Pubblicato il 28 Maggio 2018 | di Alessandro Bongiorno
0Ragusa ha bisogno di una nuova spinta
Sette candidati a sindaco, 23 liste, oltre 500 aspiranti consiglieri comunali. Per i ragusani, chiamati a rinnovare amministrazione e consiglio comunale, il 10 giugno non mancherà certo l’opportunità di poter scegliere. Tanti si propongono ma tra loro non ci sarà il sindaco uscente Federico Piccitto che ha deciso di mettere per il momento fine alla sua esperienza politica. In molti, tra i candidati al consiglio comunale ci provano per la prima volta. Una ventata di novità ma anche il rischio, come ha confermato l’ultimo consiglio comunale, che si abbassi il livello di chi è chiamato ad assumere scelte importanti per il presente e il futuro della città.
Il quadro.
Delle 23 liste solo quattro (Partito democratico, Fratelli d’Italia, Movimento 5 stelle, Forza Italia) hanno il simbolo di un partito riconoscibile e presente sulla scena politica. Tutte le altre nascono a sostegno di un progetto politico locale e hanno la forza e i limiti delle liste civiche. Purtroppo, con 550 candidati al consiglio comunale, è inevitabile che la preferenza vada al parente più stretto (in molte famiglie i parenti candidati sono anche più di uno), al vicino di casa, all’amico e non si valutino programmi e qualità dell’offerta politica.
I candidati a sindaco.
Un ragionamento diverso si potrà, invece, fare sul nome del candidato a sindaco. Sono sette e portano alla ribalta personalità con esperienza politica e amministrativa, anni di esperienza tra i banchi del consiglio comunale. L’unica eccezione è rappresentata, in questo senso, da Peppe Cassì che si cimenta per la prima volta in una competizione politica e lo fa subito con un ruolo di grande responsabilità.
Questi i sette candidati a sindaco: Giorgio Massari (sostenuto dalle liste Ragusa Prossima, Bene comune e Cantiere Democratico); Sonia Migliore (Duepuntozero, Chiama La Città, Cambiamola Ora, Progresso e Futuro, Ricostruire Ragusa); Antonio Tringali (Movimento 5 stelle); Peppe Calabrese (Partito Democratico, Territorio, Ragusiamo, Io Resto Qui, Pericentro); Maurizio Tumino (Forza Italia, Tumino sindaco, Insieme, Ragusa creativa); Carmelo Ialacqua (Città futura); Peppe Cassì (Movimento civico ibleo, Peppe Cassindaco, Fratelli d’Italia e Fuori dagli schemi).
Per essere eletti dovranno ottenere almeno il 40 per cento dei voti, in caso contrario i due più votati si contenderanno la fascia tricolore nel ballottaggio del 24 giugno.
Scelte politiche e programmi.
Politicamente, appare evidente come il centrodestra abbia probabilmente vanificato la possibilità di vincere a primo turno disperdendo le proprie forze in tre diverse candidature (Maurizio Tumino, Peppe Cassì e Sonia Migliore) mentre c’è curiosità per capire come i ragusani abbiano valutato i risultati del lavoro dell’amministrazione 5 stelle, eletta un quinquennio fa tra grandi entusiasmi ed aspettative di novità. In questo quadro molto frammentato, appare probabile la necessità di un ballottaggio.
I programmi evidenziano tutti i problemi che asfissiano Ragusa (disoccupazione, fuga dei giovani, centro storico, viabilità, ambiente) e propongono soluzioni a volte simili, a volte divergenti. Quali di queste soluzioni potranno poi realmente essere trasformate in fatti concreti dipenderà molto dalla loro sostenibilità e dalla qualità dell’amministrazione che i cittadini metteremo alla guida della città.
Il mondo ecclesiale davanti al voto.
Il mondo e le realtà ecclesiali non assistono in modo passivo a questa competizione. Si attendono molto dal sindaco, dall’amministrazione e dal consiglio comunale perché Ragusa, come indicano anche parametri e classifiche che trovano conferma nelle analisi statistiche della Caritas e di altri osservatori, sta vivendo una delle fasi più critiche della sua storia recente e sembra aver esaurito quella spinta che ne aveva caratterizzato lo sviluppo.
Non mancano, anche tra gli aspiranti sindaci, tra gli assessori designati o tra i candidati al consiglio comunale espressioni di un laicato maturo che ha dimostrato di saper vivere la politica come vocazione e come servizio alla comunità. In questo preciso momento storico occorrono quindi persone competenti che sappiano anteporre gli interessi della città ai propri, che possano svolgere con passione e dedizione incarichi delicati, che sappiano guardare alla città con gli occhi di chi vive le maggiori difficoltà, che siano al di sopra di qualsiasi sospetto per onestà e correttezza.
A ciascuno di noi il compito di compiere le scelte più giuste.