini curde. A Kobanê, la città strappata all’Isis proprio dall’esercito curdo, la paura e la miseria erano all’ordine del giorno. Per questo motivo i genitori di Aylan avevano deciso di fuggire con l’obiettivo di raggiungere un posto sicuro dopo che il Canada aveva rifiutato loro la domanda di asilo. Quel tratto di mare tra Bodrum e Kos ha distrutto per sempre la loro speranza.

a cura di Kewin Lo Magno


Autore

"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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