Società

Pubblicato il 10 Giugno 2019 | di Redazione

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Immigrati: diversi o incompresi?

Oggigiorno sono sempre più frequenti eventi di cronaca in cui risaltano numerose accuse rivolte agli immigrati che vengono in Italia per “rubarci il lavoro”, ma quanto ne sappiamo effettivamente su questo fenomeno? Vi siete mai chiesti quali siano i veri motivi per cui queste persone abbandonino la loro terra, la loro casa, la loro famiglia e, spesso, anche il loro lavoro?

Noi, membri del clan/fuoco “Falchi Iblei” del gruppo scout Ragusa 1, abbiamo cercato una risposta a queste domande. E la realtà è ben diversa. Guerre, dittature ed epidemie sono solo alcune cause di questa realtà. “Avevo 7 anni. Quel giorno ero andato a scuola come sempre, quando ci è stato detto che il pomeriggio non saremmo potuti tornare a casa e saremmo dovuti restare lì. Quella terribile prigionia è durata 3 anni e da quel fatidico giorno non ho più visto i miei genitori.” Queste le parole di un ragazzo siriano sopravvissuto alla guerra civile e testimone di atroci sofferenze che l’hanno visto costretto ad imbracciare le armi e usarle contro i suoi stessi concittadini. Ma i dolori non finiscono qui. Infatti, giunti in Italia, questi nostri fratelli passano due anni nei C.A.S. (centri di accoglienza straordinaria) ad aspettare, spesso invano, che vengano loro approvati i documenti indispensabili per ottenere il permesso di soggiorno, necessario non solo per trovare un impiego, ma anche per rivendicare la propria identità. Identità che l’uomo riconosce come principio fondamentale per l’affermazione del singolo nel mondo.

Vogliamo darci una mossa? O vogliamo continuare a vivere nell’indifferenza? Dobbiamo davvero aspettare che qualcosa del genere accada a noi per avere un po’ di umanità nei loro confronti? Ricordiamoci che anche noi siamo stati – e siamo tuttora – un popolo di immigrati e che è proprio grazie a ciò se oggi siamo quel che siamo.

Clan/fuoco “Falchi Iblei” del gruppo scout Ragusa 1

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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