Società

Pubblicato il 3 Aprile 2018 | di Giuseppe Nativo

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Ragazzi troppo fragili e aggressivi

Alcuni episodi avvenuti in classe che hanno visto come vittime gli insegnanti pongono interrogativi e sollecitano riflessioni sugli attuali modelli educativi. Il preside Palazzolo: «Scuola e famiglie sono in forte difficoltà» .

Giuseppe Palazzolo

Nel campo dell’insegnamento quando un docente viene apostrofato o, peggio ancora, ferito da genitori impazziti per difendere un figlio che, talora, risulta indifendibile, quanti ne parlano? Che tipo di azioni si mettono in campo?

La questione preoccupa. Siamo di fronte a un’emergenza educativa che tocca solo la scuola o solo la famiglia, o entrambe? Abbiamo girato la domanda al professore Giuseppe Palazzolo, già dirigente scolastico in una scuola iblea.

«La domanda che mi pone è complessa e meriterebbe una risposta ampia e articolata. Proverò a sintetizzare alcuni dei punti salienti. Non dobbiamo, infatti, dimenticare che non si tratta affatto di “emergenze”, ma di fenomeni che si innestano in una deriva cronica del sistema scolastico italiano, affiancato da serie difficoltà formative all’interno di molte famiglie. A ciò si aggiungono le continue “riforme” che hanno interessato la scuola e che, non di rado, hanno nascosto la volontà di ridurre ulteriormente i costi dell’offerta formativa. Un esempio fra i tanti: l’introduzione dell’insegnante “prevalente” nella scuola primaria (il cosiddetto “maestro unico”), introdotto con la riforma Gelmini nel 2008. A parte i risvolti ideologici di un ritorno al passato, l’aver voluto annullare la pluralità di insegnanti di riferimento, previsti nei “moduli” (tre insegnanti su due classi), ha perseguito l’evidente risparmio negli organici di diritto per la scuola primaria. La ricaduta negativa è evidente, se pensiamo che in un rapporto educativo è molto importante la qualità e la quantità del tempo dedicato ad ogni singolo alunno dall’insegnante».

Dunque, carenze del sistema scolastico?

«Sicuramente ve ne sono tante, ma accanto alle insufficienze del sistema scolastico, nonostante gli encomiabili sforzi profusi da tanti docenti nella loro “missione” educativa, è necessario anche prendere atto che le famiglie, in generale, sono in forte difficoltà nei loro compiti educativi. Se nel passato l’educazione era la semplice trasmissione dei propri valori dai genitori ai figli, attraverso l’esempio o il meccanismo di premio/punizione, oggi gli adulti faticano a trovare modalità efficaci di educazione, anche per la scomparsa del classico modello familiare (madre casalinga, padre occupato fuori casa), con conseguente riduzione dei momenti di dialogo e di crescita».

Allora sorge la necessità di una revisione dei modelli educativi?

«Penso che dopo le profonde trasformazioni sociali e culturali avvenute in Italia negli ultimi tre/quattro decenni, sia più che urgente una tale revisione, sia nelle famiglie, sia a scuola. Purtroppo, dobbiamo riconoscere che i valori dominanti in gran parte della popolazione italiana si sono sempre più allontanati dai semplici principi di onestà, solidarietà, rispetto reciproco, laboriosità, risparmio. Modelli culturali a noi estranei fino a non molto tempo addietro, quali l’individualismo esasperato, il rampantismo, il “successo” che giustifica tutto, hanno formato delle generazioni di individui fragili e perciò aggressivi, sostenuti da famiglie spesso inadeguate ai loro essenziali compiti formativi. È necessario anche riportare serenità e sicurezza lavorativa agli operatori della scuola (insegnanti, dirigenti scolastici), potenziandone veramente il numero e riducendo gli obblighi di carattere amministrativo che li distolgono dal loro delicato compito educativo».


Autore

Pubblicista. Appassionato di storia locale. Nel 2004 ha pubblicato un libro sulla Inquisizione in Sicilia nel XVI secolo, con particolare riferimento alla Contea di Modica. Collabora a diverse testate cartacee e on line.



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