Pubblicato il 5 Febbraio 2019 | di Redazione
0Quale futuro per il centro?
Idee, riflessioni e proposte di Padre Tidona e del Consiglio Pastorale Parrocchiale della Cattedrale S. Giovanni Battista, in una Ragusa di 25 anni fa, ma ancora oggi, più che mai, attuale; sul degrado del centro storico ragusano e sulle difficoltà di potervi vivere.
Abitare in centro. Abitare nel centro storico è spesso una “vocazione”; sono tanti i motivi che portano a risiedere nel centro storico: l’avervi un casa in proprietà, il volere una zona dotata di tutti i servizi, il non trovare casa altrove, la necessità di risiedere vicino all’ufficio dove si lavora; una identica connotazione lega comunque tutti e cioè quella che si è disponibili ad affrontare enormi disagi (dal traffico caotico, alla mancanza di posteggi, a strade anguste, all’assenza di spazi per o sport ed il tempo libero) pur di vivere in una parte della città ancora a dimensione d’uomo, ove possano ancora esistere i rapporti col vicinato, ove è possibile fermarsi in luoghi di aggregazione , come le piazze, a far due passi e ad incontrare gli amici.
Aspetti demo-sociali. Il centro storico , una volta cuore pulsante della città, ha visto modificata nel tempo la presenza di nuclei familiari, sia come quantità sia come condizione sociale. Assistiamo oggi a un fenomeno di forte diradamento demografico e mentre da un lato si restaurano vecchie residenze patrizie e vengono ad abitare in centro famiglie a reddito medio-alto, dall’altro, la migrazione di tantissime famiglie verso i quartieri in espansione della città provoca o l’abbandono delle vecchie casa su più piani (quanti SI VENDE, si vedono in giro) o la loro occupazione da parte di nuclei familiari a bassissimo reddito che “si accontentano” e talvolta di immigrati e/o emarginati. Resistono poi gli anziani che non vogliono seguire i figli nell’abbandono del centro e questo fa sì che nelle parrocchie del centro si celebrano sempre più funerali e meno matrimoni e battesimi.
Una funzione per il centro storico. Quale futuro deve avere il nostro centro storico? Varie sono le risposte a questo interrogativo. Qualcuno lo vorrebbe tutelare e conservare , senza spostare nemmeno una pietra , per le future generazioni affinché ammirando possano ricordare dove vivevano i loro antenati e affinché i turisti (che si spera arrivino numerosi) possano passeggiare per e viuzze deserte e ammirare i monumenti sparsi in giro, in una specie di museo urbano. Qualche altro, a somiglianza di quanto è avvenuto in altri centri, vedrebbe volentieri una destinazione quasi “direzionale”, con uffici, negozi e strutture di uso pubblico che monopolizzano quasi l’uso del centro, con un certo degrado di congestione, solo durante le ore diurne. Qualcuno infine pensa che la funzione residenziale possa ancora coesistere con il nostro centro e che in fondo Ragusa, a differenza di altre realtà territoriali siciliane , essendo riuscita finora ad avere un centro antico non in completo abbandono, ma anche con congestione urbana ancora controllabile, può godere di una certa situazione di privilegio per una equilibrata funzione residenziale.
Esigenze legate alla funzione residenziale. Una funzione residenziale nel centro storico presuppone però essenzialmente due cose; la prima è un opportuno dosaggio di interventi nell’intera struttura urbana in termini di attrezzature ed infrastrutture, oltre che di servizi; la seconda è il recepimento degli strumenti urbanistici attuativi d una filosofia del riuso e del recupero del patrimonio edilizio che, escludendo la museificazione, in un rapporto equilibrato con le attività commerciali, bancarie e pubblici uffici, riesca a dare stimoli e significati a un ritorno di nuclei familiari anche di ceti medi. Questo può avvenire se il recupero avrà costi accettabili e se si potranno garantire standards di comodità ai quali nessuno è oggi disposto a rinunciare.
I servizi esistenti. All’interno del centro storico compreso tra i confini della Parrocchia della Cattedrale esistono numerosi servizi pubblici e di uso pubblico.
Tra i primi si possono citare:
- Municipio e Uffici Comunali;
- Prefettura;
- Chiese (Cattedrale , Collegio di Maria, S. Michele, S. Vito);
- Curiali Vescovile;
- Palazzo di Giustizia;
- Scuola media, elementare e materna;
- Biblioteca civica e centro servizi culturali;
- Poste e telegrafi;
- Banca d’Italia.
Tra i secondi notiamo:
- Banche;
- Uffici, tra cui diversi Enti di Patronato;
- Farmacie;
- Circoli e Associazioni;
- Cinema, teatro, palestra;
- Negozi ed esercizi pubblici;
- Alberghi e ristoranti;
- Gallerie d’arte;
- Autorimesse.
I servizi mancanti
- Parcheggi (servirebbero parcheggi per almeno 800 posti/macchina);
- Strutture per il tempo libero (il cinema è chiuso da tempo, il teatrino esistente ha meno di 100 posti ed è privato);
- Strutture per lo sport (mancano palestre coperte anche scolastiche e spazi esterni per poter praticare qualsiasi tipo di sport);
- Verde attrezzato;
- Strutture sociali per i giovani e soprattutto per gli anziani (è assolutamente ininfluente quanto è offerto per i giovani all’interno del centro servizi culturali);
- Asilo nido
- Scuola materna (i locali sono in affitto e per giunta dichiarati inagibili dall’Ufficio Sanitario)
I rimedi possibili. Le carenze evidenziate nella struttura demografica e la particolare situazione sociale del nostro centro storico si possono colmare attraverso opportune previsioni urbanistiche e attraverso mirate scelte amministrative. La redazione in corso di piani particolareggiati offre in particolare un’occasione “storica” di intervento: da essi dipenderà il futuro del nostro centro storico e la sua eventuale funzione residenziale.
