Pubblicato il 23 Luglio 2018 | di Redazione
0Giovani, rigeneratori di comunità: cronaca di un workshop ad alto tasso di ventenni
I giovani, la loro crescita e il volontariato sono stati al centro del laboratorio Giovani: Rigeneratori di Comunità, svoltosi il 26 giugno a Ragusa, presso la tenuta diocesana di Contrada Magnì, al quale hanno partecipato più di cinquanta tra giovani ed operatori che lavorano a contatto con i giovani. Il workshop, organizzato da Caritas diocesana di Ragusa, si inserisce all’interno delle attività di Estamos Juntos il progetto di volontariato nato in Caritas a novembre 2017 e giunto ormai alle sue battute finali.
Il benvenuto da parte della Caritas è spettato a Jenny Campagnolo, responsabile del volontariato e del Servizio Civile e coordinatrice di Estamos Juntos!, che ha introdotto gli ospiti e le diverse sessioni in cui si è successivamente divisa la giornata: “Questo workshop nasce come punto culminante di un lavoro con i giovani che la diocesi svolge da tanti anni, nel silenzio, nell’ordinarietà, nella quotidianità. Ci siamo dati, oggi, l’opportunità di fermarci a riflettere: in che direzione stiamo andando? Il lavoro quotidiano che i giovani fanno con noi, il tempo che ci dedicano, la fiducia che ci accordano, i conflitti che vivono con noi… tutti questi pezzi, a quale immagine danno vita? Di quale puzzle fanno parte?”.
La risposta è giunta anche dalle parole del relatore principale della giornata, Ennio Ripamonti, psicosociologo, formatore e docente di psicologia di comunità nelle università Bicocca e Cattolica del Sacro Cuore di Milano. A lui il compito di dare un quadro generale dei giovani in Italia, ma anche dell’atteggiamento educativo necessario per stimolarli opportunamente.
Di fronte ad una situazione contrassegnata da forti diseguaglianze, nella quale la provenienza geografica, le condizioni economiche ed educative della famiglia di origine influiscono e determinano il futuro delle nuove generazioni, il professor Ripamonti ha sottolineato l’importanza di formare dei “pionieri”: dei giovani esploratori della realtà attuale, una realtà completamente differente da quella vissuta dai loro genitori e davanti alla quale cambiano le modalità di approccio e di lavoro. Il professore ha inoltre sottolineato il ruolo fondamentale svolto dal volontariato sia come modalità di formazione non formale che di crescita personale, ma anche in un’ottica lavorativa, data l’importanza attribuita a queste esperienze anche in sede di colloquio. Per lavorare con i giovani bisogna imparare a disimparare, ha detto Ripamonti, dare ai giovani opportunità e non fornire ricette per l’inserimento lavorativo, perché ciò che funzionava ieri non ha più validità ai giorni nostri ed i giovani hanno una capacità maggiore di adattarsi ai cambiamenti.
Di volontariato, di fare assieme, si è continuato poi a parlare durante l’intervista alle protagoniste di Estamos Juntos, Anna Murer, Viviana Modica e Fabrizia Macca. Le ragazze hanno ripercorso la loro esperienza di impegno gratuito nel sociale svoltasi tra Ragusa e Lisbona, mostrando una grande sensibilità e fornendo ai giovani presenti la testimonianza di un impegno che davvero lascia il segno, in termini di messa alla prova, di sviluppo di competenze ma soprattutto di relazioni e senso di appartenenza alla comunità e all’Europa.
A completare il quadro e la mattinata, la testimonianza di Natacha Santos, coordinatrice dei volontari all’interno della Comunidade de Vida e Paz, uno dei partner portoghesi che, insieme al Jesuit Refugee Service e alla Caritas di Lisbona, ha ospitato le ragazze nel loro servizio in Portogallo. Una partnership che continua in questo scambio di conoscenze ed esperienze, attraverso il racconto dell’operato della Comunidade, una organizzazione che svolge un ruolo essenziale nel supporto ai senza dimora e alle persone tossicodipendenti in Portogallo.
Il pranzo è stato preparato con i prodotti della cooperativa Semina Mondo, che da due anni coltiva le terre della tenuta, favorendo l’integrazione di persone in situazione di marginalità sociale. Insieme a Semina Mondo era presente anche Rinart-Rinascere Artigiani, la cooperativa che ha dato vita alla falegnameria sociale di c.da Magnì. Del resto, sono proprio giovani i soci delle cooperative, e anche loro hanno partecipato al workshop.
A seguire il pranzo, l’associazione Architetti senza frontiere Italia ha condotto un laboratorio, sulla progettazione europea secondo il metodo del capability approach guidato da Silvia Nessi e Francesca Albertoni. Molti i giovani che si sono sperimentati nell’attuazione di tecniche innovative, come stimolo per possibili approfondimenti futuri, nell’ottica dello sviluppo di comunità.
Un workshop che vuole proseguire nel solco dello sviluppo di comunità intrapresa dalla diocesi, che fa di Villa Magnì un luogo di riferimento per tanti giovani con idee efficaci che non trovano il coraggio di andare avanti per mancanza di sostegno, di confronto reciproco, di competenze chiave.