Cultura

Pubblicato il 3 Gennaio 2018 | di Redazione

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A Modica la mostra “Incisioni” di Sandro Bracchitta

20 anni dell’arte del maestro incisore Sandro Bracchitta raccontata nella mostra “Incisioni”. Inaugurata all’ex Convento del Carmine a Modica, la personale è promossa dalla fondazione Teatro Garibaldi. Oltre trenta opere esposte ed un’installazione site specific, fino al 4 Febbraio.

Venti anni di attività racchiusi nella mostra “Incisioni” del maestro Sandro Bracchitta, è inaugurata all’ex Convento del Carmine a Modica. Più di trentacinque opere di grandi dimensioni realizzate tra il 1997 e il 2017 ed un’installazione site specific che raccontano le varie fasi creative di uno dei massimi esperti dell’arte incisoria. Promossa dalla Fondazione Teatro Garibaldi e patrocinata dall’Accademia di Belle Arti di Palermo e dalla Fondazione Umberto Mastroianni di Arpino che la ospiterà il prossimo Luglio, la personale è curata dal critico d’arte Paolo Nifosì e dal sovrintendente Tonino Cannata; il catalogo, in italiano e in inglese, è invece a cura di Salarchi Immagini, con testi critici di Paolo Nifosì, Loredana Rea e Daniela Vasta. Prima dell’opening, la presentazione della mostra all’auditorium Floridia, alla presenza del sindaco di Modica, Ignazio Abbate, dei curatori e dello stesso Bracchitta.

Un lungo percorso artistico che rivive nelle opere esposte: la ricerca sulla materia e sul colore degli anni Novanta che ben presto cede il passo al segno a puntasecca che interviene su una lastra di zinco o di rame in cui a primeggiare è la componente naturale. Pochi anni dopo fanno il loro ingresso nuovi elementi: la ciotola, l’imbuto, la calle, forme che accolgono, contengono, ricevono.

La ciotola semplice come “contenitore che attraversa la storia e che ci porta alla preistoria, a condizioni primordiali in cui l’uomo comincia a differenziarsi come specie – spiega il critico Nifosì – ed è per questo che la ciotola la rende rossa, il colore della vita, del sangue, di tutto ciò che è energia”. Ed ancora la foglia, i rami, il blu intenso che interviene sul foglio contornato di nero. Dal mondo vegetale si aggiunge un fiore, la calle di colore bianco, a forma di calice con dentro un robusto pistillo ad individuare il femminile e il maschile.

Dei primi anni Duemila è il ciclo “La luce del vulcano”, riferito all’Etna, ed ancora la lunga veste femminile e la sedia. “Così come la ciotola, l’imbuto, la calle, la veste – continua Nifosì – contiene l’idea universale della donna, una sorta di Dea madre, resa partoriente generatrice di vita, possibile anche di riconoscimento di infertilità, di negazione della vita. La sedia è una pausa, un riposo, un abbondonarsi: è luogo dell’attesa, della speranza; ma anche questo elemento contiene un dato di ambiguità: è resa con tre gambe e non con quattro a indicare l’instabilità e l’incertezza”.

Ultima a comparire è la casa che nella sua evoluzione passa da una struttura primordiale, un reticolo di ossa, a parallelepipedo con tetto a due falde, senza porte e senza finestre a voler essere contenitore della vita, del nostro io più profondo: “luogo apparentemente sicuro, reso in rosso, in bianco, in ferro ma anche con una patina d’oro; luogo il più prezioso, il più sicuro – conclude il critico – ma solo in apparenza, perché anche quel luogo può svanire, può disintegrarsi”. Gli ultimi lavori, realizzati in Cina, coniugano le precedenti forme simboliche, sperimentando nuovi materiali, come le lastre di alluminio al solfato di rame.

Forme, colori, per un’arte che è musica, come sottolinea la critica d’arte Loredana Rea: “Ogni foglio inciso da Bracchitta – commenta – si offre allo sguardo con la straordinaria complessità di una partitura sinfonica, orchestrata con la naturale sapienza di chi conosce anche i più profondi recessi di un linguaggio capace come nessun altro di coniugare tradizione e sperimentazione”. Un grande appuntamento per la città di Modica che ospiterà la mostra fino al prossimo febbraio: “Si tratta di proposta nuova per le sale espositive del Convento del Carmine – interviene il sindaco Ignazio Abbate – Ancora una volta con questa mostra, nella scelta dei curatori Tonino Cannata e Paolo Nifosì, si vuole stabilire un legame tra la vita e la creatività dei nostri luoghi e quella di altre culture in un mondo in cui le distanze vengono annullate grazie ad una maggiore semplificazione delle comunicazioni, unificando ulteriormente il mondo dell’arte”. Orgogliosa anche la Fondazione Teatro Garibaldi di Modica che inserisce la personale di Bracchitta in un progetto più ampio: “In questi anni la Fondazione – spiega il sovrintendente Tonino Cannata – ha voluto omaggiare gli artisti siciliani e il loro genio creativo. Con “Incisioni” oggi rendiamo un tributo alla grande arte di uno dei figli della terra iblea più apprezzati al mondo”. Da sottolineare la presenza di un interessantissimo video, realizzato dal regista Andrea Traina, che introduce virtualmnente lo spettatore direttamente nello studio di Bracchitta. In pochi minuti si assiste alla nascita delle sue opere attraverso appunto il metodo dell’incisione.

La personale resterà allestita fino al 4 febbraio. Gli orari di visita sono: martedì-venerdì 16/20; sabato e domenica 10/13 – 16/20; lunedì chiuso.[/alert

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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