Pubblicato il 23 Maggio 2018 | di Redazione
0Uno sguardo e una carezza a chi vive sofferenza e dolore
La Giornata mondiale del Sollievo celebrata anche nella nostra Diocesi.
Martedì 22 maggio, si è celebrata la Giornata nazionale del Sollievo. Tre gli enti promotori della Giornata l’ufficio diocesano per la Pastorale della Salute (impegnato da diversi anni per una cura più umana e rispettosa dei bisogni delle persone malate di tumore e dei loro familiari), l’Asp di Ragusa e la Samot Onlus di Palermo con il contributo delle Associazioni operanti in ambito oncologico (Samot Ragusa, Lilt) e poi l’associazione di comicoterapia “Ci Ridiamo Su”, l’Unitalsi, la Caritas diocesana.
Nel corso degli anni, l’obiettivo della Giornata è andato ampliandosi, abbracciando quasi tutte le condizioni di malattia ed esistenziali, pur mantenendo un posto di rilievo la fase terminale della vita. Una Giornata non vuol essere “una” giornata e solo per chi è sofferente e malato, ma una ricorrenza che si propone di risvegliare, in tutti e in modo duraturo, la sensibilità verso ciò che è concretamente possibile fare per raggiungere il sollievo dal dolore; una sensibilità oggi più che mai sopita dalla fretta e da una certa ineducazione, talvolta da impreparazione e paura, a confrontarsi in modo maturo, empatico, solidale e propositivo con la sofferenza e con il dolore.
Una Giornata dunque anche con un intento educativo, che si propone cioè di contrastare quella che Papa Francesco ha definito «la tentazione di considerare naturale il dolore. Non esiste una compassione (una compassione, non un pietismo) non esiste una con-passione che non si fermi. […]. Non esiste una compassione che non ascolti. Non esiste una compassione che non solidarizzi con l’altro. La compassione non è zapping , non è silenziare il dolore, al contrario, è la logica propria dell’amore, del patire-con».
La Giornata ha una connotazione affermativa e propositiva: non è direttamente “contro” il dolore o la sofferenza, ma “a favore” del sollievo, cioè l’esperienza di sospensione o affrancamento dalla sofferenza e dal dolore in chi è malato e nelle persone care. Il sollievo è sempre possibile, anche nei casi in cui la persona permane nella condizione di malattia o al termine della vita.
Un sollievo che può essere raggiunto grazie a nuovi e sempre più efficaci farmaci e terapie, ma anche attraverso una cura umana fatta di attenzione, tenerezza, vicinanza, sostegno e amore. Sollievo non significa solo affrancamento dal dolore fisico o da altri sintomi, significa anche che «la persona del malato venga rispettata nella sua dignità e mantenuta sempre al centro del processo di cura» (Papa Francesco, Messaggio per la XXVI Giornata del malato 2018). Il sollievo è quindi un’esperienza che coinvolge tutte le dimensioni della persona umana: fisica, psichica, spirituale e sociale.
Anche quest’anno l’Ufficio per la Pastorale della Salute ha sostenuto la Giornata del Sollievo, diffondendone lo spirito più autentico declinato in varie attività, svolte durante i festeggiamenti di San Giorgio Martire, con l’auspicio che la sofferenza non abbia l’ultima parola, cedendo il passo alla tenerezza, alla prossimità e al sollievo, con l’obiettivo di preservare gli ospedali dal rischio dell’aziendalismo, che in tutto il mondo cerca di far entrare la cura della salute nell’ambito del mercato, finendo per scartare i poveri. L’intelligenza organizzativa e la carità esigono piuttosto che la persona del malato venga rispettata nella sua dignità e mantenuta sempre al centro del processo di cura». (Papa Francesco, Messaggio per la XXVI Giornata Mondiale del Malato 2018). Nella vita, nella malattia, nel dolore «…l’importante è non sentirsi abbandonati e soli» (Gigi Ghirotti).
di Don Giorgio Occhipinti