Società

Pubblicato il 20 Febbraio 2019 | di Gian Piero Saladino

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Stato di salute della provincia di Ragusa e ruolo del volontariato ibleo

Non vorrei rischiare la sindrome di Cassandra – figura della mitologia greca, che prevedeva sventure e per questo era detestata da molti – se in base agli ultimi dati sulla qualità della vita, pubblicati dal Sole24Ore e da ItaliaOggi, pre-vedo con pre-occupazione il futuro prossimo della provincia di Ragusa che, dietro l’80° (Sole24Ore) e 86° (ItaliaOggi) posto nella graduatoria delle 106 provincie italiane, mostra elementi di arretramento economico e sofferenza sociale di cui si parla poco e si agisce ancor meno.

Da quei dati, la provincia di Ragusa appare chiaramente un territorio che invecchia. Infatti, limitando l’analisi alla posizione relativa della provincia di Ragusa rispetto alle altre 105 provincie d’Italia, nascono molti bambini (5° su 106); emigrano più giovani (da 5° a 14° posizione); diminuiscono gli immigrati (da 88° a 92°) e i riconoscimenti di cittadinanza (102°); aumentano gli anziani (8° su 106), che accumulano pensioni (95°) e, grazie a Dio e ai “miracoli” della Medicina, muoiono più tardi (25°).

La provincia appare inoltre un territorio chiuso (in difesa): vive consumando suolo (103° su 106) senza valorizzarlo; accumula patrimoni immobiliari (1° per superficie immobiliare pro-capite, 19° per minori canoni di locazione, 4° per minor prezzo a mq.) e mobiliari (79° per depositi bancari) che si vanno svalutando; esporta poco (89° per quota export su PIL) e sconta “strutture dedicate al turismo” ancora inadeguate alla domanda (96°).

La provincia appare anche un territorio statico e conservatore, che mantiene la sua laboriosità (84° per valore aggiunto pro-capite) ma perde lavoratori (95° per disoccupazione giovanile); che intraprende (22° per numero di imprese, 14° per impieghi su depositi) ma innova poco (105° su 106 per start-up innovative) ed è impoverita da repentini aumenti del costo della vita (da 87° a 38° in un solo anno) e dal gioco d’azzardo.

Tuttavia, la provincia appare un territorio abbastanza sicuro, con una rassicurante 39° posizione. Poche truffe e frodi informatiche (5° su 106), pochi scippi e borseggi (18°), poche rapine (21°), mentre i furti in abitazione, nonostante la povertà crescente, si mantengono nella media nazionale (57°). Sarebbe un buon segno se non fossero aumentati l’indice di litigiosità (80°) e i tempi della giustizia (95^ per cause over 3 anni).

Appare anche un territorio in buona salute fisica: il suo sistema sanitario è nella media nazionale per numero di cittadini che si curano fuori (57° per emigrazione ospedaliera), la spesa farmaceutica è elevata (16°), il numero di morti per tumore – non solo grazie ai fattori ambientali (minore inquinamento, dieta mediterranea, meno donne fumatrici, minor uso di anticoncezionali) ma anche grazie a quelli organizzativi (Centro Screening, diagnosi precoci alla mammella, all’utero e al colon, liste d’attesa meno lunghe, controlli Avis) – è ancora limitato (28°); è bassa la percentuale di disabili sulla popolazione (11°) e quella di ospedalizzati per disturbi psichici (da 45° a 39°).

Appare, invece, un territorio con ritardi in istruzione, cultura e sport: a fronte di una buona percentuale di studenti di scuola superiore (27° su 106), risulta basso il numero medio di anni di studio (95°), alto il numero di studenti emigrati in università del Nord, basso il numero di laureati (90°), molti dei quali non tornano per non subire la sottoccupazione. L’indice alto del numero di librerie (8°) e di sale cinematografiche (49°) non annulla il dato complessivo, che ormai riguarda anche l’indice di sportività (71° per numero di palestre).

Appare infine, per sua fortuna, un territorio ad alto capitale sociale: regge il valore e l’ampiezza della famiglia (17° per numero medio di componenti), vive e opera una fitta realtà di Onlus private (30° su 106) e di Organizzazioni di Volontariato, fra cui spicca anche l’AVIS con i suoi primati nazionali ed europei; ma gli enti locali investono sempre meno in capitale sociale (103° per spesa pro-capite), mortificando gli sforzi che la comunità compie per assicurare un po’ di prevenzione del disagio e integrazione sociale dei cittadini emarginati.

