Pubblicato il 22 Gennaio 2019 | di Redazione
0Così Dhaker ha unito la città di Vittoria. Un miracolo di speranza e solidarietà
La storia di Dhaker è la storia di un ragazzino di dieci anni; la sua famiglia vive a Vittoria, è di origine tunisina, due fratellini più piccoli, il padre lavora in campagna, scarse le possibilità economiche. A Dhaker viene diagnosticato un tumore, che prende il sopravvento e comincia a togliergli ogni giorno qualcosa, fino al quel fatidico 26 aprile del 2018, quando dopo un calvario di 16 mesi, chiude gli occhi lasciando un vuoto nel cuore della famiglia, dei compagni di classe, dell’intera scuola, di tutta la città di Vittoria.
La storia di Dhaker potrebbe sembrare cronaca passata ma in realtà è attualissima storia di accoglienza, di toccante e diffusa di solidarietà. Davanti al dolore, l’umanità reagisce e il sentimento di amore germoglia. Così è avvenuto per tutta la comunità vittoriese ed oltre, che con cuore e con prontezza ha dato seguito alle disperate richieste di aiuto per consentire a Dhaker di curarsi, per consentire al padre di potersi permettere viaggi quindicinali a Roma. A cominciare dai suoi compagni di scuola, dalle mamme e da tutte le altre maestre, generosi e solerti a contribuire con tutti i mezzi alle spese per le cure mediche; a cominciare dalla Curia e dal vicario, don Roberto Asta, che ha dato corpo alle richieste di aiuto fatte a Sua Santità Papa Francesco; a cominciare da padre Beniamino Sacco che è riuscito a trovare una casa per accogliere il ragazzo ma che il ragazzo non ha fatto in tempo ad abitare. Senza trascurare l’amministrazione comunale o i tanti singoli amici che hanno fatto a gara nella solidarietà.
Tutto ciò è realtà, è vero; ma il ringraziamento più accorato va a colui che ha provocato questa solidarietà diffusa. Va a Dhaker che è riuscito ad insegnarci tanto. Dhaker è andato via circondato da moltissimo amore, calore umano, preghiera. Ha ricevuto tutte le cure possibili e immaginabili, ma questa gara di affetto non è bastata ad evitargli la morte.
Abbiamo invocato un miracolo e pensavamo di non averlo ricevuto. Ma sbagliavamo: il miracolo è stato l’amore di Vittoria; Dhaker non ce l’ha fatta, ma la sua storia ha unito un paese. Io ho fatto cose che non pensavo avrei mai fatto, superato emozioni, imbarazzo, ansie, paure; ho riconosciuto il ragazzino parte di me, il mio maestro di vita, il mio miracolo. Io ho veramente creduto nel miracolo, quel miracolo che non si è compiuto con la sua guarigione ma con la mia; con la riscoperta di Dio, con l’apertura alla fede e particolarmente con la forza nuova ritrovata nella preghiera.
Graziella Rovetto