Pubblicato il 17 Giugno 2019 | di Redazione
0De Bortoli: «solo una riscossa civica salverà l’Italia». La chiusura di “A Tutto Volume”
È Ferruccio De Bortoli, ex direttore del “Corriere della Sera”, del Sole 24 Ore”, ed ex amministratore delegato di RCS Libri, a chiudere la 10° edizione di “A Tutto Volume”, presentando il suo libro “Ci salveremo. Appunti per una riscossa civica”.
Un libro che parla di ottimismo, che tenta di trovare una via da seguire in mezzo al caos e alla crisi economica, sociale e politica del Paese. Questa è l’ultima opera di Ferruccio De Bortoli, che esplora le criticità della crisi accentuatasi negli anni del populismo e del semplicismo, in cui la classe dirigente ha numerose colpe in questa deriva che lascia del Bel Paese un’immagine peggiore di quello che è. La reputazione dell’Italia, sia dentro che fuori i suoi confini, è in declino: troppo spesso è infatti venuta meno la credibilità a seguito delle mancate promesse dello Stato sia rispetto ai propri cittadini, sia rispetto agli obblighi e agli accordi internazionali. Un Paese che non rispetta i propri impegni e i propri doveri è infatti un cattivo esempio che porta ad una disaffezione verso la cosa pubblica.
De Bortoli insiste sulla necessità di ritrovare il senso di appartenenza e di cittadinanza, quel il senso civico che porta ad una piena consapevolezza che diritti e doveri vanno di pari passo. La perdita di questa coscienza è causa non solo di declino morale, culturale e sociale, ma anche economico. Sono quasi 120.000 – continua De Bortoli – i laureati che ogni anno abbandonano l’Italia, alla ricerca all’estero di prospettive e futuro. Quasi quanti la popolazione della Valle d’Aosta. Una diaspora che porta ad una perdita immane di capitale sociale, di risorse, ed anche di ricchezza economica. Questi talenti persi sono da recuperare e non solo, è infatti necessario anche attrarre dall’estero giovani menti, capaci di dare un nuovo slancio alla vita culturale e sociale del Paese. Per far ciò è imprescindibile investire nel futuro e nella ricerca.
De Bortoli continua declinando in maniera negativa le responsabilità della classe dirigente, pubblica e privata, incapace di creare un sistema di successione utile a creare rigenerazione e rilancio. Si assiste troppo spesso a veri e propri imperi creati sulla persona, in cui la classe dirigente si autoricicla con arragonza, supponendo l’impossibilità di un futuro oltre se stessa. De Bortoli sottolinea come questo non significhi che coloro che hanno ricoperto ruoli di guida in aziende e nella gestione degli affari pubblici siano stati incapaci o dannosi, al contrario numerosi sono stati i meriti e le efficienze, ma rimprovera la miopia nell’incapacità di gestire una successione programmata. Non manca però di sottolineare come questa successione non debba essere una rottamazione violenta, ma un processo programmato.
Le possibilità messe in gioco dalla rete in questi anni sono numerose, a partire dalle nuove vie di accesso all’informazione e dai nuovi strumenti democratici. Un’informazione che tuttavia necessità di professionalità e garanzie. Se infatti basta accedere alla home di qualunque sito o blog per attingere informazioni e notizie, la diffusione capillare di fake news è un fenomeno da contrastare, proprio attraverso l’informazione e la professionalità per creare un senso critico diffuso nella cittadinanza, ovvero la capacità di dubitare e giudicare. Una capacità che rientra tra quei valori civili etici che il Paese sta perdendo e che è indispensabile recuperare.
Ma tra le tante difficoltà poste in rilievo nel suo libro, De Bortoli non manca di far notare come in realtà esso sia pieno di ottimismo: infatti intravede nelle numerose capacità umane e nel capitale sociale dell’Italia la possibilità di una rinascita del senso civico e della morale civile della cittadinanza. In tutto il Paese è presente una rete di rapporti umani e sociali, attraverso associazioni cristiane e laiche e di opere di volontariato, che rappresenta non solo una risorsa morale e culturale, ma anche economica. Una rete che prescinde dalla ricchezza dei territori e dalle fasce di reddito, e che segnala una propensione molto forte in Italia al donarsi e allo spendere il proprio tempo in aiuto e servizio al prossimo. Per incentivare questo rigoglioso fenomeno è necessario applicare la riforma del Terzo Settore, in modo da regolamentare in maniera costruttiva e prolifica, anche dal punto di vista economico-lavorativo, il capitale sociale del Paese.
È importante valorizzare le ricchezze e il patrimonio del Paese, premiare i meriti e non incoraggiare gli errori, facendo ricadere la colpa di alcuni su tutti, come ad esempio la cessione del debito dei comuni allo Stato. Un procedimento che penalizzerebbe le gestioni e le amministrazioni virtuose, e scaricherebbe le responsabilità dei meno morigerati sulla comunità tutta. Assumersi responsabilità e quindi ottemperare ai propri doveri è inderogabile per la rinascita sociale e morale dell’Italia. Il semplicismo che si è sbandierato negli ultimi mesi è inadeguato a rispondere alle necessità dell’Italia, al contrario «problemi complessi hanno risposte complesse».
De Bortoli chiude la 10° edizione del festival letterario “A Tutto Volume”, che anche quest’anno ha riscosso un successo eccezionale, e da appuntamento per l’anno prossimo.