Vita Cristiana

Pubblicato il 28 Agosto 2018 | di Redazione

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Il saluto dell’associazione San Giorgio Martire e dei portatori di San Giorgio all’arrivo della processione ieri a Ibla

SALUTO DI ACCOGLIENZA

 Reverendi Parroci,

amici del Comitato e portatori di San Giovanni,

carissimi fedeli ragusani qui presenti,

a  nome dell’Associazione San Giorgio Martire, dell’Associazione Portatori San Giorgio Martire – Don Peppino Firrincieli, esprimo il nostro più cordiale e fraterno saluto.

E’ un’immensa gioia vedere il magnifico Duomo di Ragusa stracolmo di fedeli per rendere omaggio al Patrono San Giovanni. Ad accogliere il venerato simulacro del Battista, dopo diciotto anni, non sono semplicemente i residenti di Ragusa Ibla ma, come possiamo ben constatare questa sera, sono i tanti ragusani residenti da ogni quartiere e da ogni parte della città, da Ibla a Ragusa Sud, da Ragusa Ovest a Puntarazzi.

In linea con gli storici eventi celebrativi del cinquantennio passato, ultimi dei quali quelli del 1993, del 1997 e del 2000, quello di questa sera si rivela nuovamente come un segno concreto per dimostrare che la storica contrapposizione tra sangiorgiari e sangiovannari non solo è finita da diversi decenni, ma che non ha motivo di esistere su tutti i punti di vista. Di conseguenza esprimiamo la nostra contrarietà a chiunque ancora, per svariati, futili e inutili motivi, manifesta lo sterile e anacronistico campanilismo che, come nel passato e soprattutto a ridosso delle feste, siamo soliti subire.

Dal punto di vista civile, sociale e culturale la Città di Ragusa è una, senza distinzione tra Iusu e Supra, tra Ragusa Superiore e Inferiore, tra Ragusa e Ragusa Ibla, tra Ragusa nuova e vecchia, tra Ragusa bassa e alta.

Dal 1926 avendo rimosso le delimitazioni fisiche, materiali, civili e urbane, storicamente localizzate nel territorio di Santa Maria delle Scale, sono stati abbattuti, non privi di sforzi e difficoltà, anche i confini culturali e sociali. Oggi quindi esiste un’unica Ragusa e non due! Da più di novant’anni, infatti, siamo tutti ragusani senza alcuna distinzione tra sangiorgiari e sangiovannari. Questi termini solevano volutamente identificare una netta distinzione tra fazioni di persone diverse  e, per un sessantennio, per Comune di appartenenza, oltreché per una non corretta rivendicazione della propria devozione a un santo anziché all’altro e per identificarsi orgogliosamente sotto un preciso Campanile. Ma oramai è profondamente diversa la realtà: molti ragusani nati e cresciuti a Ragusa Ibla risiedono a Ragusa Centro e in quella periferica, viceversa tanti altri cittadini nati e cresciuti nella parte superiore si riversano quotidianamente in questo quartiere di Ragusa per lavoro o per piacevoli intrattenimenti di svago, altri addirittura decidono di dimoravi definitivamente con le proprie famiglie.

Dal punto di vista religioso ed ecclesiale sia qui, in questo Duomo e Chiesa Madre di Ragusa come anche nella nostra Santa Cattedrale – felice espressione usata con tanto zelo pastorale da Mons. Angelo Rizzo – ci sono fedeli cristiani che innanzitutto professano la loro fede nel Dio uno e trino; nell’Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo, Signore dell’universo, e successivamente benedicono e lodano lo stesso Signore nella vita dei suoi santi Giovanni e Giorgio, l’uno precursore del Cristo, l’altro seguace. Qui pertanto ci sono semplici fedeli cristiani devoti del Battista e del santo Cavaliere, e tutti rispettosi dell’uno o dell’altro santo perché la loro santità è un riflesso della santità di Dio, il tre volte santo. «A causa della loro più intima unione con Cristo, – afferma il CCC –  i beati rinsaldano tutta la Chiesa nella santità […]. Non cessano di intercedere per noi presso il Padre, offrendo i meriti acquistati in terra mediante Gesù Cristo, unico mediatore tra Dio e gli uomini. […] La nostra debolezza quindi è molto aiutata dalla loro fraterna sollecitudine».

