Pubblicato il 8 Gennaio 2019 | di Redazione
0L’ULTIMA PAROLA il nuovo libro di poesie di Luca Farruggio
E’ uscito da poco L’ULTIMA PAROLA, il nuovo libro di Luca Farruggio. L’autore, dopo aver scritto un pamphlet teologico-filosofico, è tornato a scrivere poesie. Il libro è stato pubblicato dalla casa editrice “BookSprint” e si può ordinare in tutte le librerie o acquistare online su tutti i bookstore.
Riportiamo di seguito la prefazione scritta da Domenico Ciardi, poeta e monaco di Bose.
“Cosa chiediamo, cosa cerchiamo nella poesia? Parole di autenticità umana, frammenti di verità impastati con la bellezza, più alta o quotidiana.
Il poeta, come il monaco, l’emarginato, il carcerato … colui che sta sulla frontiera, cerca un’ultima parola, quella che dia un senso a tutta la sua vita, per ritrovare sempre e nuovamente la forza e il coraggio nel duro mestiere di vivere. Cerca un’ultima parola contro ogni sentenza di morte, contro ogni ombra di morte che vuole prendere possesso del nostro cuore. Ritroviamo nella poesia di Luca la rappresentazione di questa lotta. E già il dirla con le parole, far emergere l’indistinto, il confuso che si agita nel cuore, è un passo verso una pace più duratura.
La poesia ha un aspetto dialogico: “vorrei parlare con te senza / passato e senza futuro, / ma solo per trovare qui e ora / la scintilla della Vita che / esplode e si perde nella fatica /di salvare tutto il Bello del cosmo”.
Ma Luca ci fa intravedere che a noi spetta piuttosto cercare la parola penultima che appartiene alla nostra umanità ferita. Quella parola penultima che talora è solo la luce di una candela nella notte, è una relazione che si apre all’amore: “Solitario vago nei deserti, / e tra gli abissi di questa / terra che pace non dà. / L’amore arriverà, / sì, a dare un senso arriverà … ”. La nostra fatica umana è riconoscere di cosa è malato il nostro cuore, “qui nel cuore / si sosta e si grida”, con la fiducia che quel grido non si perde nel nulla ma c’è Qualcuno che lo ascolta. Il mistero di una presenza Altra è talora espresso talora sta dietro le parole che Luca ci consegna. Qualcuno ascolta la nostra necessaria parola penultima e a Lui lasciamo la parola ultima. Ma ci vuole chi come Luca mette parole penultime sui nostri sentieri.
Ancora troviamo in Luca una contestazione di tutto ciò che è disumano nella nostra vita e appesantisce la nostra speranza che ha sempre bisogno di rinnovarsi: “che io possa / dare grande potenza / e nuovi nomi / ad ogni nuova / alba che doni / misteriosamente / all’esistenza degli uomini.” / “Ma stasera, sì stasera … / da questa/ incredibile terrazza / che ci ospita, / parlami ancora / di una possibile utopia.” Fondamentale è la capacità di sempre ricominciare, scrollandosi di dosso il peso delle delusioni passate: “Gli avvoltoi non sanno / che gli alberi hanno / radici nel cielo”.
“Non sai che la sera / è fatta di croci / sugli occhi e di / speranze divine?”. Domande cocenti che hanno però la speranza di una risposta: “Da dove mi verrà / l’aiuto per dire / al mondo / che io esisto? / La vita continua / e io ritorno / nel silenzio / che farà / nuova l’alba.”
E poi gli incontri, le relazioni talora con la loro dolorosa fugacità: “Di cosa parliamo / stasera? Il pub vuoto / ci invita a sostare / in sguardi profondi / e silenziosi.”. “Mai ci lasceremo … / Nella bestemmia capovolta / dell’Amore, che qui abbiamo reputato / Essere Nulla.”
“E mentre le promesse cadono a terra, / mille incontri sono il mio tesoro / che consegno al mondo e / alla sua prossima guerra. / Oceani di parole colmano l’universo, / il poeta saggio ride, suo compito/ è il ruminare sempre lo stesso verso. / Un nuovo sorriso / è quel che resterà sulla strada / che conduce dal caos al paradiso.”
Si, impariamo a ruminare bei versi e speriamo di ritrovarci tutti in quel sorriso”.