Vita Cristiana

Pubblicato il 23 Maggio 2018 | di Carmelo La Porta

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Il nuovo cd di don Rino Farruggio Don Puglisi prete senza scorta

Don Rino Farruggio, musicista e cantautore vittoriese, dedica la sua ultima opera discografica, distribuita dalle Paoline, a Don Puglisi, “prete senza scorta”, ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993, giorno del suo compleanno.

La presentazione è affidata al vescovo monsignor Carmelo Cuttitta che tanto deve della sua formazione umana e sacerdotale a don Pino Puglisi, avendolo conosciuto negli anni dell’adolescenza quando il prete martire era parroco a Godrano dal 1970 al 1978.

«P. Pino Puglisi, “3P” come preferiva essere chiamato – scrive il vescovo – con la sua profezia ha prodotto dopo il suo martirio scintille di paternità generativa. Il presbitero Pino Puglisi è stato prima di tutto un uomo che ha accolto la proposta del discepolato e, dentro il discepolato, ha vissuto la gioia dell’annuncio: la sua forza comunicativa e la sua passione generativa non sono un optional, ma fanno parte integrante della chiamata alla gioia. Pino Puglisi è stato un prete capace di generatività».

E questa generatività traspare dai testi e dalle musiche di don Rino Farruggio, che rende onore al beato don Pino Puglisi e al suo “sogno di bambino: d’essere prete e di restare un uomo, forte come l’ulivo nel terreno e discreto come fior di melograno”.

Di don Puglisi, Farruggio non canta grandi gesta ma i sogni, le speranze, la testimonianza discreta che ha lasciato come testamento alla sua terra, la Sicilia, e alla sua gente, nella drammaticità del martirio, «frutto di un’urgenza interiore – come ricorda nella presentazione monsignor Cuttitta – dell’amore a Cristo e alla Chiesa, maturati in un rapporto personale, continuo e sempre fresco con Signore, arricchiti dall’approfondimento teologico e biblico».

Nell’opera di Farruggio la testimonianza d’amore di don Puglisi si incarna nella storia della sua Palermo, simbolo di antica civiltà e di bellezza, città ricca dei colori del sole e del mare, ma drammaticamente abbruttita dalla violenza. L’opera di Farruggio rivela un’attestazione di amore per la Sicilia. Il canto ne racconta la malinconia, il dolore e persino le avversità della natura, ma non cede mai alla disperazione.

In questo messaggio di speranza Farruggio si lascia contagiare dal prete di Brancaccio. E così nel canto del Padre nostro – così si chiamava il centro parrocchiale creato a Brancaccio da don 3P – la sottolineatura diventa l’invocazione “liberaci dal male”.

Lo sparo che colpisce don Puglisi mentre “scende la sera” non giunge inatteso (“Da come vivi a volte sai anche come morire puoi. Da ciò che dici già lo sai su quale croce salirai), ma la paura della morte sarà vinta dall’ultimo sorriso che don Pino riserverà al suo uccisore.

Un progetto musicale intenso e pregno di significato quest’ultimo lavoro di Rino Farruggio che nei testi e nelle melodie non scade mai nella retorica dei luoghi comuni e del dejà vu, ma invita l’ascoltatore a rileggere i fatti drammatici di una Palermo martoriata e la testimonianza d’amore di don Pino Puglisi. L’uso del dialetto in alcuni brani e una musicalità dal sapore mediterraneo rendono più accattivante l’ascolto e sono il giusto omaggio ad una Sicilia che ha voglia di riscatto.

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Autore

Direttore dell'Ufficio Diocesano per l'insegnamento della Religione. Ha insegnato religione cattolica presso diversi istituti della città e attualmente presso l'I.I.S. "Galileo Ferraris" di Ragusa. E' docente di Teologia Morale presso la Scuola Teologica di Base della Diocesi di Ragusa e componente del direttivo della stessa scuola.



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