Cultura

Pubblicato il 15 Giugno 2017 | di Saro Distefano

0

Teatro sperimentale, va bene ovunque ma non su quel palco

Per “I sette contro Tebe” solo mugugni e commenti negativi. Per “Le Fenicie” invece un vero e proprio coro di dissenso, forte, quasi unanime.

Nella edizione 2017 delle rappresentazioni classiche a Siracusa pochissimi gli spettatori che hanno mostrato approvazione per le due tragedie messe in scena. Per quanto bravi gli attori protagonisti e il coro, per quanto ben fatte le scene, in moltissimi non hanno sopportato vedere soldati dell’ottavo secolo avanti Cristo vestiti da militari della Guardia di Finanza, o ascoltare il messaggero che parla in perfetto siciliano, anche se solo per brevi parti del testo originariamente in greco antico.

Appare evidente che la critica non è allo sperimentalismo nel teatro, cosa, anzi, sempre ben accetta. Il problema consiste nel fatto che il teatro sperimentale non può, a giudizio di chi scrive e di moltissimi altri, essere rappresentato nel tempio del classicismo. Ben vengano costumi moderni e linguaggi misti, ma dove si vuole, a Milano allo “Strehler” per esempio, ma non nell’antichissimo teatro che guarda al porto grande dove siracusani e ateniesi si scannarono rendendo rosso il mare del golfo chiuso dal Plemmirio.

A Siracusa il teatro antico deve ospitare rappresentazioni classiche, e le sirene moderniste dalle quali si lasciano irretire gli organizzatori dovrebbero cortesemente rimanere fuori.

E ovviamente non si pensa che tali mosse possano ricondursi a semplice marketing, per due ovvi motivi: il primo perché sarebbe davvero strano, posto che luoghi per fare teatro sperimentale non ne mancano, e il secondo perché mantenendosi sulla linea della tradizione si farebbero affari assai maggiori, posto che a Siracusa tra maggio e giugno va chi ha piacere di assistere alle tragedie, che altrimenti si potrebbe benissimo risparmiare i quaranta e spicci euro del biglietto e rimanersene a casa davanti la televisione. Quella dove sono assurti a ruolo di star i comici palermitani Ficarra e Picone che, guarda caso, quest’anno a Siracusa si esibiranno col testo di Aristofane, “Le Rane”. Dove? Al teatro greco.


Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna Su ↑