Pubblicato il 1 Febbraio 2019 | di Redazione
0L’Amore che si dona interamente: così la vita cristiana sconfigge la morte
Una certa tradizione filosofica, ripresa anche da Dante, afferma l’identità tra creazione, vita e primavera (“la dolce stagione”). La vita è un continuo fiorire di una bellezza sconfinata. Tuttavia, come ci ricorda l’oscura filosofia di Eraclito, non esiste qualcosa senza il suo opposto.
Quindi non si può parlare di vita senza parlare anche della morte. Non sono proprio le religioni a dare un senso preciso al vivere e al morire? Un senso che spesso viene colto solo a livello teologico, ma quando a capirlo è il cuore, allora non può che subentrare la pace nella vita dell’uomo.
Una pace che uomini e donne spesso cercano nell’amore. Ma lo trovano? Fare i conti con la pace non vuol dire guardare in faccia anche la guerra? Di fronte a questo mistero si cade in ginocchio! È proprio nel Cantico dei cantici che viene affermato con forza questo concetto: “Forte come la morte è l’amore” (Ct, 8,6).
Però, ed è questo che si vuole dimostrare e sperare, il cristianesimo parla di un amore altro, di un amore che è Vita e che sconfigge eternamente la morte. Non più l’eros dei greci (un amore inteso solo come conquista), ma l’agape del Dio cristiano (amore che si dona continuamente senza chiedere nulla in cambio). Amore che Dio non ha spiegato solo con precetti e divieti, ma che ha raccontato attraverso il Figlio. Gesù stesso nei Vangeli dice di essere la vita (cfr. Gv 14,6).
Aprendo il Salterio, nel salmo 72 si parla della gloria del Re Messia e si legge chiaramente: “Da prima del sole Germoglio è il suo Nome”. Di fronte a questa potenza “primaverile” di vita e a questa forza sempre viva, ogni cristiano però non dimentica la croce. Questa sembrerebbe il simbolo di una sconfitta, di una vita distrutta. Ma la fede cristiana vede proprio nel sommo sacrificio di Cristo la via per una piena salvezza. Una vita che dura e fiorisce nonostante la morte. Infatti nella Rivelazione cristiana si dice che l’Amore si dona interamente, ma trionfa solo se nel processo ex Deo, ad Deum viene sconfitta per sempre la Morte.
La buona novella tiene insieme la vita e la morte, e per testimoniare che la vita è più forte della morte ci dice: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà (Mt 16, 24-25).
Ma non basta. Il lieto annuncio diventa ancora più paradossale in questa frase di Gesù: “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna” (Gv 12, 24-25). Questa è la grande sfida che ogni vero cristiano dovrebbe testimoniare con la propria esistenza! Saremo capaci di mostrare tale coraggio?
Luca Farruggio