Le flebili luci che ho voluto evidenziare – sicurezza, buona sanità, laboriosità, propensione al risparmio, coesione sociale, cui vorrei aggiungere la banda larga a 30 Mb (17°) – non bastano ad assicurare un futuro sereno, visto il radicale smantellamento del sistema istituzionale e democratico locale, che aveva sostenuto la crescita degli ultimi 50 anni. Sono purtroppo note le tappe: commissariamento permanente della provincia, soppressione del Consorzio ASI, accorpamento della Camera di Commercio e del Tribunale di Modica, chiusura di tutte le Facoltà universitarie eccetto due, regionalizzazione dei Sindacati e delle Organizzazioni di categoria, chiusura della Banca d’Italia e crisi della società di gestione dell’Aeroporto di Comiso (confidiamo ora sull’opera della nuova Aeriblei Spa). Hanno finora resistito la Diocesi e, con qualche ferita, la Banca Agricola Popolare, mentre la nostra AVIS, quest’anno, ha soddisfatto il fabbisogno ematico dei mesi critici di Luglio e Agosto e sfiorato il traguardo di 40.000 sacche ematiche raccolte. Osservando questo campo di battaglia, coi suoi morti e feriti, non si può non provare il bisogno di reagire, evitando di perdere altro tempo, chiedendo agli attori del volontariato sociale e sanitario, in particolare, di utilizzare con intelligenza la riforma del Terzo Settore per assumere un ruolo più incisivo e consapevole, per salvaguardare il “Capitale Sociale” della provincia dal rischio di ulteriori aggressioni. Bisogna partire dal basso per creare tessuto sociale, stimolare l’impresa sociale e la buona politica, che è la politica “libera e forte” che non si arrende alla paura e alla facile fuga dalle responsabilità, e non rinuncia a costruire ogni giorno il bene comune. L’Avis, nei limiti dei suoi fini e delle sue prerogative, darà il suo contributo.

 

+ Graduatoria
N.B. le posizioni in graduatoria fuori parentesi sono quelle attribuite dal Sole24Ore, quelle fra parentesi sono attribuite dalla graduatoria di ItaliaOggi.

Ambiente e Servizi: 79°, con emigrazione ospedaliera 57°, spesa in farmaci 16°, morti per tumore (28° dopo 23°), disabili x 1000 residenti (11°), ospedalizzazione per disturbi psichici (39° dopo 45°), banda larga (percentuale di popolazione coperta con 30 Mb) 17°, ma spesa sociale pro-capite degli enti locali 103° e consumo di suolo 103°

Cultura e Tempo Libero: 60°, con librerie 8° (30°), Onlus iscritte all’Anagrafe delle Entrate 30° ma indice di sportività-palestre 71° (76°) e sale cinematografiche 59° (49°)

Demografia e Società: 84°, con tasso di natalità 5° (4° dopo 6°), emigrati (14° dopo 5°), immigrati (92° dopo 88°) e acquisizioni di cittadinanza 102°, morti ogni 1000 residenti (25° dopo 18°), numero medio componenti famiglia (17° dopo 19°), studenti scuole superiori (27° dopo 86°), ma laureati 90°, numero medio di anni di studio 95°

Giustizia e Sicurezza: 39°, con truffe e frodi informatiche 5°, scippi e borseggi 18°, rapine 21°, ma furti in abitazione 57°, indice di litigiosità 80° e cause over 3 anni 95°

Lavoro e Innovazione: 77°, con imprese registrate 22°, impieghi su depositi 14°, gap retributivo 32°, ma tasso di occupazione 84° (102°), tasso di disoccupazione 83° (95°), tasso di disoccupazione giovanile (95° dopo 79°), start up innovative 102° (o 105°) e quota export su PIL 89°

Ricchezza e Consumi: 95°, con canoni di locazione 19°, prezzo al mq appartamento nuovo in zona semicentrale (4°) e depositi bancari ancora 79° (75°), valore aggiunto pro-capite 84° (82°), variazione dei prezzi al consumo (38° dopo 87°), ma protesti pro-capite (aprile 2016-marzo 2017) 104^ (103^), importo pensioni 95^ e acquisti online 99°

 

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Autore

(1961) Direttore della Scuola "F. Stagno D'Alcontres" di Modica, sede decentrata UNIME - Corso di Laurea in Scienze del Servizio Sociale - ideatore e coordinatore scientifico di Corsi di perfezionamento e aggiornamento post-laurea per operatori sociali (www.unimodica.it), da 37 anni è anche Responsabile della Formazione e Comunicazione di Sicindustria Ragusa. Co-fondatore della Scuola dei Beni Comuni di Ragusa, per 9 anni ha diretto l’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali. Già Portavoce del Sindaco di Ragusa e Dirigente della Comunicazione Istituzionale del Comune di Ragusa, è stato Presidente dell’AVIS provinciale di Ragusa, Consigliere Nazionale dell'A.I.F. (Associazione Italiana Formatori) e Presidente del MEIC diocesano di Ragusa. Scrive articoli e brevi saggi di argomento politico, economico, sociale e religioso.



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