Vita Cristiana

Pubblicato il 21 Giugno 2017 | di Mario Cascone

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Consacrati nell’unzione dello Spirito

Tutta la vita di Gesù si svolge sotto l’azione dello Spirito Santo. Egli è concepito nel grembo verginale di Maria per opera dello Spirito Santo. Parla e agisce con la potenza dello Spirito Santo, perché, come egli stesso dice nella sinagoga di Nazareth, lo Spirito del Signore è su di lui e lo consacra Messia di tutte le genti (Lc 4,18). Tutto ciò trova una conferma solenne nella scena teofanica trinitaria del Battesimo di Gesù al Giordano: qui egli viene proclamato Figlio prediletto del Padre ed è consacrato dallo Spirito, che si posa su di lui sotto forma corporea di colomba (Lc 3,21-22). Gesù è infatti il “Cristo”, ossia l’ “Unto”, il “Consacrato” con l’unzione profetica, sacerdotale e regale dello Spirito. In quest’azione consacratoria è all’opera tutta la Trinità: Sant’Ireneo infatti spiega che in quella circostanza “il Padre unse, il Figlio fu unto e lo Spirito Santo fu la stessa unzione”.

Quest’unzione consacratoria è per tutti noi, come ci spiega Sant’Atanasio: “Era a noi che era destinata la discesa dello Spirito Santo su Gesù nel Giordano. Essa era per la nostra santificazione, affinchè fossimo partecipi della sua unzione e di noi si potesse dire: non sapete che siete tempio di Dio e lo Spirito santo abita in voi?”. Nel Battesimo al Giordano Gesù viene unto o consacrato come Capo di tutto il Corpo mistico, che è la Chiesa. Quest’unzione discende, come olio profumato, dal Capo a tutte le membra del Corpo. E discende non solo “dopo” la morte e risurrezione di Gesù, ma “a causa” di essa. Per farci capire in modo semplice questo mistero d’amore Sant’Ireneo scrive che lo Spirito doveva “abituarsi” a stare tra gli uomini, e per farlo doveva trovare una dimora in cui “riposarsi”. Questo “luogo” in cui lo Spirito si è raccolto è l’umanità purissima di Gesù, l’unica carne umana non contaminata dal peccato. Lo Spirito vi si è raccolto come un unguento profumato in un vaso di alabastro: qui è chiara l’allusione all’episodio narrato in Gv 12, 1-8, cioè l’unzione di Betania, quando si narra che Maria, sorella di Lazzaro, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, aveva cosparso con esso i piedi di Gesù. Tutta la casa si era così riempita del profumo di quell’unguento. Ebbene, S. Ireneo conclude che il “vaso di alabastro” contenente quest’olio profumato, che è lo Spirito, è Gesù: sulla croce questo “vaso” si è rotto e l’unguento-Spirito è fuoriuscito, riempiendo del suo profumo tutta la Chiesa. Su di noi si è riversato così il crisma di consacrazione, che nel Battesimo ci ha fatti diventare sacerdoti, re e profeti.

 


Autore

Sacerdote dal 1981, attualmente Parroco della Chiesa S. Cuore di Gesù a Vittoria, docente di Teologia Morale allo studio Teologico "San Paolo" di Catania e all'Istituto Teologico Ibleo "S. Giovanni Battista" di Ragusa, autore di numerose pubblicazioni e direttore responsabile di "insieme".



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