Vita Cristiana

Pubblicato il 23 Gennaio 2018 | di Saro Distefano

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I 45 anni di scoutismo del Ragusa 2

A conti fatti sono almeno dieci generazioni di giovani ragusani ad avere indossato il fazzolettone nero con le strisce rosse e gialle.

È il simbolo immediato dell’appartenenza al gruppo Ragusa 2 dell’Agesci, l’Associazione delle Guide e Scout cattolici Italiani. Era infatti il 1972 quando un gruppo di “capi” decise di staccarsi dal più antico Gruppo Ragusa (che divenne in quel momento il Ragusa 1) per fondare un nuovo gruppo (sarebbe poi arrivato anche, ma in anni più recenti, il Ragusa 7). Prima presso i locali della Chiesa dell’Angelo, poi, per tantissimi anni, nei locali annessi alla chiesa del Carmelo, e da oltre un decennio nel cortile retrostante la parrocchia di San Luigi Gonzaga, nella omonima periferica contrada che segna il confine ovest della città.

Gli scout cattolici sono presenti a Ragusa da oltre novanta anni (un loro capo, la professoressa Antonella Cascone, pubblicò un interessante volume memorialistico in occasione del compleanno) e fatta eccezione per il periodo fascista quando il regime dichiarò illegali le associazioni giovanili che non fossero quelle previste dal partito unico, sono sempre stati attivi e molto coinvolti nelle dinamiche collettive del capoluogo di provincia.

Mentre si scrive, al Reparto Ragusa 2 sono trentacinque i “lupetti (dagli 8 ai 12 anni) trenta gli esploratori e le guide (ragazzi e ragazze dai 13 ai 16 anni), otto i “novizi” (sedicenni in attesa di passare al “clan” dove staranno fino ai 20 anni insieme agli attuali venti scout) e poi una ricca pattuglia di “capi”, ovvero scout che hanno concluso il loro percorso previsto dal regolamento per rimanere però nell’ambito della comunità con compiti più o meno coinvolgenti nel reparto di stanza a San Luigi con l’assistenza spirituale di padre Luca Tuttobene.

Le tante cerimonie, i totem e i gagliardetti, l’uniforme, sono retaggio di un secolare passato voluto dall’inglese Sir Robert Baden-Powell (il generale inglese fondatore – centodieci anni fa – dello scoutismo internazionale), ma gli scout oggi sono attualissimi, legati alla realtà. Si organizzano per far vivere ai piccoli il sano rapporto con la natura (stare una settimana in un campo estivo, dormendo in tenda e cucinando da se è una esaltante esperienza per ragazzini normalmente iperconnessi col web ma con radi contatti con le forze naturali) e però sono anche volontari in tante iniziative diocesane, e le parrocchie di riferimento possono contare sulle camicie azzurre quando c’è da dare una mano ai bisognosi.

Dell’antica tradizione scoutistica, italiana e siciliana, il Ragusa 2 è oggi un degno erede, e negli incontri regionali con migliaia di ragazzi e ragazze, non mancano mai nelle zone alte delle classifiche delle gare finalizzate, appare evidente, alla migliore crescita possibile della personalità di giovani adulti sempre pronti a sorreggere il più debole, dentro e fuori dal “gruppo”. E siccome, come a loro piace ripetere spesso, “Semel scout semper scout”, c’è da augurarsi che molti di loro, da adulti, siano virtuosi esempi da imitare e seguire.

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Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



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