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Pubblicato il 11 Aprile 2019 | di Agenzia Sir

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I colori del bullismo

La riflessione di Sofia D’Angelo, del gruppo “Peer educator”, ha suscitato unanimi consensi, la stessa ha esordito: «Oggi una ragazza della mia città ha cercato di uccidersi. Ha preso e si è buttata dal secondo piano. No, non è morta, ma la botta ha rischiato di farle perdere la spina dorsale, condannata a restare per tutta la vita immobile e senza potere comunicare con gli altri. “Adesso sarete contenti” ha scritto. Allora, io ora vi chiedo una cosa: quando la finirete? Quando la finirete di mettervi in due, in tre, in cinque, in dieci contro uno? Quando la finirete di far finta che le parole non siano importanti? Che siano solo parole? Che non abbiano conseguenze? E poi mettervi lì a scrivere quei messaggi? Quando la finirete di dire “Beh, io scherzavo” quando in realtà prima avevate scritto “Non meriti di esistere”?»
L’intervento è stato tra i momenti più emozionanti del percorso formativo denominato “Il bullismo non insegna, segna”, tenutosi al castello Enriquez di Vittoria. L’appuntamento, promosso dal Centro ascolto del disagio, ha visto la presenza di numerosi professionisti che si sono alternati a mettere in rilievo, ciascuno per il proprio ambito di competenze, le peculiarità di un fenomeno che continua a prendere sempre più piede con effetti devastanti per le giovani generazioni. Ha detto il pedagogista Giuseppe Raffa, responsabile ambulatorio antibullismi dell’Asp di Ragusa: «Oggi parlare di bullismo tout court è semplicemente anacronistico. Infatti, occorre parlare di bullismo scolastico, sociale e tecnologico: sono quelli principali ma ci sono anche i bullismi cosiddetti secondari, quello omofobico che si indirizza verso gay e lesbiche, quello femminile che in Italia è in aumento e risulta essere superiore dal punto di vista dei casi rispetto a quello maschile, ma poi c’è il bullismo verso il disabile, verso chi è più bravo e, ancora, il bullismo razziale e nello sport». Il dirigente del commissariato di Vittoria, Alessandro Sciacca, ha messo in rilievo quali siano gli strumenti che la polizia mette a disposizione per cercare di prevenire gli effetti di questa piaga, a cominciare dall’App YouPol con cui è possibile effettuare segnalazioni specifiche. E’ intervenuto poi l’avvocato Carmelo Cataudella, responsabile dell’Osservatorio per i fenomeni del bullismo, cyberbullismo e tranelli informatici, che ha parlato dell’azione svolta tra gli studenti, nelle scuole. «Azione – ha sottolineato – che ha sortito gli effetti sperati perché abbiamo raccolto numerose grida d’aiuto e siamo intervenuti per risolvere situazioni molto spinose». Subito dopo, l’attrice Vania Orecchio ha presentato il cortometraggio “Aldilà della rete” che, realizzato da giovani studenti, mette l’indice proprio sulla gravità della problematica. Chiara Cultraro, mediatrice penale minorile, si è poi soffermata sulla giustizia riparativa e in particolare sulla mediazione che vuole porsi come una tecnica di problem solving, aprendo un canale di comunicazione, assolutamente volontario, tra vittima e autore del reato. Il dottore in Psicologia Carmine Barrano ha chiarito quali sono i rischi della disidentità con problemi sempre più seri sul fronte dello scarto evolutivo, alla luce dell’appiattimento delle coscienze che, generato da attaccamento alla tv e agli smartphone da parte delle nuove generazioni, rischia di peggiorare sempre di più.

Quindi, l’intervento di Andreana Farris, dell’osservatorio per i profili penali della detenzione e diffusione di immagini pedopornografiche tra minori infraquattordicenni, che ha evidenziato quali sono stati, finora, i percorsi portati avanti dal legislatore a tutela delle vittime. Un aspetto su cui ha puntato, con attenzione, anche l’avvocato civilista Nanny Frasca illustrando tutte le fattispecie tuttora in essere. Il percorso, poi, si è concluso con una dimostrazione pratica di Carmelo Tumino, Wing Tsun Awta, che ha fatto vedere quale potrebbe essere la difesa reale per bambini allo scopo di contrastare il bullismo. «Riteniamo – ha affermato il presidente del Cad, Dina Cassarino, con la vice Valentina Gurrieri e l’addetta alla comunicazione Elena Pompeo – di essere riuscite ad accendere un faro importante su una questione di cui ormai non si può più sottacere. Il fenomeno merita di essere affrontato in ogni situazione e, per quanto ci riguarda, abbiamo cercato di fornire degli spunti di riflessione che speriamo possano essere accolti nella maniera migliore da tutti gli addetti ai lavori».

Il percorso, dopo i saluti del presidente Confcommercio Vittoria, Gregorio Lenzo, era stato aperto dal monologo dell’attrice Monica Bisceglia sulle conseguenze del bullismo, una performance molto applaudita

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