Politica

Pubblicato il 1 Marzo 2018 | di Alessandro Bongiorno

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La parola a noi, il 4 marzo un voto di responsabilità

Per il Sud, l’Italia, l’ Europa il mondo intero.

Ora tocca a noi: Il 4 marzo spetterà a ciascuno di noi indirizzare l’Italia verso l’orizzonte che più sentiamo nostro. Lo strumento è quello del voto.

Tracciando una X sulla scheda, abbiamo l’opportunità di dire quale politica riteniamo a noi più vicina, più omogenea ai nostri valori, più meritevole di essere sostenuta.

Gli scenari

Piangiamo ancora le conseguenze di una crisi che ci ha resi tutti più poveri e più precari. Molti Paesi dell’ Europa e le regioni più evolute del nostro Paese vedono già l’uscita da questo tunnel. Al Sud, e soprattutto in Calabria e Sicilia, la ripresa si fa ancora fatica a scorgerla. Gli elettori di alcuni Paesi hanno affidato la rabbia scaturita da questa crisi a partiti e governi di destra e di estrema destra che identificano nell’ Europa e negli immigrati l’inizio di ogni male. Gli elettori di altri Paesi (come Germania e Francia) hanno deciso invece che solo con un’ Europa più forte ci potrà essere una nuova stagione di crescita, sviluppo, lavoro, di relazioni internazionali più forti e più stabili. Sinora l’Italia ha scommesso sull’ Europa e oggi la sua voce è tenuta in grande considerazione. Peccato che la Sicilia finisca ancora con il restituire le ingenti risorse destinate alle regioni meno sviluppate per l’incapacità della classe politica e dirigente a utilizzarli. Oggi, dobbiamo decidere se affiancare Francia e Germania nel processo di modernizzazione dell’Europa, portando con sempre maggior forza le esigenze dei paesi mediterranei (Italia, Spagna e Grecia) che sinora hanno pasticciato un po’, o se seguire Austria e Polonia in percorsi dettati dalla rabbia per le tante delusioni subite in passato ma che appaiono con poca forza per il futuro.

Il Sud

Oggi il Sud può rappresentare la cattiva coscienza di chi ha ritenuto che impresa e finanza (senza la politica) potessero portare a tutti gioia e felicità esentasse. Questa politica ha reso più forte chi già forte era e lasciato indietro tutti gli altri. Solo la (buona) politica può correggere questa stortura. Oggi il Sud ha bisogno di un’Italia forte e credibile, di un’ Europa dei cittadini e del lavoro. L’Italia furbetta, l’ Europa delle banche, le imprese che truffano su contributi e finanziamenti, i sindacati che tutelano non i lavoratori ma chi ha poca voglia di lavorare, i politici corrotti o semplicemente scarsi,  i falsi invalidi non possono più avere diritto di cittadinanza. Occorre voltare pagina. Su molti di questi meccanismi possiamo incidere come cittadini, in altri come elettori.

I cattolici

Non c’è più un partito dei cattolici ma ci sono scelte su cui i cattolici hanno idee modernissime che affondano le radici in valori che non cambiano. La vita, la famiglia, la giustizia, la democrazia, la pace, la solidarietà, il lavoro, la scuola, l’accoglienza sono valori e principi sui quali anche i non cattolici possono facilmente ritrovarsi perché dettati non dalla Dottrina sociale della Chiesa ma dal buonsenso. Spetterà ai cattolici presenti in tutti gli schieramenti trovare i canali di dialogo più efficaci con tutti gli uomini di buona volontà per aiutare l’Italia a compiere significativi passi avanti.

La parola a noi

Domenica 4 marzo voteremo per il Parlamento. Voteremo senza farci illudere dai mercanti di illusioni e provando a trovare tracce di bene comune in uomini e programmi. Voteremo anche per decidere a quale modello di Europa affidare le prospettive dell’Italia e del Sud. E le speranze di chi arriva ancora in Europa da patrie lontane e vuole ricominciare una vita più degna di essere vissuta.

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Autore

Giornalista, redattore della Gazzetta del Sud e condirettore di Insieme. Già presidente del gruppo Fuci di Ragusa, è laureato in Scienze politiche.



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