Vita Cristiana

Pubblicato il 26 Giugno 2018 | di Saro Distefano

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Moussa, dal Gambia a San Luigi

La storia di Moussa è uguale a quella di tanti, tantissimi nelle sue stesse condizioni: africani in fuga verso l’Europa. È sbarcato a Pozzallo e subito trasferito a Bari in un centro di espulsione, dove ha potuto compiere l’iter per ottenere il permesso di soggiorno. È stato rispedito a Ragusa per l’ultima vidimazione necessaria e, grazie alla rete tra istituzioni dello Stato e Caritas diocesana, ha potuto ricevere definitivamente il documento richiesto e trovare accoglienza allo Sprar di Agrigento.

La parentesi ragusana è stata – per il ventenne partito dallo Gambia – certamente indimenticabile. Come lo è stata per don Luca Tuttobene e alcuni suoi parrocchiani alla San Luigi Gonzaga.

Moussa, infatti, non ha dove soggiornare a Ragusa: per questo, su segnalazione della Caritas diocesana, è stato accolto (come don Luca e i suoi avevano già fatto un anno fa con altri due ragazzi gambiani, rimasti per strada) dalla comunità parrocchiale e da quanti da un anno circa stanno operando per un’opera di accoglienza temporanea in una tenda. Sono state molte le famiglie coinvolte in questa operazione di accoglienza. Chi ha fornito il cibo, chi il vestiario, chi ha permesso a Moussa di fare una doccia. Un grande abbraccio, una viva testimonianza di fratellanza cristiana. «Una vera e concreta Pentecoste – come riferisce don Luca – pregna di significato, che ha visto l’intera parrocchia impegnata in giorni faticosi ma che hanno poi restituito il senso vero della comunità. In quei giorni, infatti – racconta il parroco – il clan del Gruppo Scout Ragusa 2 che ha sede nella nostra chiesa ha organizzato l’incontro con i candidati a sindaco della città, e nel contempo un folto gruppo di parrocchiani (Pino, Valentina, Maria Rosa, Paolo e Giorgia ed altri), hanno assistito Moussa facendolo sentire a casa, anche se la sua casa è stata la tenda che la Protezione Civile ha dato in comodato d’uso alla parrocchia. Facciamo quello che possiamo, con i mezzi a nostra disposizione. Tra questi c’è, evidentemente, la dimostrazione concreta della carità cristiana più volte richiamata da Papa Francesco e dal nostro vescovo Carmelo».

Tutto nasce circa un anno fa, con la richiesta al sindaco e alla Protezione civile di una tenda per offrire accoglienza temporanea, con uno stile di sobrietà e coinvolgimento di parrocchiani e non (mediatori, famiglie interessate al progetto), per creare rete con chi nel territorio si impegna in favore degli immigrati. La tenda è spazio simbolico, ma concreto, di una accoglienza semplice che punta sulla forza delle relazioni, per aiutare chi vi entra a scoprirsi non solo fruitore di cose messe a sua disposizione, ma accettato, pensato e voluto bene da chi, nella tenda, lo incontra e lo aiuta.

San Luigi Gonzaga è parrocchia con parche finanze, ma si organizza e si spende con quanto può, con quanto può dare.

«Nella casetta di proprietà della parrocchia – raccontano alcuni dei parrocchiani coinvolti nell’assistenza a Moussa – già da mesi ospitiamo una signora con due bambini a carico. È una gara di solidarietà e condivisione tra le famiglie della nostra comunità. Se con Moussa è andato tutto bene, è anche per la consolidata capacità delle nostre famiglie di guardare all’altro, al diverso da noi, con la consapevolezza che la conoscenza rinnega la paura. Affrontiamo i nostri tanti limiti, per aiutare gli altri, i deboli, e per prendere coscienza di noi stessi vivendo il Vangelo in maniera cristiana e non devozionale».

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Autore

Nato a Ragusa nel 1964 è giornalista pubblicista dal 1990. Collabora con diverse testate giornalistiche, della carta stampata quotidiana e periodica, online e televisive, occupandosi principalmente di cultura e costume. Laureato in Scienze Politiche indirizzo storico, tiene numerose conferenze intorno al territorio ibleo.



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