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Pubblicato il 28 Agosto 2018 | di Redazione

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«Abbiamo imparato a “stare con” e riscoperto noi stesse»

La testimonianza di Giovanna e Desirée, in servizio civile presso il centro d’ascolto Caritas di Ragusa

Tutti noi ci ricordiamo del giorno in cui ci siamo diplomati, laureati, di quando abbiamo fatto il primo colloquio di lavoro e poi ancora del primo giorno in cui abbiamo iniziato a lavorare. Ma chi di voi si ricorda del primo giorno di SERVIZIO CIVILE?!  Solo coloro che hanno avuto la grande fortuna di prenderne parte. 11 Ottobre 2017, l’inizio di una grande avventura, di un’indimenticabile esperienza che porteremo sempre con noi e che, chi lo sa, ci ha cambiato la vita. Dodici mesi, 365 giorni, una sede, un progetto, delle attività, delle persone, delle storie … sì erano solo ipotesi indefinite e incerte, diventate poi chiare  opportunità reali da vivere a 360°. Ad oggi riuscire a ripercorrere questi mesi di servizio è difficile, poiché le parole non bastano per poter tradurre ciò che il cuore ha vissuto e vive.

Ci piace utilizzare  il termine TRADURRE perché si tratta di linguaggi diversi: quello dell’anima e quello della mente. Un linguista per esempio, se ha a disposizione i giusti mezzi, può essere in grado di passare da una lingua all’altra senza grosse problematiche; ma passare dal cuore alla mente?! No, questo non è possibile a maggior ragione quando si tratta di parlare di persone,storie, vissuti e anime. E credeteci ne abbiamo incontrate tante, tantissime forse anche troppe ma mai abbastanza da non averne ancora bisogno.

Sí, perché è questo che il NOSTRO SERVIZIO CIVILE è diventato, un bisogno acceso di crescere, continuare ed essere a servizio  dell’altro. E se c’è una cosa che in questi mesi abbiamo imparato è che spesso, è più importante anche solamente SAPER STARE CON senza eccedere nel fare o dire. Bisogna semplicemente mettersi nelle condizioni di esserci per l’altro nel rispetto di ciò che per l’altro è importante (che  non sempre può coincidere con  quello che lo è  per noi). E quando diciamo “semplicemente” non vogliamo sicuramente dire che è FACILE, ma che bisogna farlo con umiltà, semplicità e rispetto.

Un giorno, durante uno dei monitoraggi,  ci venne chiesto “Secondo voi, cosa manca al vostro servizio civile”? La risposta: mancano i mesi che non abbiamo ancora vissuto, le persone che non abbiamo ancora  incontrato e le noi che non abbiamo ancora scoperto. Perché quando si iniziano esperienze così come il Servizio Civile, in fondo si finisce o si comincia (dipende dai punti di vista) per scoprire anche se stessi, e noi ci siamo scoperte ragazze forti, fragili, intraprendenti,coraggiose e con tanta voglia di fare e andare avanti. I momenti di sconforto e debolezza non sono mancati, ma li abbiamo superati sempre e insieme. Ecco qui, ci vorremmo fermare per dedicare un po’ di tempo a noi, al nostro essere colleghe e amiche fin da subito (ci torna in mente in una delle formazioni generali in  cui ci fu chiesto di scrivere il nome del collega con cui era stato “amore a prima vista”). Intesa, complicità, armonia, supporto lavorativo che hanno reso questo servizio ancora più speciale.

E se di esperienza importante dobbiamo parlare, come non dare un occhio particolare a chi, dal primo giorno, ci ha accolte, supportate e indirizzate affinchè la nostra potesse essere l’esperienza della vita: la nostra OLP il fiore all’occhiello del nostro servizio civile. Sapete perché? Perché in contesti come quelli del contatto con i disagi della società essere affiancate e formate da chi ha più esperienza sul campo è fondamentale per acquisire sia le competenze pratiche sia per coltivare il giardino della nostra anima e non farlo diventare arido.  La nostra esperienza non è ancora finita ma purtroppo si avvicina il momento dei saluti, ad oggi possiamo sicuramente essere fiere del cammino finora fatto, delle persone che siamo diventate e delle persone che  saremo a seguito di questi 365 giorni.

Pensiamo di aver seminato qualcosa, che non sappiamo ben definire, ma di certo ognuna delle persone incontrate ha lasciato qualcosa di veramente inestimabile nel nostro cuore e come cita Antoine de Saint–Exupery nel Piccolo Principe “Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.

di Desiree Occhipinti & Giovanna Stella

 

Qui tutti i dettagli per partecipare al Bando 2018 del Servizio Civile.

 

 

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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