Società

Pubblicato il 14 Febbraio 2019 | di Agenzia Sir

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Cure umanizzate nelle corsie degli ospedali

L’ospedale Giovanni Paolo II di contrada Cisternazzi a Ragusa ha ospitato un incontro riguardante la medicina delle relazioni nell’ambito degli appuntamenti promossi in occasione dell’edizione 2019 della Giornata diocesana del malato.

L’iniziativa, voluta dall’ufficio diocesano per la Pastorale della salute, è stata incentrata su un tema specifico: “Il processo di umanizzazione dei servizi sanitari in ospedale”. I lavori sono stati introdotti da Rosario Ficara, vicedirettore della Pastorale della salute: sono intervenuti il manager dell’Asp di Ragusa, Angelo Aliquò, l’assessore comunale alla Sanità, Luigi Rabito, il presidente del comitato consultivo aziendale dell’Asp di Ragusa, Salvatore Criscione, e l’infermiere coordinatore Giuseppe Occhipinti, segretario della Pastorale della salute.

Il direttore dell’ufficio diocesano, don Giorgio Occhipinti, ha puntato i riflettori sull’umanizzazione dell’ospedale, dicendo che si tratta di una “locuzione che include parecchi aspetti, come si conviene a un argomento che non rientra in una specifica disciplina ma costituisce un campo di discussione per affrontare difficoltà vecchie e nuove che emergono nella medicina”. “E tutto ciò – aggiunge don Occhipinti – a seguito delle profonde trasformazioni demografiche, epidemiologiche e di stile di vita della società post-industriale. Gli uomini si sono da sempre posti il problema della promozione della salute e della cura delle malattie; l’ospedale è un’istituzione di antica origine, declinata secondo concezioni diverse di salute e malattia, di diagnosi e cura, ma presente in tutte le società”.

I progressi scientifici e tecnologici, è stato detto, hanno però aperto nuovi orizzonti di cura e prevenzione nei confronti di patologie altrimenti non trattabili; la crescente consapevolezza dei cittadini del proprio ruolo attivo nella gestione della salute ha fatto uscire la medicina e le sue strutture dall’ambito strettamente diagnostico-terapeutico e ha modificato le richieste e le aspettative degli utenti.
“I cittadini malati – ha spiegato don Occhipinti – si aspettano dagli operatori sanitari prestazioni che conducano alla guarigione. L’ospedale diviene pertanto un crocevia di interazioni caricate di valenze e di attese non sempre reali: la negazione sociale della morte trasforma la medicina in magia per produrre l’immortalità o la sopravvivenza ad oltranza. Spesso gli operatori medesimi colludono inconsciamente con questa prospettiva, rendendo quest’utopia l’obiettivo della propria formazione e lavoro. La realtà ospedaliera è forgiata da quest’immaginario che riflette le procedure, le richieste economiche, i linguaggi verbali che i pazienti e i loro parenti scambiano con gli operatori sanitari”.

Alla luce di quanto sopra esposto l’attenzione si è spostata dalla relazione con la persona malata a quella con la malattia: questa prerogativa della medicina occidentale ha stravolto il ruolo tradizionale del terapeuta, sostituendolo con quello del tecnico e dello specialista. Ciò ha mutato la componente relazionale della medicina, imprescindibile in ogni attività che preveda l’interazione tra individui, e ha costretto a riflettere sulla necessità di sviluppare nuovi modelli di intervento che promuovano la sua umanizzazione. L’incontro ha affrontato problemi che operatori e amministratori incontrano ogni giorno nella complessa realtà delle relazioni con gli utenti, facendo luce su soluzioni e strategie di intervento messe in atto in risposta a tali problemi.

Nel prossimo appuntamento previsto per venerdì 15 febbraio, si parlerà di “Le nuove dipendenze patologiche – In rete…senza rete. Dipendenza da internet e social network” nell’auditorium della parrocchia Preziosissimo Sangue di Ragusa venerdì 15 febbraio alle ore 19:00. Interverranno don Occhipinti, Santi Benincasa, medico, e Orazio Palazzolo, psichiatra, entrambi componenti della consulta della Pastorale della salute. Ci sarà anche la partecipazione di una rappresentanza dei militari dell’Arma dei carabinieri di Ragusa.

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