Siamo dunque tutti appartenenti all’unico popolo di Dio della Chiesa di Cristo che è in Ragusa, un popolo di battezzati che ha un suo vissuto e una sua storia contrassegnata da tante vicissitudini, da gioie e speranze, da tristezze e angosce. Così questo popolo peregrino nella fede e nella storia si è sempre rivolto all’intercessione e alla protezione di Maria, di san Giovanni, di san Giorgio, di santa Gaudenzia e degli altri santi che lo Spirito Santo ha saputo dare a questa Chiesa iblea – Giuseppe Maria Tomasi, Beata Maria Schininà e Beata Maria Candida dell’Eucaristia – e che continuerà a suscitare fino al raggiungimento dei tempi escatologici.

Ab immemorabile e, in particolare dal  1643 questo popolo ha voluto come patrono e protettore di Ragusa san Giorgio martire e, nonostante le storiche diatribe, lo stesso popolo ha voluto nel 1896 anche san Giovanni come suo patrono e protettore. Il culto dell’uno e il culto dell’altro nel corso della storia iblea si sono sempre mantenuti e rinnovati con vigore fino al punto che oggi è impensabile una Ragusa senza san Giorgio o una Ragusa senza san Giovanni. È quindi dal 1926 che l’intera popolazione, nel rispetto delle devozioni personali, acclama entrambi patroni dell’intera Città san Giorgio e san Giovanni senza distinzione tra Ragusa Ibla e Ragusa Superiore e a loro ricorrono negli eventi lieti come in quelli tristi.

Oggi pertanto non si vuole celebrare uno scambio di visite tra Patroni sulla base di un’infondata rappacificazione, ma si è intenti a celebrare invece la fede della Chiesa che si esprime nella comunione dei santi: «veneriamo la memoria dei santi – afferma ancora il CCC – perché l’unione di tutta la Chiesa nello Spirito sia consolidata dall’esercizio della fraterna carità… la comunione con i santi ci unisce a Cristo, dal quale, come dalla fonte e dal capo, promana tutta la grazia e tutta la vita dello stesso popolo di Dio». «Noi adoriamo Cristo quale Figlio di Dio, mentre ai martiri siamo giustamente devoti in quanto discepoli e imitatori del Signore e per la loro suprema fedeltà verso il loro Re e Maestro; e sia dato anche a noi di farci loro compagni e condiscepoli».

Per tale motivo in questo tempio dedicato al grande martire Giorgio vogliamo elevare la nostra preghiera a Dio per intercessione del patrono san Giovanni, allo stesso modo eleveremo le stesse orazioni a nostro Signore per intercessione del patrono san Giorgio ogniqualvolta la sua venerata effigie verrà accolta in Cattedrale.

Ci rivolgiamo a Voi celesti e gloriosi Patroni di Ragusa, affinché questa Città progredisca nel cammino alla santità: ammonita dal severo ‘non licet’ del Battista conduca una vita morale coerente con la fede che professa; rivestita dell’armatura spirituale, di cui san Giorgio è modello, possa sconfiggere i vizi demoniaci che la minacciano; attenta alla voce del Santo Precursore apra la via all’incontro con Cristo; sull’esempio dell’eroica testimonianza del santo Cavaliere prenda il coraggio e la fermezza di diffondere e difendere la fede, la speranza e la carità in Cristo.

Nel venerare questi bellissimi ottocenteschi simulacri, vogliamo fissare il nostro sguardo su quel braccio autorevole del Battista, invito alla conversione, dito che non smette di indicare Colui che è Via, Verità e Vita; vogliamo fissare lo sguardo sul quel volto raggiante e sorridente del santo Cavaliere, speranza che rasserena per chi confida in Dio, occhi che indicano costantemente la destinazione del nostro vivere: il Paradiso e la vita eterna.

Dice l’Apostolo Paolo alla chiesa di Efeso e alla chiesa ragusana: “Cercate di conservare l’unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo Spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti” (Ef 4,3-6).

E’ questo che vogliamo e che chiediamo oggi e sempre, devoti di san Giorgio e di san Giovanni, fedeli tutti provenienti da ogni parte della Città di Ragusa, e all’intercessione di questi due grandi Patroni e quella di Maria Santissima ci affidiamo. Amen

I portatori di San Giorgio Martire

In allegato alcune foto dell’evento

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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