Approfondimenti

Pubblicato il 14 Dicembre 2017 | di Luciano Nicastro

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Il Saluto semplice di Padre Vito Bentivegna

Sacerdote di dialogo, pastore  instancabile e maestro profondo e leggero, in servizio permanente. Non si può dire di Lui che ci ha lasciati perché non era solito lasciare o abbandonare chi viveva nella sofferenza fisica e psichica, morale e spirituale. Era infatti sempre vicino e prossimo ad ogni uomo o donna in difficoltà; non si può nemmeno dire di Padre Bentivegna che è uscito di scena perché non si preoccupava tanto di apparire quanto di essere, di amare tutti e non tanto di essere amato e rispettato per il ruolo centrale. Aveva scelto non la povertà ma di essere evangelicamente povero e semplice, come un fraticello “minimo” che non smette di essere, con il suo garbo, un fratello e un amico. Tutti si fidavano di Lui e confidavano nell’aiuto  serio e autentico che potevano ricevere dalla  sua presenza, discreta e rispettosa, leggera e maieutica. Tutti erano “santamente “orgogliosi di appartenere spiritualmente” alla sua  parrocchia e alla sua vasta e impegnativa  missione sacerdotale e pastorale. Ognuno poteva dire di averlo sempre avuto accanto nella buona e nella cattiva salute,nella gioia e nel dolore. Per più di 60 anni ha servito tutti come Pastore Buono e Fedele, sempre disponibile e accogliente, dolce e umile, pronto a camminare con il suo stile e “passo” di “piccolo prete” chiunque avesse bisogno di una luce per capire e di una Buona Parola per continuare a vivere da uomo e da cristiano sulle strade di Emmaus del nostro territorio. E’ stato una grande personalità di Uomo e di Intellettuale,di Assistente e di Maestro,sia delle Insegnanti di Scuola Materna che di quelli delle Elementari; Studioso di diritto canonico ha avuto ruoli e responsabilità fondamentali nel Tribunale Ecclesiastico Regionale e diocesano e ha formato i collaboratori e influito sulla qualità del servizio a partire dal criterio fondamentale secondo il quale l’essenza di ogni sofferenza non è semplicemente la malattia ma soprattutto “l’uomo che soffre” e il Signore Risorto è colui che “ben conosce il soffrire”. Sacerdote di Dio,uomo giusto e semplice,intellettuale profondo e maestro chiaro e coraggioso,uomo del Concilio Vaticano 2°, è stato anche prete di confine e co-protagonista sobrio di una vicenda umanissima e significativa di  un “68° di provincia” a Ragusa. Da presidente provinciale della GIAC fui con Padre Salvatore Tumino e don Giovanni Rollo quelli che concorsero con Padre Bentivegna ad offrire ai giovani studenti di Ragusa un cenacolo spirituale,morale e culturale da cui nacque una vera e propria fucina di intellettuali e uomini di fede,di cristiani accanto a uomini e giovani alla ricerca del senso della fede nel passaggio morale della contestazione studentesca e operaia sia del ’68 che dell’autunno caldo del ’69. La vicenda singolare e l’assassinio di Giovanni Spampinato furono un dolore collettivo e una occasione di testimonianza umana,cristiana e pedagogica di quel cenacolo di intellettuali ragusani che ruotavano attorno alla rivista “Dialogo” fondata da Luciano Nicastro, Padre Vito Bentivegna, Giorgio Flaccavento, Renzo Lo Presti, Giovanni Firrito e tanti altri….. Quel gruppo di animazione culturale era impegnato sia sul piano della autenticità della fede sulla via del Concilio che sulla scelta anticapitalista in un confronto serrato fra marxismo e cristianesimo, rinnovamento spirituale e democratico della vita politica. La rivista fu una scuola di dialogo e di promozione umana e cristiana. Possiamo dire che due giovani professori: Luciano Nicastro e Giorgio Flaccavento ne erano i due riferimenti nel mondo della scuola e della cultura ragusana. La rivista non si deve confondere con una successiva ripetizione del titolo della testata “dialogo”,fatta sorgere a Modica da Piero Vernuccio e che aveva ben altre finalità culturali,politiche e morali. Padre Bentivegna ne costituiva l’anima dialogica, libera e responsabile, il terreno fecondo di spiritualità e di fraternità: il sacerdote e l’uomo del dialogo senza clericalismi né integrismi. Anche recentemente,negli ultimi anni, parlandone ancora  con lui, come in un revival, Padre Vito ricordava con cuore di Sacerdote e di Maestro quella stagione profetica e conciliare della Chiesa Ragusana e  del laicato cattolico ragusano come di una coraggiosa lezione “storica” da ricomprendere e rivisitare perché in essa c’è la più bella eredità spirituale,morale e culturale di impegno di laici cristiani e cattolici con un Sacerdote di confine e maestro di fede che insieme ad altri sacerdoti e religiosi francescani furono  seme buono  del futuro della nostra Comunità civile e Cristiana.

Il saluto benedicente e testimoniale di Padre Vito Bentivegna ne costituisce ancora oggi  un memoriale di metodo e di scopo. Anche per questo diciamo con forza e sincerità:

Padre Vito Bentivegna resta ancora con noi, sempre come allora!


Autore

Luciano Nicastro Laureato in Filosofia alla Cattolica di MILANO e in Sociologia alla Università degli Studi di URBINO, è stato per molti anni professore di filosofia e storia al Liceo Scientifico “E. Fermi” di Ragusa. Filosofo e Sociologo di orientamento “mounieriano”. Ha insegnato storia della filosofia e storia della sociologia. Docente di Antropologia filosofica presso l’Istituto Teologico Ibleo di Ragusa, è stato docente di Sociologia delle Migrazioni e di soc. dell’educazione alla LUMSA di Roma – sede di Caltanissetta; è stato altresì docente di Domande Filos. Contemp., di filos. della Religione e filosofia politica alla Facoltà Teologica di Sicilia a PALERMO. Consigliere Nazionale delle Acli, ha fatto parte della Associazione “Agostini Semper” tra i laureati della Cattolica di Milano ex alunni del Collegio Augustinianum, militante del MEIC (movimento ecclesiale di impegno culturale), della Lega Consumatori ed Utenti. Ha pubblicato diversi libri, articoli e ricerche di filosofia, psicologia, sociologia, teologia e psicopedagogia oltre che sui temi della scuola, del lavoro, della famiglia e della condizione meridionale e sulla nuova questione giovanile…



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