Vita Cristiana

Pubblicato il 13 Novembre 2018 | di Orazio Rizzo

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Elisabetta della Trinità, le reliquie in Peregrinatio a Vittoria

Un pomeriggio intenso di preghiera, fede e spiritualità, quello vissuto dalla comunità parrocchiale del Sacro Cuore di Vittoria, lo scorso venerdì 9 novembre 2018, in occasione dell’accoglienza delle reliquie di Santa Elisabetta della Trinità, giovane monaca Carmelitana, elevata agli onori degli altari da Papa Francesco, il 16 ottobre 2016.

Una artistica urna-reliquiario, contenente il corpo della Santa, è arrivato sul sagrato della Parrocchia di Piazza Manin, accompagnato dai Padri Carmelitani che ne hanno la custodia, intorno alle ore 16.00, accolta dal Parroco, Don Mario Cascone e dal Terz’Ordine Carmelitano, tra i canti e la gioia di tutta la comunità parrocchiale riunita e in festa per l’evento.

L’urna è stata disposta sotto l’altare della grandiosa Chiesa dedicata al Cuore di Gesu’; dopo i saluti iniziali di Padre Cascone indirizzati alla delegazione carmelitana, capitanata dal Padre Renato Dall’Acqua, quest’ultimo ha tracciato la figura della novella canonizzata e della sua ascetica e profonda spiritualità.

A seguire la recita del Vespro, del Rosario e la S. Messa presieduta dai Padri Carmelitani.

“Un pomeriggio intenso di spiritualità e preghiera – commenta Anna Maria Mazza in Corallo, Coordinatrice del gruppo di condivisione “Nuova Vita” della parrocchia del Sacro Cuore – una santità a portata di mano, vissuta nella quotidianità e nella semplicità ma dal messaggio profondo ed incisivo”.

Dopo la celebrazione della Messa, il reliquiario ha lasciato la parrocchia per continuare la Peregrinatio in altre città della Diocesi.

Elisabetta della Trinità visse appena 26 anni, ma incarnò in pieno la spiritualità della grande Teresa d’Avila e delle sue figlie. Un’altra anima eletta, ascetica e mistica, come la sua contemporanea consorella Teresa di Lisieux.

+ Elisabetta Catez
nacque a Camp d’Avor (Bourges) il 18 luglio del 1880 e fu battezzata quattro giorni dopo. Nel 1887 la famiglia si trasferì’ a Digione dove la piccola crebbe circondata dall’affetto dei suoi cari; la pace familiare fu tuttavia turbata – lo stesso anno – dalla morte del padre, che lasciò un vuoto incolmabile nella piccola “Sabeth”, come la chiamavano affettuosamente in famiglia. Nell’adolescenza, Elisabetta sviluppò le sue notevoli doti intellettuali e artistiche, frequentando il conservatorio musicale di Digione, conseguendovi il diploma con voti lusinghieri. Ma tutto nella sua vita sembrava portarla a Dio: a 17 anni si sentì chiamata al Carmelo, ma la madre le negò il consenso, fino al raggiungimento della maggiore età. Coronò il suo sogno il 2 agosto del 1901 entrando nel Carmelo di Digione e vestendo l’abito monastico l’ 8 dicembre dello stesso anno, assumendo il nome di Elisabetta della Trinità. Emise i voti consacrandosi a a Dio il l’11 gennaio del 1903. Dopo la professione iniziarono a manifestarsi i primi sintomi del morbo di Addison che la portò alla morte il 9 novembre del 1906 alla giovane età di 26 anni.

 

 

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