Società

Pubblicato il 10 Dicembre 2018 | di Redazione

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Economia: parole nuove per crescere e una dimensione umana da riscoprire

Gli economisti e i tecnici dell’economia non sono i soli legittimati a parlare di faccende economiche. L’economia è un brano molto importante di vita e perciò chiunque abbia interessi o responsabilità per la vita individuale e sociale può e deve dire la sua sull’economia, sulla finanza e sul lavoro. Incluso papa Francesco; illustri economisti rilanciano il dovere morale del Pontefice ad occuparsi di economia mettendo al centro la preoccupazione per le sorti dei poveri, la giustizia, la vita concreta della gente.

Anche noi quindi ne parliamo e ne parleremo come ne parla la Chiesa nella sua inesauribile fonte che è la dottrina sociale. Peraltro l’economia è il tema più urgente di questo inizio secolo, carico di parole e concetti da riscrivere, perché il presente appare senza speranza o con semi di speranza talvolta sotterrati da sterile pietrisco anzichè da fertile terra. Lo sterile pietrisco è la logica del dominio nella quale pochi gestori di potere scrivono le sorti di molti, in un contesto di insofferenza nella quale una parte sempre più ampia di umanità è trascurata nei bisogni essenziali ed emarginata dal benessere. A noi piace la logica dei talenti nella quale la ricchezza prodotta si moltiplica senza escludere. Questo può avvenire solo se l’economia ritorni civiltà cioè esperienza concreta e partecipata di un fatto comunitario che si incarna, insieme con altri saperi, in un popolo, in una nazione, in un insieme di nazioni che si riconoscono con comuni origini o destini.

Una domanda ci arrovella il cervello, non sappiamo se per gap di speranza o per ignoranza: è possibile tracciare i contorni di questa benedetta economia, di questa economia con l’anima, per usare due felici definizioni del professor Luigino Bruni, che rimetta al centro l’uomo, l’ambiente, il lavoro? Oppure sono ingenui tentativi in un mondo che parla più di “beni” che di “bene”?

Noi – attraverso le pagine di questo rinnovato periodico – siamo desiderosi di usare e spiegare temi e pensieri che si celano dietro termini a noi cari: festa, libertà, dono, comunità, lavoro, solidarietà, dignità, servizio… parole per credere e per crescere che la crisi economica ha dapprima fatto scomparire ed ora riaffiorare come ancore di salvezza capaci di impastare la dimensione etica e morale con quella economico e finanziaria.

Noi non lo faremo con richiami moralistici e di principio, né con statistiche, percentuali, spread e pil; noi vorremmo farlo raccontando storie che recuperano la dimensione “umana” dell’economia, attraverso quelle che a noi sembrano buone prassi, in un tentativo di ricerca interiore e culturale, per risorgere dal malessere e dallo smarrimento profondo, individuale e collettivo.

Noi lo faremo a partire da due contesti di prossimità: comunità e territorio, luoghi privilegiati dove già esistono e possono ancora nascere progetti etici, civili, politici ed economici; a partire da quelle che sono le nostre vere ricchezze: la natura e il sole, la laboriosità e la cultura della fatica, l’arte e la creatività.

Aiutarci a migliorare la nostra cultura economica è preordinato alla capacità di riappropriarci della libertà che ci orienta verso scelte consapevoli ed informate. Perché siamo convinti che la responsabilità non va sempre ricercata nei fantasmi del mercato o dei poteri forti, invocati quando si vuole lasciare tutto nella nebbia; va cercata in chi manovra l’economia e va cercata in noi cittadini comuni chiamati a riscoprire le virtù private da cui nascono le virtù civili, ingredienti fondamentali dell’attività economica.

Emanuele Occhipinti

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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