Pubblicato il 15 Marzo 2019 | di Redazione
0La San Vincenzo ha un cuore giovane
Quando dare una mano colora la vita
Proprio così, ci sono dei giovani in San Vincenzo, anche nella vostra città, se c’è la Società di San Vincenzo De Paoli. Vi chiederete “cosa è”, “dove è” e soprattutto “cosa fa” questa San Vincenzo? Ebbene, basta cercarla e vi accorgerete che è tutt’intorno a voi anche se non ve ne accorgete; cosa è può essere descritto da questa espressione di San Vincenzo: “Dobbiamo amare Dio e i poveri, ma a spese delle nostre braccia e col sudore della nostra fronte” e possiamo anche aggiungere: “perché dare una mano colora la vita”; ciò che fa è così semplice ed umile, che per molti quasi non è degna di nota. A questo punto potete sostenere di non aver mai letto la frase: “dare una mano colora la vita” con il logo che ne completa il messaggio? Cercatelo.
Potremmo parlare di tante attività della San Vincenzo, ma oggi vogliamo raccontare l’esperienza che noi ragazzi vincenziani delle provincia di Ragusa, ed in particolare dell’Associazione Consiglio Centrale di Vittoria, abbiamo vissuto a Bergamo, il 12 e 13 gennaio scorso. Un incontro che è stato il prosieguo del campo Ozanam, tenutosi in agosto, nel quale si è fatta esperienza diretta del servizio. A Bergamo ci si è soffermati sulle due colonne del Carisma vincenziano: la missione (annunciare la misericordia del padre) e la carità (testimoniare l’amore di Dio nelle opere concrete), il tutto con l’umiltà tanto amata dal nostro fondatore, il beato Federico Ozanam. Sì, umiltà e carità insieme! Federico Ozanam sostiene che: “un’alterazione del nostro spirito fa sì che la carità senza l’umiltà si riduca a filantropica e verbosa; si parla di carità senza farla”, riflettendoci possiamo renderci conto di come il messaggio di Ozanam,espresso alla fine del 1800 sia così attuale, anzi così presente nella realtà di questo nostro mondo. Proprio di questo si è parlato a Bergamo, dell’incontro-scontro con le povertà, tutte le povertà quelle visibili e quelle nascoste, anche delle nostre povertà di giovani del terzo millennio. Sono tante, tantissime e non possiamo permetterci il lusso di rimanere ancora fermi con le mani su uno smartphone se veramente sogniamo ed esigiamo un “mondo migliore”. Allora è tempo di rimboccarsi le maniche e dare il proprio contributo, forti della fede e dell’amicizia, che ci permettono di sostenerci l’un l’altro nelle difficoltà indicando la strada da percorrere, per poter poi affermare come Pino Daniele: Yes I know my way”! Abbiamo scoperto che è vero che “dare una mano colora la vita”; basta ricordarsi sempre che proprio per questo ne abbiamo due, con una aiutiamo e con l’altra ci aiutiamo, dando spazio a tutte le altre esigenze che ci appartengono.
Aiutiamo coloro che, intorno a noi, si trovano in difficoltà e riusciremo anche noi a trovare il nostro posto nella vita. Venite a conoscerci! Un abbraccio.
I Giovani Vincenziani della Diocesi di Ragusa