Vita Cristiana

Pubblicato il 31 Ottobre 2017 | di Mario Cascone

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Sempre più Chiesa in uscita che dona la gioia del Vangelo

La recente assemblea pastorale diocesana è stata incentrata sul tema della Chiesa in uscita, ripreso chiaramente dalla “Evangelii gaudium” di Papa Francesco e calato nella nostra realtà locale, attraverso i gruppi di studio, ai quali hanno partecipato i delegati di tutte le nostre parrocchie.

Per capire quale significato dare all’espressione “ Chiesa in uscita” è utile rifarsi direttamente alle parole di Papa Francesco. Al n. 20 della “Evangelii gaudium” egli afferma che bisogna « uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo». Concretamente questo si traduce in un cammino, che consiste nello scandire cinque verbi: prendere l’iniziativa, coinvolgersi, accompagnare, fruttificare e festeggiare (n. 24).

Si tratta anzitutto di prendere l’iniziativa, cioè di fare il primo passo, di andare incontro ai fratelli, senza aspettare che siano essi a venire in Chiesa . Questo significa avere il coraggio di osare e di uscire fuori dal tempio per andare incontro alle persone nei luoghi in cui vivono, avendo una particolare cura per quelli che vivono nelle periferie esistenziali.

In secondo luogo lo sforzo di essere una Chiesa “estroversa” si traduce nel coinvolgersi, cioè nel cercare di «assumere la vita umana, toccando la carne sofferente di Cristo nel popolo». Per usare un’altra espressione ricorrente nel linguaggio di Francesco lo sforzo di coinvolgersi significa accorciare le distanze, vivendo in mezzo ai fratelli e portando in sé «l’odore delle pecore».

La Chiesa in uscita è poi quella che sa accompagnare il cammino di fede di ciascuna persona, cercando di avere pazienza e di attendere il ritmo di crescita di ognuno. Con una sana “sopportazione apostolica” il nostro impegno pastorale deve tener conto dei limiti di ognuno e deve sforzarsi di capire qual è il passo successivo che il fratello può fare in una determinata situazione. Accompagnare perciò è sinonimo di usare misericordia.

In quarto luogo l’impegno a realizzare una Chiesa in uscita consiste nel fruttificare, ossia nel costante tentativo di portare frutto e di guardare ai frutti, prendendosi cura del grano e non perdendo la pace per la zizzania, che pure è presente nel campo del mondo. Quest’impegno pastorale consiste anche nel vedere i frutti imperfetti o incompiuti, al fine di valorizzarli e, se è possibile, portarli al compimento.

Infine la Chiesa estroversa si caratterizza per la sua capacità di festeggiare, celebrando ogni piccola vittoria, ogni passo in avanti nel campo dell’evangelizzazione. La capacità di festeggiare non può non tradursi anche nel valorizzare la bellezza delle celebrazioni liturgiche, nelle quali la Chiesa esprime il suo carattere di popolo sacerdotale, che per Cristo e nello Spirito Santo rende onore e gloria al Padre celeste.

Tutto questo esige un improrogabile rinnovamento ecclesiale, ossia una volontà chiara di cambiare la nostra mentalità e le nostre strutture pastorali. Scrive Papa Francesco al n. 27 della “Evangelii gaudium”: «Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione nel mondo attuale, più che per l’autopreservazione». Una delle più gravi minacce all’evangelizzazione nel nostro tempo è, secondo il Papa, “il grigio pragmatismo della vita quotidiana della Chiesa, nel quale tutto apparentemente procede nella normalità, mentre in realtà la fede si va logorando e degenera in meschinità… Si sviluppa così la psicologia della tomba, che a poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo” (n. 83).

In ultima analisi una Chiesa in uscita è quella capace di donare agli altri la gioia del Vangelo, che noi per primi abbiamo assaporato. Si tratta perciò di recuperare e accrescere il fervore, la dolce e confortante gioia di evangelizzare, anche quando occorre seminare nelle lacrime. Ecco l’auspicio del Papa: «Possa il mondo del nostro tempo ricevere la Buona Novella non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi, ma da ministri del Vangelo la cui vita irradii fervore e che abbiano per primi ricevuto in loro la gioia del Cristo».

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Autore

Sacerdote dal 1981, attualmente Parroco della Chiesa S. Cuore di Gesù a Vittoria, docente di Teologia Morale allo studio Teologico "San Paolo" di Catania e all'Istituto Teologico Ibleo "S. Giovanni Battista" di Ragusa, autore di numerose pubblicazioni e direttore responsabile di "insieme".



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