Pubblicato il 13 Giugno 2018 | di Redazione
0Il tempo delle nostre ferie. C’è più tempo per…
Il cosiddetto tempo libero o tempo non impegnato nel lavoro quotidiano oggi è un tempo da ricercare e da strappare con forza alle grinfie della frenesia della società e al mito del produrre sempre. Nel libro del Qoelet cap. 3 leggiamo: “c’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per danzare, per seminare, per raccogliere; tutto ha il suo momento e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo”.
La vita dell’uomo scorre all’interno del tempo.
Peccato che molte volte si ci sofferma sul tempo che scorre e ci sembra che la vita sia persa. Nell’economia della salvezza, tra le attività umane, quelle più idonee ad esprimere la bellezza, la gioia, la relazione, la grandezza di Dio Creatore e Signore, sono il lavoro e il riposo. Attraverso queste attività la persona, nella sua duplice natura spirituale e corporea, viene esaltata al punto di essere espressione della più alta “opera” di Dio nel disegno della creazione. Da qui discende, come conseguenza, la congrua affermazione che il tempo, sia quello dedicato al lavoro sia quello dedicato ad attività libere e creative, è un “dono”, per il fatto di essere segno della magnanimità di Dio e del modo – non certamente l’unico! – con cui Dio si rende presente nella creatura umana, per significarle la sua dignità, il suo estro, il suo fine. In tal senso, il “dono del tempo” è consegnato all’uomo perché ne usi per conseguire adeguatamente la sua perfezione, ne riveli la sua origine divina e promuova la memoria di chi ne è il Creatore assolutoe unico.
Il dono esprime anche un’ulteriore finalità: quella del suo essere destinato a dilatarsi non solo in chi lo riceve ma altresì a riversarsi su altri che non lo posseggono, diventando compito, responsabilità e scambio reciproco.
Si avvicina il tempo dell’estate, classicamente e tradizionalmente considerato il tempo delle ferie, delle vacanze o del meritato riposo. Ma, ahime, molte volte l’uomo, proprio quando vive nel tempo della vacanza, si vede svanire il desiderio o la voglia di riempire la propria vita della tanto ricercata serenità e pace interiore.
Il cristiano dovrebbe essere il custode del Kronos (tempo che scorre) consapevole che il tempo, nelle mani di Dio, è kairos (tempo pieno di Grazia).
Il tempo libero, per noi cristiani, dovrebbe essere il momento in cui ci riappropriamo del riposo, come lo fu il riposo di Dio nel settimo giorno (lo Shabbat), cioè un riposo che non è un “non fare nulla”, un contemplare, un soffermarsi a riflettere, un tempo libero che riempio delle cose che resettano il mio animo, il mio corpo, la mia personalità, la mia psiche. Per questo è un tempo che il cristiano può e deve riempire di valori, di hobby, di religiosità e spiritualità.
Per tempo libero possiamo considerare quello che riusciamo a ritagliare dalle nostre giornate di lavoro, o quello settimanale, o la pausa prolungata di diversi giorni dal lavoro.
Questo tempo che Dio permette di avere a disposizione va utilizzato per curare alcuni aspetti che sono importanti nella nostra vita: la cura del corpo e il benessere fisico, lo sport e l’attività motoria, il contatto con la bellezza della natura che rivela il creatore, la ricerca dell’arte e della musica. Il riposo può servire come momento di riflessione-contemplazione e verifica per la cura delle relazioni familiari, il recupero e l’intensificarsi del rapporto con Dio nella preghiera, per viaggi culturali e pellegrinaggi nei luoghi santi della fede.
In un tempo in cui si corre troppo e si fa fatica a trovare un momento per fermarsi e riflettere, è urgente e indispensabile recuperare la dimensione spirituale dell’esistenza per la cura dell’anima e la sua formazione.
L’uomo contemporaneo si è arricchito a dismisura di beni materiali, ma ha trascurato la parte più nobile di se, quella spirituale.
È necessario, pertanto, un tempo di ritiro con esercizi spirituali, corsi di formazione alla vita per la riscoperta dei valori umani, cristiani ed etici. Si va affermando sempre più l’idea che il cristiano deve assumere un nuovo stile di vita, una cultura capace di valorizzare il tempo e l’ambiente in cui viviamo. Solo allora il nostro tempo sarà veramente libero da noie, da stanchezze, da abitudini contrarie al riposo che ci ha indicato il nostro creatore.
L’impegno ecclesiale dei pastori e di tutti gli operatori della pastorale deve essere orientato ad individuare ed offrire momenti e occasioni in cui l’uomo stanco e oppresso possa trovare il giusto riposo e riscoprire la sua vera natura ed identità.
È necessario rivolgere particolare attenzione ai giovani soprattutto con la cura del tempo libero e l’offerta di spazi e attività idonei ad elevarne la formazione e l’educazione. Sport, oratori, campi scuola o di lavoro sono ancora una grande opportunità che come chiesa abbiamo per parlare e trasmettere il vangelo alle future generazioni.
Sac. Giovanni Piccione
Direttore ufficio pastorale
Tempo libero, Turismo e Sport