Le previsioni urbanistiche. Il Piano Particolareggiato del centro storico, con particolare riferimento al perimetro di confine della Parrocchia Cattedrale S. Giovanni Battista dovrebbe prevedere un riuso funzionale del tessuto urbano e una sua riqualificazione che non può limitarsi ad una semplice operazione di “ritocco” di alcuni ambiti o spazi, ma deve con coraggio affrontare i problemi.
Nessuno si sogna di proporre sventramenti, demolizioni selvagge e ricostruzioni fuori scala che si sono suggerite prima della legge regionale n. 61/81 (legge sui Centri storici di Ragusa), ma bisogna pur dire che un obiettivo quale quello citato in precedenza può anche rendere necessari eventuali diradamenti e deve certamente prevedere, nel rispetto di puntuali prescrizioni, la possibilità di ristrutturazioni anche totali e demolizioni e ricostruzioni per immobili non qualificati (una volta ricostruiti in maniera adeguata e qualificata) non solo a una rivitalizzazione, ma anche a un miglioramento complessivo della qualità urbana, dando anche una risposta al forte rischio sismico.
Nel nostro centro storico non vogliamo speculazioni o insediamenti direzionali già abbondantemente presenti, ma vorremmo sinceramente che le tante stradette e le tante case abbandonate al degrado e all’incuria tornassero a ospitare bambini, giovani e anziani che si potrebbero sicuramente giovare della inimitabile qualità dell’abitare che solo il centro storico può offrire.
Per questo ripetiamo è necessario non vanificare l’irrimediabile occasione che offrono i Piani Particolareggiati, anche anticipandone, ove ritenuto opportuno, le possibilità attraverso l’applicazione dell’art. 16 della L.R. 61/81. Ma i Piani Particolareggiati ci interessano anche perché potrebbero prevedere il risanamento ed il recupero dei quartieri socialmente degradati esistenti in fondo a via Sant’Anna e adiacenti a via Gen. Dalla Chiesa, oggi infrequentabili. Questi quartieri potrebbero trasformarsi con opportuni interventi in una serie di alloggi di edilizia residenziale pubblica, anche con il contributo dell’I.A.C.P.; da questi quartieri, specie nella parte adiacente via Gen.
Dalla Chiesa potrebbero venir fuori anche dei “contenitori” da destinare a parcheggi o ad altre strutture pubbliche. Tutto ciò consentirebbe anche la piena fruizione della “panoramica dei ponti”, che proprio per la sua ubicazione è oggi frequentata pochissimo. Un’altra proposta che ci sentiamo di avanzare è anche quella della previsione di spazi per lo sport o il verde attrezzato nell’area ex-Odeon in via Diaz e nello spazio dietro il portico del palazzo INA ove sorgeva la galleria.
Le scelte amministrative. La rivitalizzazione del nostro centro storico passa pure attraverso scelte amministrative grandi e piccole. Anche in questo caso ci sentiamo di suggerirne qualcuna alla sensibilità dell’Amministrazione Comunale. Chiediamo che venga risolto il problema della scuola materna e si trovi la possibilità di avere un asilo nido (sappiamo che una volta ne era stato previsto uno in via Ecce Homo). Chiediamo anche che si trovi la possibilità di aggregazione per giovani che, in tanti, la sera, si ritrovano in Piazza S. Giovanni e si realizzi finalmente un centro diurno per gli anziani, che nel centro storico, ritrovano il piacere dell’incontro, del dialogo, dei ricordi e dell’attaccamento alla vita.
Uno spazio libero per qualcuna delle attrezzature proposte che ci pare di poterlo individuare di fronte al Palazzo di Giustizia. Un pensiero anche per i bambini che potrebbero fruire il giardinetto attiguo alla Cattedrale (lato C.so Vitt. Veneto) assieme ai loro genitori o ai nonni; cosa occorrerebbe: solo qualche panchina, un po’ più di illuminazione e una piccola bambino poli. Infine un pensiero “al cielo” e ai numerosissimi colombi che lo solcano; è recentissimo l’allarme lancia dall’Ufficio Sanitario per il pericolo igienico dovuto alla loro troppo numerosa presenza; occorrerebbe trovare la maniera indolore per contenerla, in modo da preservare non solo la salute dei pochi abitanti del centro, ma anche l’integrità dei monumenti e delle case.
Conclusioni. Quello che abbiamo scritto lo affidiamo con tutto il cuore e con tanta speranza alla consapevole riflessione e alle conseguenti scelte dell’Amministrazione e del Consiglio Comunale della nostra città. Sul nostro discorso ci auguriamo anche che non si innestino speculazioni di alcun tipo, soprattutto di ordine politico; questo perché in nostro appello, dettato esclusivamente dall’amore per questa nostra città di Ragusa e per il suo futuro; una città che nel nostro e nella nostra Cattedrale pensiamo debba avere il punto di riferimento dell’attenzione e della passione culturale non solo dei nostri amministratori, ma dell’intera comunità.
Ragusa, 14 giugno 1995
Don Carmelo Tidona, parroco della Cattedrale S. Giovanni Battista
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale della Cattedrale S. Giovanni Battista