Società

Pubblicato il 17 Giugno 2019 | di Redazione

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Oratorio e pastorale giovanile efficace. L’urgenza di ripartire, ma da dove?

In questo momento storico, l’oratorio è una chance vincente per una pastorale giovanile moderna, viva ed efficace. Se l’attuale crisi non è solo problema di mancanza di riferimenti valoriali, ma anche di incertezza di percorsi educativi, di modalità di accompagnamenti, devono essere gli adulti di oggi a voler decidersi di costruire relazioni educative nelle quali i ragazzi e i giovani siano riconosciuti come risorsa, possano esprimersi con protagonismo in una vera e propria circolarià educativa.

La domanda, tuttavia, per molti potrebbe essere primordiale sia per darsi risposte immediate e pratiche, sia per avere a disposizione un sentiero da percorrere in modo sistematico e progressivo: da dove cominciare? Sia per fare, sia per rifare l’oratorio; quello formativo-educativo; quello che non ha la sola facciata di oratorio e dietro è circolo, club, bar, centro sociale… dove, molto spesso, c’è assenza di valori e di cammino con un senso (direzione) verso la vita vera, salvata, liberata, realizzata.

Dal «Seminario»
Da una recente ricerca «Sfide per la Chiesa del nuovo secolo», edita da Il Mulino, emerge che non sono molti i preti giovani che hanno voglia di entrare subito nel campo di lavoro, soprattutto giovanile, e quindi negli oratori, ma optano per il proseguimento degli studi (licenze, dottorati, specializzazioni); poi preferiscono impegni non a contatto immediato con i giovani. Se vi si dedicano, si accontentano dell’infarinatura dell’anno di pastorale. In genere, però, molti preti preferiscono la via breve attraverso la quale il giovane diventa cristiano: quella diretta, quella sacrale, quella della predicazione teorica, della sacramentalizzazione di massa, delle infinite esperienze forti stile Gmg, raduni diocesani, in alternativa alla via più lunga che attraversa le tematiche educative, pedagogiche, staziona sui perché della vita, studia le scienze biologiche e antropologiche, passa per i labirinti delle infinite mediazioni storiche e, alla fine, sbocca nell’annuncio diretto ed esplicito della Redenzione. Cammino lento, paziente, graduale. Spesso la logica del seme e della paziente attesa, è rotta senza esitazioni dai preti di primo pelo che vanno subito al sodo, senza perdere tempo, al Cristo. I giovani, dicono, vogliono e sognano il Cristo vero, radicale, come quello che propone il papa alle varie Gmg.

I fatti, però, dimostrano effetti di rimbalzo violento con questo impatto! In fase di discernimento vocazionale il giudizio all’ammissione al sacerdozio, dovrebbe prevedere l’ambito più idoneo dove svolgere il ministero, per evitare disastri troppo spesso prevedibili: non tutti i candidati devono essere ordinati obbligatoriamente (anche in tempo di penuria di vocazioni), non tutti i giovani preti devono fare i vicari parrocchiali, non tutti i vicari parrocchiali devono fare oratorio (o pastorale giovanile), perché di carisma trattasi! In fase di formazione si deve prevedere anche che il giovane prete sia un professionista di umanità… nel senso più ampio e più approfondito possibile, fino alla competenza in dinamiche di gruppo, in empatia, in corresponsabilità, in capacità di autogestione delle proprie emozioni e dei propri stati d’animo. E poi, il giovane prete non vada a finire a tappare buchi, ma a servizio del bene personale e, di conseguenza, di tutta la Chiesa. Insomma oggi, la formazione dovrebbe sbilanciarsi verso una nuova fantasia del ministero. La fantasia, però, che va di pari passo con la serietà, la metodicità e la capacità di essere critici e riunificare le diverse esperienze in un grande progetto.

Crhistus Vivit
Prima di chiudere questo articolo, ho letto e riletto il documento innovativo e atteso che Papa Francesco ha firmato a Loreto il 25 marzo 2019. Il documento è dedicato alla pastorale dei giovani (età 16-29 n. 68), agli educatori, ai pastori, ai genitori, ai docenti, alla chiesa in genere e a tutta la società. È una radiografia complessa della situazione giovanile globale e globalizzata; ma sempre diversificata. È un’antologia di affermazioni e citazioni in diverse circostanze proclamate da papa Francesco o confermate in documenti ufficiali importanti (circa 164) o da personaggi autorevoli. La griglia del documento è intessuta sapientemente di Parola di Dio, di problemi esistenziali, di modelli di vita, di possibili soluzioni e di fattibili ricambi di metodi educativi e, soprattutto, di urgenze educative al passo con i tempi e ispirati da sapienti intuizioni illuminate e realizzabili con intenzioni rette. Anche con questo dono di Francesco possiamo convincerci dell’urgenza e dell’importanza di intervenire con sapienza e collaborazione “sinodale”: chiesa, famiglia, scuola, educatori, movimenti, associazioni specializzate. La sinergia e l’amore senza presunzioni narcisistiche saranno le tattiche vincenti. Tutto ciò che si fa, anche con gesti eroici, senza Amore, è come mettere in fila tanti zeri senza l’uno davanti. L’Uno è Gesù, che è l’Amore. L’Amore vince ogni difficoltà.

Salvatore Mercorillo

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"Insieme" esce col n° 0 l'8 dicembre del 1984. Da allora la redazione è stata la "casa di formazione" per tanti giovani che hanno collaborato con passione ed impegno.



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