Cultura

Pubblicato il 24 Gennaio 2018 | di Redazione

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I frutti di un incontro casuale tra un artista e un sacerdote a Ragusa

Prima alla chiesa della Badia a Ragusa, poi a Vittoria alla Galleria Edonè e adesso a Modica a Palazzo Grimaldi, l’Arte diventa messaggio spirituale e testimonianza di fede e cultura.

Dove si trova via Natalelli? Con questa domanda fatta in piazza Libertà (la via che delimita la Valle dell’Irminio è proprio lì accanto ma non facile da trovare) inizia nel marzo di quest’anno una amicizia e una avventura soprannaturale tra il poliedrico e tormentato artista Emanuele Leone e Padre Ciarcià da poco tornato a Ragusa dopo anni di ministero a Milano.

Emanuele Leone, pittore e artista di antica data (già attivo negli anni ’80 a Vittoria dove è nato, ma poi migrato in Spagna dove conobbe fama e successo più di vent’anni  fa) veniva da un lungo periodo di esperienze nel campo della mistica conventuale e del volontariato cristiano che avevano dato alla sua personalità (e dunque alla sua vena artistica) la maturità e il senso di frustrazione e fragilità che solo l’incontro con Dio e con la miseria umana riesce a dare.

Ho avvertito subito un tormento interiore che mi ha portato ad andare oltre la semplice richiesta di orientamento tra le vie della città e fissare un appuntamento per un colloquio sereno e approfondito. Trovai tante ferite ancora aperte e un enorme desiderio di  comunicazione e di  rinascita, quasi come un bimbo che messo alla luce in un mondo per lui nuovo dopo il conforto del grembo materno, come prima cosa piange, un pianto che segna l’inizio di una nuova vita. Ciò che mi ha convinto a collaborare con lui e a investire sul suo talento è stato però soprattutto la sua autenticità in un mondo in cui purtroppo più che persone si incontrano maschere (i termini sono sinonimi dal punto di vista semantico ma è ben diverso ciò che significano).  Nasce così prima il progetto di una mostra  nella antica chiesa della Badia –grazie alla sensibilità e alla gentilezza dell’ing. Franco Antoci, curatore  della chiesa da tempo chiusa al pubblico- sul tema della Risurrezione (si era nel tempo di Pasqua) che è rinascita e superamento, con il titolo significativo “Dal Nero al Bianco”, poi dopo alcune rappresentazioni in piazza (sempre sul tema della Creazione e della rinascita spirituale) sia a Ibla (San Giorgio) che a Ragusa (Piazza San Giovanni  e Piazza Cappuccini), una  prima Personale (titolo: “Dal Visibile all’Invisibile”) nella città natale di Vittoria alla Galleria Edonè e quindi  proprio in questi giorni un’altra a Palazzo Grimaldi di Modica (titolo: “Ipotesi d’Amore. L’Uomo legato ai sogni”). In poco più di sei mesi una quantità di lavoro, di contatti, di delusioni e di incoraggiamenti, impossibile da raccontare e solo spiegabili con l’entusiasmo di chi non lavora per sé ma “per conto di Dio”.

Il momento più bello? Forse quello della sera del 6 maggio, un sabato, quando dopo l’inaugurazione della mostra alla Badia –snobbata dalle autorità civili ed ecclesiastiche, ma con una discreta presenza di pubblico- ormai a tarda sera, iniziano ad arrivare gruppetti e coppie di turisti e soprattutto di giovani incuriositi nel vedere quella  bella chiesa barocca ancora aperta e illuminata. Erano visite estemporanee, ma che poi diventavano interessanti dialoghi di vita e testimonianze di  fede e che si sono protratte ben oltre la mezzanotte! Abbiamo visto in ciò il segnale che eravamo sulla strada giusta, che l’arte –quando sfocia dalla vita esperienziale- attira e coinvolge soprattutto i giovani, anche i più distratti. Non è stato sempre così, ci sono stati spettacoli andati quasi deserti e giornate buie come quelle della breve esperienza al Santuario delle Lacrime di Siracusa dove per vari fraintendimenti ed equivoci non solo siamo stati accolti molto freddamente –nonostante gli accordi previi- ma la fatica e le contrarietà ci hanno portato proprio il giorno della  inaugurazione a litigare furiosamente tra noi due. Ce ne siamo detti di tutti i colori e sembrava che il nostro progetto (e la nostra amicizia) fosse finito lì, poi dopo una inaugurazione alla presenza di un centinaio di persone e della stessa Assessora Comunale all’Istruzione e alla Cultura, ci siamo abbracciati e abbiamo  continuato il cammino con una maggiore consapevolezza dei nostri limiti e miserie, ma anche con una fiducia rinnovata in Dio. Litigare fa bene non solo nella coppia, ma anche sul lavoro, perché fa venire fuori ciò che non si direbbe mai in momenti di serenità, ma che fa parte di noi e in qualche modo cementa l’unione perché ti  fa conoscere per quello che sei con i  tuoi difetti che sono le ombre che fanno risaltare i pregi e che vanno amati anch’essi  se l’amore (o l’amicizia) è autentico!

In questi mesi abbiamo imparato molto, non solo su di noi e sul modo di collaborare, ma anche sulla nostra città che ha grandi potenzialità (non parlo solo dei monumenti, ma delle persone!) però assomiglia alla Bella Addormentata della favola, che solo un bacio di sincera ammirazione e di vero amore potrà svegliare. E’ un compito che sicuramente supera le nostre forze -ci siamo detti- tuttavia siamo convinti che i nostri tentativi e slanci di questi mesi, anche se spesso andati a vuoto, hanno contribuito almeno a dare un pizzicotto alla Bella Addormentata e forse il Principe Azzurro non si farà attendere troppo; abbiamo fiducia in Dio, nella Chiesa (quest’anno ci sarà il Sinodo sui giovani voluto da Papa Francesco)  e anche nella Società chiamata tra poco a esprimere i suoi rappresentanti sia a livello nazionale che locale (non parlo di politica ma di persone, Emanuele ed io abbiamo trovato nelle strutture vitali del nostro Comune gente squisita e competente che cercava veramente il bene della Città al di là di ogni appartenenza politica). Come dice il saggio “chi vivrà vedrà”!

Di Don Giovanni Ciarcià

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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