Pubblicato il 19 Giugno 2017 | di Redazione
0Custodire le relazioni: la posta in gioco delle “Disposizioni anticipate di trattamento”
Il Gruppo di studio sulla bioetica di Aggiornamenti Sociali, rivista nazionale dei gesuiti, ha espresso un giudizio positivo sul progetto di legge relativo alle DAT (Disposizioni anticipate di trattamento), dichiarando che «pur suscettibile di miglioramenti, la sua approvazione dovrebbe essere considerata un passo avanti».
Nelle scorse settimane il Parlamento ha riaperto la discussione sulle disposizioni anticipate di trattamento (DAT): la Camera dei Deputati ha approvato un progetto di legge che è ora all’esame del Senato. Il Gruppo di studio sulla bioetica di Aggiornamenti Sociali – rivista dei gesuiti – ha ritenuto opportuno analizzarne il contenuto, a prescindere dall’esito dell’iter di approvazione, legato anche alla possibilità di una conclusione anticipata della legislatura.
La valutazione del Gruppo, pubblicata integralmente sul sito della rivista, è che «il testo approvato dalla Camera contenga numerosi elementi positivi e rappresenti un punto di mediazione sufficientemente equilibrato da poter essere condiviso».
Nella consapevolezza che le questioni legate alla fine della vita suscitano accesi contrasti nella nostra società, abitata da un forte pluralismo morale, il documento afferma che «il progetto di legge promuove la consapevolezza della complessità delle questioni, afferma il principio del consenso ai trattamenti e il rifiuto di ogni irragionevole ostinazione terapeutica, imposta una relazione tra medico e paziente centrata sulla pianificazione anticipata delle cure, non presta il fianco a derive nella direzione dell’eutanasia. Pur suscettibile di miglioramenti, la sua approvazione dovrebbe essere considerata un passo avanti».
Il testo esplicita poi alcune considerazioni di fondo a sostegno di questa posizione, ricordando anzitutto che le riflessioni proposte si collocano a un livello etico, il quale, al di là degli schieramenti partitici, è implicato nel dibattito politico e giuridico sulle DAT. Il documento del Gruppo di Bioetica ricorda poi che «la medicina è, fondamentalmente, relazione di cura. Il progetto di legge sembra assumere un orientamento che supera il tradizionale paternalismo, senza cadere negli eccessi di una autonomia assoluta, ma promuovendo l’efficacia della relazione di cura grazie a scelte condivise».
A proposito della controversa questione relativa alla nutrizione e idratazione artificiali (NIA), che il progetto di legge include fra i trattamenti che possono essere rifiutati nelle DAT o nella pianificazione anticipata, il documento sottolinea che «nella riflessione cattolica si è spesso affermato che questi mezzi sono sempre doverosi; in realtà, la NIA è un intervento medico e tecnico e come tale non sfugge al giudizio di proporzionalità. Né si può escludere che talvolta essa non sia più in grado di raggiungere lo scopo di procurare nutrimento al paziente o di lenirne le sofferenze. Il primo caso può verificarsi nella malattia oncologica terminale; il secondo in uno stato vegetativo che si prolunga indefinitamente, qualora il paziente abbia in precedenza dichiarato tale prospettiva non accettabile. Poiché non si può escludere che in casi come questi la NIA divenga un trattamento sproporzionato, la sua inclusione fra i trattamenti rifiutabili è corretta».