Vita Cristiana

Pubblicato il 5 Febbraio 2019 | di Redazione

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Il mistero della grotta di Lourdes in uno sguardo che dà vita

Nella cavità della grotta di Lourdes, Maria condivide con Bernadette la grazia che ha ricevuto nella grotta di Nazareth. Due ragazze a Massabielle inaugurano un nuovo mondo, il mondo dell’essere-con, come la Santissima Trinità: ogni persona esiste solo in relazione all’altro.

Nessuno aveva visto Maria a Nazareth. Mai la Bibbia aveva citato questo piccolo villaggio, nessuna mappa dell’esercito romano l’aveva menzionata. Il Dio che non guarda le apparenze, ma che sa vedere il cuore, ha saputo vedere Maria, e così ella si scopre “la serva del Signore”. Bernadette sarebbe potuta scomparire da Lourdes senza che molti se ne preoccupassero. Qualcuno sapeva come vederla, qualcuno a chi ella somigliava.

Un giovane ha semplicemente bisogno di esistere e di essere riconosciuto. Molti giovani oggi sono vittime della “miseria dello spirito”, come diceva Madeleine Delbrêl.

Bernadette li conduce a Maria, che fa la sua preghiera a Gesù: “Non hanno più vino!” Non hanno più il gusto di vivere! Lourdes è il luogo in cui la scintilla apparirà di nuovo: una folata di vento, una luce. Bernadette scopre di essere stata visitata: una ragazza “giovane e piccola come me”. È lei che è lì, in questo buco nero della roccia, quando vede quella faccia sorridente. I giovani oggi sono le prime vittime di un traboccare di parole e di rumori che li rendono sordi all’unica Parola di cui hanno bisogno. “È bello per me che tu esista. Mi fa piacere che tu sia qui!” Non abbiamo più bisogno di idee o opinioni. Abbiamo bisogno di una parola che apra un percorso. Abbiamo bisogno della verità.

Bernadette ha riassunto così gli interrogatori a cui doveva sottoporsi: “È semplice! Io dico la verità, essi dicono bugie”. Abbiamo il diritto di sbagliare, non abbiamo il diritto di mentire. E mentiamo ai giovani! Ascolta quello che dicono, non fare quello che fanno! Gesù ha denunciato l’ipocrisia, molto più che l’adulterio. La menzogna corrompe la purezza del cuore.

Molti giovani vogliono andare nelle piscine: restare nudi e lasciarsi immergere da qualcun altro in acqua ghiacciata. È un modo per rivivere il battesimo, per imparare di nuovo a nascere, un modo per superare la paura della differenza, la paura della debolezza: mi sono spogliato, come Gesù sulla croce, come il primo uomo nel giardino delle origini. Ho delle disabilità, visibili o nascoste, ma sono vestito di tenerezza e posso andare avanti nella vita. Non sono solo!

Nella grotta, una sorgente è scaturita dal fango, e nel profondo del peccato, sono invitato a scoprire uno sguardo che non giudica, ma che assicura: “Ti amo anche così!” Non ti confondo con quello che hai fatto di sbagliato; spesso rifletti solo ciò che hai sofferto prima. C’è qualcos’altro in te, c’è il seme depositato da un cuore che ti ama. Posso sentire poi questa parola che mi rimette in piedi: “Ti perdono”. Attraverso il fango del tuo peccato, e vengo a ridarti la vita. Nei nostri luoghi di pellegrinaggio, abbiamo un appuntamento in quello che a volte viene chiamato a Lourdes le piscine del confessionale.

I nostri luoghi di pellegrinaggio devono essere luoghi in cui sperimentiamo il legame indelebile tra il dire e il fare, il marchio di una vita donata. La figura di Bernadette l’esprime nel suo impegno al servizio dei poveri: in essi riconosce il suo Dio. “Più un uomo è povero, più deve essere amato”. Riconosco in lui, non il riflesso o l’eco del mio desiderio, ma l’invito a proseguire nel percorso del dono.

Dobbiamo arrivare all’apprendimento della fedeltà, attraverso le mie ripetute infedeltà, le mie risoluzioni mai tenute. Le risoluzioni non sono fatte per essere tenute, ma per essere riprese. Dio mi sta aspettando. Mi aspetta nella persona familiare, incrociata ogni mattina, e nell’inaspettata richiesta fatta a me quando ho un programma fitto di appuntamenti. Mi sta aspettando dove non so come rispondere… I giovani devono essere accompagnati ben oltre il tempo del pellegrinaggio in un luogo santo. La Parola che li ha toccati deve essere ascoltata e rinnovata nelle piccole cappelle che dobbiamo costruire con loro.

In queste oasi di misericordia, sono ricreato dall’interno, e divento io stesso chiamante, divento invitante. Come Maria che riceve e chiama, come Bernadette che fa la sua commissione dopo aver visto e sentito, divento questo discepolo missionario, che trasforma il mondo in un vasto luogo di pellegrinaggio.

Nella mia stessa debolezza, svelo la forza di un Amore che mi fa vivere. Un paziente ancora giovane mi testimonia la vittoria vinta ogni giorno sulla disperazione: dall’età di 10 anni, è rinchiuso nella notte dei ciechi a causa di una meningite che non poteva essere curata ai suoi tempi, lui è paralizzato e condannato su di una sedia a rotelle. Si è lasciato guidare verso questa “tenda interiore” dove la sofferenza non è spiegata, ma visitata da Colui che la riempie con la sua presenza. I giovani devono sentire che saranno presi per mano e dal cuore. “Se vado in un burrone di tenebre, non temo alcun danno, perché tu sei con me!”. Non è più una lezione che viene fatta, è un’esperienza che viene condivisa e offerta.

Esisto per qualcuno, per qualcuno che mi parla e che mi invita. Posso ascoltare una Parola, posso andare avanti con fiducia e rispondere anch’io, per poter invitare a mia volta e aprire ai piccoli, nella mia stessa povertà e attraverso il mio peccato, una via di pellegrinaggio, un nuovo cammino di vita.

André Cabbes

Rettore del santuario di Lourdes

 

 

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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